Anche per mangiare all’aperto a Torino, tra il Lungo Po e gli eleganti cortili, c’è un bel ventaglio di possibilità. Naturalmente non mancano i locali che d’estate si attrezzano con tavoli e sedute esterne, ma abbiamo voluto concentrarci su quelle insegne che godono di spazi ancora più gradevoli e suggestivi. La nostra mappa con 15 consigli per orientarvi tra ristorantini sulla prima collina con veranda nel verde e giardini segreti di trattorie del centro; piole contemporanee e birrerie con spaziosissimi dehors.
Antica Trattoria Con Calma
Siamo sulle dolci “precolline” che circondano il capoluogo, da raggiungere con un veloce tragitto di un quarto d’ora d’auto. È con calma, però, che vale la pena sedersi a tavola, soprattutto con la bella stagione e sotto il pergolato di uva fragola, che ha più di un secolo. Qui c’è spazio sia per i nostalgici di bagna caoda e finanziera (difficili ormai da trovare in giro) che per i vegetariani, e ci sono anche possibilità senza glutine. Si parte con l’antipasto misto della tradizione (13€), a base di acciughe al verde, tomino elettrico (condito con peperoncino e spezie e lasciato marinare in olio e aceto), vitello tonnato e carpaccio al gorgonzola. Si prosegue con timballo di riso o agnolotti ai tre arrosti (10-12€), per passare alla cotoletta grissinopoli (panata nei grissini sbriciolati, 10-13€) e finire in bellezza con l’immancabile bonet (6-7€). Prendete in considerazione anche il gran fritto alla piemontese: un misto “alla cieca” di costolette, salsiccia, verdure e cervella, insieme a zabaione, amaretti e semolini a rum e cioccolato. Per chi non teme le sorprese.

CasaGoffi
Quello di CasaGoffi è un vero e proprio giardino, e per di più affacciato sul fiume, che nelle sere d’estate promette ristoro e aria fresca. La carta per il “fuori casa” prevede delle belle tapas per accompagnare l’aperitivo — panelle con gamberi e salsa al pepe (9€) o pan brioche con lardo e ramassin (un tipo di susina, 7€) — oppure belle pinse (10-15€) e pizze al tegamino (8-13€): dalla classica margherita a quella più particolare con vitello tonnato. Ricordatevi che qui servono anche un ricco brunch, con uova in molte versioni e club sandwich (14€).

Decoratori e Imbianchini
Una trattoria con un animo benefico. Per essere più precisi, Decoratori e Imbianchini è un progetto di “economia civile” nato nel lontano ’35 dalla fusione di due società di mutuo soccorso (tra cui quella degli Operai, Decoratori e Pittori d’appartamenti di Torino). Oggi è un’impresa benefit, che comprende anche un gruppo di acquisto solidale e un calendario di eventi per coinvolgere la comunità. Nel piacevolissimo giardino, questa trattoria della tradizione non fa mai mancare acciughe al verde, insalata russa, giardiniera, vitello tonnato e altri monumenti della tavola piemontese. Scontrino medio di 40€.

Edit Brewery Torino
Edit nasce a Torino come birrificio nel 2017, insediandosi all’interno di un’ex fabbrica di cavi elettrici e dando un buon esempio di riqualificazione urbana. Oggi, nel quartiere Barriera di Milano, convivono molte anime: ancora il birrificio, ma anche una caffetteria, un cocktail bar, un pub con una ventina di vie per la birra e, naturalmente, un grande “garden” esterno. Va da sé che ci si possa fare un salto in ogni momento della giornata: dalla colazione con caffè specialty e croissant farciti (1,50€, 1,70€) al pranzo con agnolotti di borragine burro a salvia (12€) fino alla cena con l’Edit burger (5,50€). Non ci siamo dimenticati dell’aperitivo, a base di birre della casa o altre artigianali e qualche sfizio in accompagnamento.

