Una volta arrivati in cima alla scalinata di Piazza di Spagna, basta un niente per individuare l’ingresso dell’hotel Hassler. Di fronte alla facciata di Trinità dei Monti, bisogna guardare giusto un po’ più a destra, verso il palazzetto a sei piani con porta in cristallo e concierge in livrea. Quella, dal 1921, è la casa della famiglia Wirth, che ha rilevato la proprietà edificata nel 1893 da Alberto Hassler. Mentre Roma è sempre più “colonia” di grandi catene alberghiere internazionali — dal Bulgari al W, dall’Edition ai nascenti Corinthia ed Evok, per non citare lo storico Hilton — questa struttura 5 stelle lusso ha una sua peculiarità: alla guida restano i giovani Veruschka e Roberto Jr. Wirth, terza generazione di un lignaggio di albergatori che ha accolto star internazionali, reali e altri incredibili personaggi da tutto il mondo.
La storia dell’Hassler, la “casa delle star” a Trinità dei Monti
Un edificio del tutto raso al suolo e rinnovato nel ’39 da Oscar Wirth, addirittura requisito e usato come quartier generale dalle truppe alleate durante la seconda guerra, poi riaperto al pubblico in grande pompa nel ’47.
Da allora sono decine gli ospiti di rilievo che hanno attraversato la lobby tutta marmi e specchi per accomodarsi nelle spaziose suite e firmare il “libro d’oro” dell’Hassler: dalla famiglia Kennedy al Principe Ranieri di Monaco con Grace Kelly; da Pablo Picasso a Steve Jobs; da Diana e Carlo d’Inghilterra a Madonna, che durante la permanenza per il lancio di “Evita” si è affacciata per cantare Don't Cry for Me Argentina verso Piazza di Spagna.
Poi i fedelissimi Russell Crowe e Tom Cruise, “che continuano a sceglierci per la vacanze in famiglia; sono sicuri di avere il massimo della privacy”, racconta Veruschka Wirth, che con il fratello gemello ha preso le redini alla scomparsa, nel 2022, del padre Roberto. Storie, vicissitudini e aneddoti che sono stati raccolti con testi e foto nel volume “Hassler Roma”, edito da Maretti Editore proprio in occasione del 130mo compleanno.
Il ristorante e la terrazza Imàgo dell’hotel Hassler
L’offerta dell’hotel si completa con una gastronomia di uguale livello, a disposizione degli ospiti ma anche del pubblico non “residente”. Si tratta dell’Imàgo, ristorante forte di una delle viste più scenografiche della Capitale, condotto dal 2019 dal 32enne Andrea Antonini. A disposizione degli ospiti anche la terrazza al settimo piano, dove ci si può accomodare per un drink, un caffè o un pasto leggero, tenendo sott’occhio praticamente tutta la città.
Lo chef romano ha inanellato esperienze con Roy Caceres, Quique Dacosta e i fratelli Roca in Spagna, poi Enrico Crippa al Piazza Duomo di Alba, prima di rientrare in città e contribuire alla rinascita della ristorazione d’hotel. Parlano italiano forte e chiaro, i suoi piatti, idonei a far conoscere agli stranieri la cucina nostrana e insieme stupire chi già la conosce con tecnica e ricercatezza nella presentazione. Il menu da tre portate costa 180€, quello più completo 210€, con la possibilità di assaggiare una pasta alla checca e un abbacchio con patate in versione “deluxe”. Per iniziare, un altro classico in veste nuova: l’“Imago’s Pizza”, una meringa di acqua al pomodoro con polvere di pomodoro e crema di fiordilatte, servita in un piccolissimo cartone da asporto.