Bisogna essere accorti, quando si riaprono luoghi fermi da tempo, pieni di storie che si sono svolte al loro interno e hanno accompagnato la vita di una comunità. Così è stato l’Odeon, uno dei primi cinema-teatro d’Italia, attivo dai primi Anni '20 nel centro di Firenze. Dopo un restauro che ha ripristinato la sua veste originale, ha riaperto il 4 novembre 2023 col nome di Giunti Odeon; ancora cinema, ma insieme pure libreria, secondo un progetto voluto dalla casa editrice fiorentina. Al suo interno riapre anche il bistrot e ristorante Caffè Odeon, già presente e oggi con una proposta cosmopolita e dalle tante facce, pensate dalla chef Tini Ferragamo proprio come pagine di un libro.
Il nuovo corso del Giunti Odeon, non solo cinema
È il rinascimentale Palazzo dello Strozzino a ospitare da oltre un secolo la sala cinematografica tra le più antiche in Italia, dedicata non solo al teatro ma anche alla settima arte. Uno spazio di 1.500 metri quadri dall’umore art déco gestito dal ’36 dalla famiglia Germani, che ha trovato nella casa editrice Giunti un partner per il suo rinnovamento. Il design è stato affidato allo studio cittadino Benaim, che ne ha restituito elementi architettonici da tempo nascosti, tra fontane, arazzi e la scenografica cupola. Importante non tradire la natura del luogo, che — pur accogliendo nella platea una libreria da 25mila titoli, adatta anche per presentazioni e mostre d’arte — proporrà ogni sera alle 21.00 un programma di proiezioni. Cultura letteraria, cinematografica e infine gastronomica, con lo storico bistrot rivisto sia nell’interior design che, sopratutto, nella proposta di cucina.
La chef Tini Ferragamo al Caffè Odeon
“Quando Martino Montanarini (amministratore delegato di Giunti, NdR) mi ha raccontato l’iniziativa, mi sono istintivamente proposta per il ristorante”, racconta a CiboToday la chef, “ho visitato gli spazi e dopo una settimana il progetto era pronto”. Un tragitto insolito, come curiosa è la vicenda di Christine Maninger Ferragamo, per tutti Tini. Austriaca di Graz, ha frequentato Giurisprudenza per trasferirsi a Firenze e studiare design del gioiello. Lì ha conosciuto il futuro marito Salvatore Ferragamo, erede della famiglia di imprenditori nella moda, ma anche ad della Tenuta Il Borro, azienda vinicola con ristorazione e accoglienza in Valdarno.
“In famiglia abbiamo tutti una passione per la musica — io avrei voluto diventare cantante d’opera —, ma anche per la buona tavola. Ho sempre cucinato e con piacere: poi, quando i figli sono diventati grandi, ho tenuto anche dei corsi per insegnare a cucinare in maniera sana, con occhio alla stagionalità e all’arte del ricevere”. Molti i turisti americani che hanno scoperto la cucina del posto, “come anche i sapori internazionali riportati da tanti viaggi” insieme a lei, che ora immagina il nuovo corso dell’Odeon come un modo per raccontare itinerari, ricordi ed esperienze. Anche letterarie.
Cosa si mangia e quanto si spende al Caffè Odeon
“Assaporare un cibo, bere un caffè o sorseggiare un buon vino sono cose che hanno molto in comune con il leggere un libro o guardare un film”, racconta Ferragamo, “si tratta sempre di usare i nostri sensi per vivere delle storie, che ci riguardino direttamente o ci portino in altri mondi”. Così, il menu ‘all day dining’ di Caffè Odeon non è suddiviso per portate ma per capitoli, introdotti da citazioni da Plutarco a Virginia Woolf. Si parte di mattina, all’apertura della libreria, con il caffè specialty di Ditta Artigianale, croissant francesi e cornetti all’italiana. Si prosegue col brunch dalle 10.00, con eggs Benedict e avocado toast (15, 13€) e col pranzo a base di piatti che parlano lingue diverse: dai rigatoni al ragù bianco di cinta senese (14€) alla soupe à l’oignon (13€); dalla zuppa di pesce in stile thai alla Wiener Schnitzel e le polpette di lesso (18, 13€).
I dessert guardano all’Europa, tra Sacher e tarte tatin fatte in casa, in vetrina a rotazione. “D’altronde abbiamo immaginato questo posto come un caffè mitteleuropeo, dove passare per un boccone a qualsiasi ora e assaggiare sempre cose nuove”. Insieme a lei il nipote Mattias Alampi — proprietario di altre imprese ristorative in Toscana e inventore di Koto Ramen a Firenze e a Prato — e per la parte mixology Antonio Romano, già bartender di Floreal, al lavoro fino a tarda serata.
Per l’aperitivo prima delle proiezioni ci sono piatti da condividere (karaage di pollo, plateau di formaggi e pita con salse marocchine, 14-18€), drink firmati e cantina di alto livello. Si possono infatti scegliere calici alla mescita (dalla toscane Tenuta Il Borro, Frescobaldi e Antinori, ma anche dal resto d’Italia) oppure approfittare di un reperto di “archeologia enologica”: una delle decine di “buchette del vino” sparse tra i palazzi storici di Firenze, riscoperta durante i lavori e ri-attivata, anche al Caffè Odeon, per servire ai passanti un buon bicchiere di vino a pochi euro.