La Limonaia
La Limonaia affaccia su un bel cortile che d’estate si popola di tavolini tranquilli. La sua cucina guarda fuori dai confini piemontesi, e preferisce intrecciare tante culture gastronomiche diverse. C’è il paratha sfogliato (un pane indiano) con pecora e stracchino di capra e il bao fritto con cavolfiore e pesto di erbe, i ravioli al capriolo con foie gras di faraona e chimichurri e la tarte tatin al finocchio, mascarpone e limoncello. Per un bel viaggio intorno al mondo si può optare per il menu degustazione: un misto di carne e pesce con otto portate a 95€. Carta dei vini propensa al biologico e naturale.

Lao Torino
Dal 12 giugno 2023 i proprietari del già apprezzato Oh Crispa! – dal 2017 a San Salvario con la sua proposta di street food della Cina meridionale – hanno raddoppiato con una nuova sede, più ampia, in centro città. La piazzetta che d’estate accoglie i tavoli è deliziosa, per rendere ancora più piacevole una sosta per assaggiare specialità come i xiao long bao (8€), ravioli artigianali di Shanghai con ripieno di brodo e maiale, così come i gua bao (6€), i panini taiwanesi ripieni di carne; poi baozi (7€) e dan dan mian (10€), ovvero i noodles tipici del Sichuan con ragù di carne di maiale, arachidi tostate e salsa piccante.

Osteria Andirivieni
Bella d’inverno — con una sala moderna con skateboard che fungono da mensole — e anche d’estate, con il bel cortile attrezzato all’interno di Cascina Roccafranca. Insieme alla caffetteria omonima, l’osteria Andirivieni è gestita dalla Cooperativa Sociale Raggio, che lavora per coinvolgere persone con fragilità e supportare processi di inclusione sociale. Conveniente il menu degustazione a 38€, da scegliere tra territorio, vegetale e “menu osteria”, secondo la fantasia più fusion della cucina. A pranzo la carta è snella e gestibile, mentre a cena (e nel weekend), si spazia da lingua marinata al tamari con mango e maionese all’anatra pulled con ananas e chips di fave; dai plin al burro, cipolla e salsiccia di Bra al diaframma di vitello con verdure acidulate, fino al dessert a base di melone, lavanda e liquirizia. Oppure alla più classica delle degustazioni di formaggi.

Osteria Antiche Sere
In un quartiere un po’ defilato rispetto al centro, l’Osteria Antiche Sere è uno degli indirizzi più affidabili della città. Particolarmente godibile d’estate, quando è a disposizione anche il piccolo giardino interno. Tutto parla di tradizione, dall’arredamento classico alla carta che enuncia piatti familiari, riconoscibili e a volte (purtroppo) anche un po’ “fuori moda”. Qualche esempio? Stinco di maiale e crespelle alle erbette, fritto di cervella, polenta e salsiccia. Poi zabaione con le meringhe. Il tutto a prezzi assolutamente competitivi (in media si spendono 30€).

Ristorante Giudice
Siamo a due passi dal centro, eppure si respira aria di collina (e in effetti si sale un poco di altitudine), specie nella veranda esterna circondata dal verde. Questo ristorante è stato aperto nel 1944 dalla famiglia che gli ha dato il nome e, anche se a condurlo ora ci pensato altri bravi chef, la tradizione è ancora il punto di partenza. Non senza, però, qualche accento creativo. Il menu degustazione costa 75€ e gioca con terra e mare, tra polpo su crema di avocado e gel di aglio nero e risotto zafferano e liquirizia, ma anche sottofiletto di vitello con crema di patate e soufflé al timo e lemongrass con sorbetto alle fragole. Oltre a una buona carta dei vini, ce n’è anche una dedicata ai soli tè. Per intenditori.

Snodo
All’interno delle Officine Grandi Riparazioni — un hub creativo dedicato a innovazione e arte — Snodo mette a disposizione, nella bella stagione, un paio di centinaia di posti all’aperto, debitamente riparati da ombrelloni bianchi. Ci si può venire per colazione, sia dolce che salata, per un pranzo veloce oppure un aperitivo con birra e vini da tutta Italia. Ma anche per cena, quando si trovano burger e patate fritte (14€) e medaglioni vegani (14€), così come agnolotti del plin e tajarin ai pomodorini estivi (13€). Molto interessanti anche i miscelati, con una bella scelta di cocktail interpretati con creatività.

