Durante lo stop forzato della pandemia, le sorelle Roberta e Federica Garofalo hanno molto pensato al nonno e ai suoi tanti anni di lavoro in una grande azienda di prodotti per la gelateria. Entrambe impegnate in altro, hanno realizzato che il gelato avrebbe davvero potuto essere un punto di partenza — e anche un ritorno ai ricordi d’infanzia — per un progetto che non si limitasse ai soliti coni e coppette, ma che ci giocasse in tanti modi. Proprio come i bambini in un giardino. Questa è l’origine di Ficus, il chiosco dentro un parco tutto fiori e aiuole di Palermo dove il gelato diventa anche aperitivo (alcolico, proprio così), si assaggia in un vero menu degustazione e si mangia durante il brunch.
Le fondatrici di Ficus a Palermo
Quando le sorelle Garofalo hanno raccontato che avrebbero voluto creare un gelato a base di spiriti hanno ricevuto non poche occhiate dubbiose. “I Garofalo hanno da sempre dimestichezza con il gelato — il nonno ha lavorato per anni in Elenka — e sapevano quanto sarebbe stato complesso creare un prodotto che mantenesse la consistenza”, spiegano da Ficus, “ma ci hanno messo tanta inventiva e creatività e l’hanno avuta vinta”. Non provenire esattamente dal mestiere e ragionare fuori dagli schemi è stata una buona arma per Roberta, classe ’97 — che da Palermo si è trasferita a Milano per occuparsi di moda — e per la stessa Federica, di 10 anni più grande. Lei invece è rimasta in Sicilia e oggi è dietro al bancone di Ficus, dopo aver lavorato dell’azienda di famiglia che si occupa di tessili e divise per la ristorazione.
Ficus. Il chiosco nel giardino
L’idea di un gelato non solo dolce e non solo da passeggio, intorno al quale creare momenti di condivisione e convivialità, viene fuori nel 2020. L’effettiva messa a terra arriva nel settembre dell’anno dopo, quando le Garofalo hanno la possibilità di insediare un chiosco nel Giardino Duca di Serradifalco, un rigoglioso parco botanico su Via Dante fino a non molto prima in stato di abbandono.
Lontano dal traffico e di nuovo ben tenuto e curato, oggi ospita Le Serre — ristorante e lounge bar — oltre allo stesso Ficus, che l’hanno riconsegnato alla città con un’offerta gastronomica potenziata dalla gradevolezza del contesto. “Stare qui ci ha ispirato e siamo sicure che Ficus non esisterebbe senza il suo giardino. Lo teniamo presente non solo nella presentazione dei prodotti, che serviamo in vasetti, cassettine di legno e con degli accorgimenti che rimandano a fiori e giardinaggio, ma soprattutto nelle ricette”. Inoltre, i clienti del chiosco possono accomodarsi ai tavolini color verde salvia e sui divanetti oppure munirsi di cuscini e mangiare il proprio gelato direttamente sull’erba, in vero stile picnic.
I gelati di Ficus a Palermo
Ingredienti siciliani — con tanta frutta di stagione che incontra erbe officinali e spezie, in perfetto stile botanico — per i gusti “sobri”, almeno otto differenti. Negli abbinamenti, però, sono tutto meno che noiosi: cocco e pepe verde, mandorla con zenzero, cannella, carote e miele, più un gusto speciale che cambia ogni mese, e che in questo periodo ha l’aroma delle rose. Poi ce ne sono altrettanti “ubriachi”, la specialità della casa, perfetti per il tardo pomeriggio.
Qualche esempio, da mangiare e bere insieme? Cioccolato fondente con rum e arancia e ancora mango con vodka alla pesca e pepe rosa. Roberta e Federica hanno immaginato le ricette, che poi hanno preso forma in un laboratorio artigianale palermitano. Da lì arriva anche il gelato gastronomico, ovvero a base salata, servito in una sequenza di vasetti che compongono una vera a propria degustazione. Da consumare da soli o, ancora meglio, da condividere, arrivano palline di gorgonzola e mirtilli oppure mandorle salate con polvere di porcini. Ad accompagnarle focaccine e sfizi, per un aperitivo davvero completo (con uno scontrino medio di 8-10€).
Il brunch e i dolci di Ficus
Da Ficus il gelato non si mangia solo a merenda, quindi, ma durante tutta la giornata. Come anche nel brunch della domenica, quando il gelato si abbina a pancake caldi con sciroppo d’acero, brioche, pane di segale alla banana e plumcake.
Per cambiare, si sono i tartufi-gelato (che qui si chiamano “bulbi”), il “dolce in zolla” (un parfait con ricette variabili), il “germoglio” (la torta travestita da piantina) e il “dolce al mortaio” (a più strati, da infrangere con l’apposita paletta): il giardino tutto intorno, e anche da mangiare.