Una delle cuoche più talentuose di Milano cucina nel bistrot della galleria di design
Succede al BistRO di Aimo e Nadia nello spazio di Rossana Orlandi. Una banda di ragazzi under 30 in uno dei ristoranti più inattesi e sorprendenti della città. Cucina di grande mano e di sopraffina eleganza in un contesto unico, tra alta cucina e design
Si parla spesso di ristoranti di museo e anche a Milano la scena non è trascurabile: c’è Andrea Aprea alla Fondazione Rovati, c’è il LùBar alla Galleria d’Arte Moderna che sviluppa un fatturato sbalorditivo, c’è il gruppo Giacomo al Museo del Novecento, c’è l’eccellente ristorante Torre dentro alla Fondazione Prada, le magiche atmosfere di Vòce nelle Gallerie d’Italia e proprio in un museo c’è l’unico ristorante a Tre Stelle Michelin della città: Enrico Bartolini nel Mudec. Ma se è ormai piuttosto normale che musei, istituzioni culturali e fondazioni abbiano la loro offerta di ristorazione, più raro è che questo avvenga anche per le gallerie d’arte private. Succede ad esempio a Piacenza, con il ristorante di Luigi Taglienti dentro la galleria Volumnia, ma molto prima - ormai da 5 anni - è successo a Milano, appunto grazie a questo progetto.
Il ristorante della galleria di design Rossana Orlandi
Succede grazie a Rossana Orlandi, una delle più geniali galleriste di design al mondo che da vent’anni - dopo una vita nel mondo della moda - ha aperto nella suggestiva Via Bandello uno spazio che è divenuto ben presto destinazione imprescindibile per collezionisti e appassionati. Intenzionata ad aprire uno spazio dedicato al buon cibo affiancato alla sua galleria, Rossana Orlandi si è alleata nel 2018 con un’altra super eccellenza del made in Italy: il gruppo Aimo e Nadia. E così il team di ristorazione condotto da Stefania Moroni con gli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani ha concepito un bistrot, un format più semplificato e accessibile rispetto all’alta cucina del Luogo di Aimo e Nadia. Gli oggetti della galleria, i tessuti e le carte da parati firmate Etro hanno fatto il resto ed è nato il BistRO, senza la “t” finale e con la desinenza “RO” che sta a significare manco a dirlo Rossana Orlandi.
Com'è il BistRO di Aimo e Nadia a Milano
Come è fatto questo spazio? Un affaccio intimo sulla strada, una sala iniziale col bancone del bar, un tavolo sociale, un divano, i tavolini per l'aperitivo. E poi sul retro la sala da pranzo con pochi coperti. Elementi di design dappertutto ovviamente, fino al bagno al piano di sotto. Insomma bel décor, bel progetto, bella idea, persone importanti dietro. Bene, ma c’è di più: c’è da dire che in questa fase storica della sua vita, ad un lustro dal debutto, questo ristorante è una delle tavole più sorprendenti della città. Un bistrot d’autore condotto in maniera magistrale da una banda di giovani che non supera i 30 anni d'età media. Per l’appunto la chef, Sabrina Macrì, e la maitre, Beatrice Perin, hanno sessant’anni in due. Beatrice ne ha 33 e tantissima esperienza rock&roll in svariate insegne milanesi rilevanti come Manna, Al Mercato o Distreat; Sabrina ne ha 27 e prima di prendere in mano le cucine del BistRO ha lavorato a Venezia col gruppo Alajmo e poi nella casa madre Aimo e Nadia. Da un anno la strana coppia (Beatrice spigliata, interattiva e dissacrante, Sabrina composta, riservata e precisa) si è composta al BistRO e porta avanti il progetto con risultati che purtroppo (o per fortuna?) non sono particolarmente attenzionati dalle mode e dalle cronache gastronomiche della città.
Cosa si mangia al BistRO di Aimo e Nadia a Milano
Beatrice e Sabrina collaborano fin dal bar. Dove la prima prepara una linea di cocktail ben centrati (tra gli 11 e i 15€) e la seconda propone un bar-menu pieno di comfort food tipo vitel tonné, mondeghili, pappa al pomodoro o tartare di fassona (tutto attorno ai 12€). Ma poi è di là, nella sala da pranzo, che avviene la magia vera. “I piatti sono sempre pensati in collaborazione con Fabio Pisani e Alessandro Negrini del Luogo di Aimo e Nadia ovviamente, però piano piano devo dire che stiamo prendendo la nostra autonomia” racconta Sabrina Macrì a CiboToday. Il menu che abbiamo assaggiato ha rappresentato la quintessenza di come dovrebbe essere una cena autunnale capitata proprio nei primi giorni di basse temperature. Qualche piatto? Capunet alla piemontese con tartare di fassona, bagna cauda e balsamico di Modena; Lenticchie al coccio, mazzancolle e castagne croccanti; Risotto cime di rapa e seppia al nero mantecato all’olio d’oliva; Stinco di maiale sfilacciato alla vaccinara con burrosissimo purè di patate calabresi (omaggio alle terre di origini della chef) e ancora Cavolfiore arrosto nappato con salsa alle noci e cialda di liquirizia.
Infine, prima del babà finale, una zuppa di trippa servita in crosta dopo essere stata insaporita con del midollo. Una mano felice e di grande identità su ogni piatto quella di Sabrina Macrì. Personalità, gusto, eleganza e appagamento. I prezzi? Due portate costano 70€, tre 95, quattro 115 mentre servono 130 euro per fare il menu degustazione composto da sei pietanze. Il piatto che ha convinto di più il pubblico in quest’ultimo anno? “I bottoni di pasta fresca farciti di fegato alla veneziana, cipolla e riduzione di aceto di mele non riusciamo a toglierli dal menu” ci raccontano Sabrina e Beatrice. E poi, aggiungiamo noi, qui potete trovare (al costo di 110€) una degustazione di quattro piatti storici del Luogo di Aimo e Nadia, un’insegna che a Milano da oltre 60 anni articola una cucina di eccellenza che dopo decenni riesce ancora a proporre alla città progetti freschi come questo BistRO, che per molti resta un indirizzo da scoprire.