De Amicis - Art Bistrot
Sono passati 115 anni dal primo servizio del Ristorante De Amicis, situato in un affascinante locale storico provvisto di ampio cortile. La sua versione contemporanea strizza l’occhio, appunto, al bistrot, con piatti della tradizione italiana e anche specialità marcatamente piemontesi. C’è però voglia di spaziare, come ad esempio con i maritozzi con porchetta o trippa alla romana (10€) e addirittura lo spaghettone cacio e pepe, che guardano alla Capitale. Ma non temete: tartrà al peperone (un budino salato a base di uova, 11€) e scottata di vitello con bagna freida (una salsina di olio, aglio, acciughe ed aceto), sono lì a ricordarvi che siamo pur sempre in terra sabauda.

MagazziniOz
L’ingresso di questo ristorante dà su un cortile tranquillo ed elegante, che ha la fortuna di poter sfruttare con un buon numero di tavoli. È pure emporio e caffetteria e il suo obiettivo è anche quello di sviluppare progetti di formazione professionale dedicati a persone con disabilità e persone migranti. Proprio alle loro esperienze — si direbbe — si ispira il menu degustazione “Cena di Viaggio”, che per 30€ mette insieme cannolo greco di pasta fillo e gyoza; totani grigliati con insalata thai e chili con carne. Si finisce, poi, con una rassegna di tartufini brigadeiros brasiliani, torta pavlova dall’Australia e un nostranissimo tiramisù.

Petronilla
La chef Daniela Petrone — alias Petronilla — conduce un team tutto al femminile che è riuscito a ricavare, anche in città, un piccolo angolo di campagna. Oltre che della spesa, che si fa freschissima ogni giorno al mercato di Porta Palazzo, buona parte del merito va al delizioso giardino interno, pieno di fiori ed erbe aromatiche. Obiettivo di tutte è “dar da mangiare”, nel senso più materno e inclusivo del termine. Lo fanno preparando piatti sempre diversi, che magari cambiano dal pranzo alla cena, secondo disponibilità e stagione. Tra le proposte genuine e dirette che girano potreste trovare creme e zuppe di verdura (8€), poche (una tasca di pasta lievitata farcita) ripiene di carne o parmigiana di melanzane (5-6€), paste semplici ma ben fatte o secondi di carne. Per dessert ci sono torte e crostate sfornate quotidianamente e anche il gelato di Ottimo, uno dei migliori della città.

PoDiCiotto
PoDiCiotto è un circolo che si trova proprio sulla riva del Po. Se siete sportivi, sarà bello organizzare un incontro di calcetto. In quanto al post partita (per i giocatori, ma non solo) è comodissima la piola con tavolini colorati con vista sul fiume. Il menu estivo, quest’anno, propone tra gli antipasti l’hummus di ceci con carote (6€), vitello tonnato di fassona (9€) o friselle con pomodorini, acciughe e pesto (8€). Poi gazpacho al melone con prosciutto crudo croccante e stracciatella (10€), maccheroni al pesto di basilico e pistacchi (10€) oppure sostanziosi hamburger, classici o con salsiccia di Bra (9-10€). A pranzo, invece, per un piatto unico e un caffè si spendono 12€.

Cantine Risso
In questa storica piola (così si chiamano trattorie e osterie in Piemonte), il repertorio della tradizione a volte è interpretato con piglio moderno. Il giardino esterno completa un locale che nell’800 era una rimessa per cavalli ed è riparato e raccolto. Ci si può accomodare, volendo, anche solo per un aperitivo a base di taglieri e bruschette insieme a un calice di vino o a una birra fresca. La carta per la cena, invece, è sempre improntata alla stagionalità e alla filiera corta, con classici del posto come il risotto al Barbera e gli gnocchi al formaggio o ispirazioni extra-regionali come la pasta alla lucana con peperoni bruschi e mollica di pane. Per una cena, in media, si spendono 35€.
