Apre a Roma Veleno. Il nuovo Pasta Bar e cocktail bar di Luciano Monosilio
Il 16 maggio lo chef considerato dal New York Times “The King Of Carbonara” apre un locale sotto il suo ristorante. Drink a base di pane, pomodoro, Parmigiano. E piatti di pasta in abbinamento
Il 16 maggio 2023 apre le porte a Roma — o meglio, dischiude le tende — un nuovo progetto di Luciano Monosilio. Lo chef di Albano Laziale classe ’84 raddoppia con una proposta complementare a quella del ristorante che porta il suo nome. E lo fa nella medesima sede, con un’iniziativa spin-off dedicata a miscelazione e primi piatti che occupa il piano sottostante. Dal suo avamposto a due passi da Campo de’ Fiori ci ha raccontato la novità in anteprima.
Chi è il cuoco Luciano Monosilio
Se avete mai chiesto a un romano un consiglio su dove mangiare una carbonara a regola d’arte, è molto probabile vi abbia indicato quella di Monosilio. Una firma affinata con anni di gavetta: dal ristorante della famiglia Roscioli (altra acclamata carbonara), alle cucine di Fulvio Pierangelini e Mauro Uliassi. In seguito, un giro a Città del Capo e poi il rientro in italia, dove si perfeziona con Enrico Crippa al Piazza Duomo di Alba. Infine il sodalizio di lungo corso (ben 8 anni) con Alessandro Pipero, insieme al quale riceve una stella Michelin nel 2012. Tra i suoi meriti c’è quello di aver elevato il primo con uova e guanciale a ricetta di culto anche in alta gastronomia, ma altri assi nella manica Monosilio li ha messi in gioco nell’impresa personale avviata nel 2018: Luciano Cucina Italiana.
L’ingrediente feticcio resta la pasta — tanto protagonista da guadagnare un pastificio dentro il locale — maneggiata però senza integralismi o ossequiose riproposizioni di cose già note. Monosilio rielabora ispirazioni da tutta Italia, con tecniche raffinate e combinazioni audaci e poco banali. Proprio come non è scontata l’idea, recentissima, di servire la pasta insieme ai cocktail.
Il nuovo cocktail&pasta bar Veleno a Roma
Un meta-locale dentro al ristorante, uno spin-off al quale si accede scendendo le scale, dove sorseggiare un miscelato o partecipare a eventi e degustazioni. Come mai questo nome? Perché se è vero che “è la dose che fa il veleno”, come prescriveva Paracelso, “anche gli scarti della cucina, i semi-lavorati e gli avanzi ancora ottimi possono riprendere vita e diventare protagonisti in miscelati sorprendenti”, spiega Monosilio. Ciò è possibile grazie a buona tecnica, ricerca e creatività.
Estroso è anche il progetto del locale a firma dell'architetto Francesca Contuzzi e dell'interior designer Melissa Fabiano di studio FraMe, che consegna un luogo in contatto con il ristorante superiore, “ma anche con una bella cesura”, racconta il patron: “Avevamo già qualche tavolo in basso, ma ho messo a frutto meglio lo spazio insistendo sull’idea di abbinamento cibo — cocktail. Che in questo momento è molto apprezzata dalla clientela internazionale ma incuriosisce anche i clienti affezionati”. Dalla sala luminosa nei toni caldi si passa — attraverso una tenda nera — a un cocktail bar dalla palette notturna, con giochi di luci indirette e neon. Tutto “grigio cemento” e “nero lampione”, con accenti “verde vipera” e pavimenti in resina. Il centro della scena lo occupa il bancone, una station in foglio di ferro che disegna dal piano al poggiapiedi in continuità. “Il cocktail bar sarà aperto tra le 18 e l’una, e i clienti potranno raggiungerlo direttamente e poi ordinare dalla cucina. Qualsiasi piatto. Mentre dopo le 23 avremo sottoli e pane burro e alici. Viceversa, anche nella sala superiore serviremo drink, soprattutto quelli del repertorio classico”.
Cosa si mangia e si beve da Veleno. E quanto si spende
Sulla carta delle bevande di Veleno Pasta Bar ci sono, appunto, i drink internazionali, “oltre a 10 proposte inedite sviluppate dal bar manager Luca Fanari. Ha lavorato da Freni e Frizioni a Roma e poi al NoMad Hotel di Londra. Quando è tornato è diventato mio cliente e l’ho voluto coinvolgere nel progetto. Non prima di fargli vivere per un paio di mesi la sala, per capire bene come lavoriamo e le aspettative dei clienti”.
Come è nata l’idea? “Ho tanti amici che si occupano di miscelazione ad alti livelli, come Patrick Pistolesi, Leonardo Leuci e Christian Bugiada. Mi hanno molto ispirato, ma ho declinato la cosa a modo mio”. I drink di Veleno, infatti, sono progettati ognuno intorno a singoli prodotti, “che ruoteranno in base alla stagione, ma che arriveranno dallo stesso paniere della cucina, per valorizzare ogni ingrediente e farlo esprimere con il cibo. Soprattutto con la pasta”.
Qualche esempio? Insieme alla carbonara “superstar” di Monosilio arriva il Bread, un Negroni rivisitato a base di estratto di pane (15€), con l’amatriciana il Tomato, con Sherry e pomodoro (15€), mentre con la cacio e pepe il Parmesan, una miscela di vodka e latte di Parmigiano (17€). “Così il mio lavoro diventa autenticamente circolare. E allo stesso tempo parla a un pubblico più ampio. Penso non solo ai turisti, ma anche a tanti romani che vorrei venissero a trovarmi per provare qualcosa di nuovo”.