Pochi sono i cocktail consegnati alla storia come il Martini. Dritto, minimale, elegante e senza tempo, ambasciatore di un mondo sofisticato fatto di riti e gestualità. Al Martini Cocktail sono dedicate agiografie che non sono riservate nemmeno a un divo del passato, tanto dalla comunità globale di bartender che dai media in generale. Film, pagine di letteratura, brani musicali e a Milano anche una Martini Room. L’idea viene da Dom Carella, barman e proprietario del cocktail bar Cà-Ri-Co in zona Sant’Agostino. Approfittando del World Martini Day, il 19 giugno di ogni anno, vi raccontiamo di cosa si tratta.
La Martini Room di Cà-Ri-Co a Milano: cos’è
“Un percorso per i gaudenti e appassionati del re dei drink. Uno spazio realizzato per vivere un’esperienza immersiva, romantica ma moderna e tutta incentrata sul Martini”. Dice Domenico Carella, che inaugura nel 2021 quella che è ancora oggi la prima Martini Room nel mondo. Tanti sono i locali che servono questo cocktail, ma nessuno gli hai mai dedicato uno spazio dove a parlare è esclusivamente questo mitico cocktail. Si potrebbe definire un culto che qui viene celebrato ogni sera, in maniera del tutto particolare. Infatti la Martini Room è “una stanza dove si acquista del tempo” – spiega Carella – “un luogo sospeso e completamente estraniato dal resto del mondo. Le persone acquistano uno slot di 30, 60 o 90 minuti dove va in scena un percorso multisensoriale tra miscelazione e cucina”.
La Martini Room di Cà-Ri-Co a Milano: come funziona
La Martini Room di Cà-Ri-Co è insomma una stanza nascosta nel locale principale, vi si accede oltrepassando un pesante tendaggio e ci si accomoda in un ambiente minimale dai tratti brutalisti. Al centro domina un bancone a mezza luna, con 7 sedute a ferro di cavallo per gli ospiti che guardano il bartender. “I Martini cocktail sono free flow, ovvero sono creati sul momento tenendo conto delle preferenze del cliente, e accompagnandoli nella scelta”. Perciò Dry Martini, Gibson, Vesper, Dirty e altri twist: si passa dai classici alle versioni più originali, con un servizio su misura e in numero illimitato, grazie anche alle coppe da mezzo drink. A completare questa esperienza sensoriale, supportata dai giochi di luce sul bancone e la playlist musicale, la proposta gastronomica curata dallo chef Leonardo D’Ingeo. Il prezzo? 30 minuti d’esperienza costa 30€, per chi desidera un aperitivo, 60 minuti a 50€ per una sorta di light dinner con 4 piccoli piatti e infine 90 minuti per 70€ per un’esperienza completa con 7 piatti.
Il Martini Cocktail: cos’è e come si beve
Cocktail leggendario, il Martini ha origini incerte. A base di gin e vermut dry, non ha nulla a che fare con il celebre marchio italiano “Martini”, e numerose sono le ipotesi circa la sua genesi. La tesi più plausibile vuole che il cocktail venne creato da un tale Martini originario di Arma di Taggia, il quale servì per primo il drink nel 1910 a New York presso il Knickerbocker Hotel in onore di John D. Rockefeller. Secondi alcuni invece venne inventato nel 1860 dal barman Jerry Thomas, chiamato il professore, un personaggio diventato poi leggendario nel mondo della mixology. Con oliva, oppure con scorza di limone o con cipollina, il Martini Cocktail può essere gustato in numerose varianti: Sweet Martini, Martini Perfect, Vesper Martini, Martinez o Gibson, tutte deviazioni consentite dalla versione originale e certificate dalla IBA – International Bartenders Association. Tutte da sperimentare in questo piccolo tempio milanese del bere miscelato.