Chi abita nella Capitale se ne sarà accorto: l’autunno romano non sembra intenzionato a manifestarsi, tra temperature alte e belle giornate che promettono un’ottobrata di quelle memorabili. Particolarmente azzeccato, dunque, il tempismo della recente inaugurazione di Slice sul lungomare di Ostia. Una pizzeria che punta forte sulle “fette” farcite, la pizza romana e al padellino e i cocktail ben confezionati.
Slice, il nuovo locale sul lungomare di Ostia
Di Cristiano Giacometti e Valerio Mazziotti è l’idea di ampliare con un avamposto ancora più “pop” il già rodato Capanno Beach Club, altra loro creatura a pochi passi dal nuovo Slice. Ancora una pizzeria? Sì, ma quella aperta pochi giorni fa è un po’ diversa dal solito immaginario. Una sala interna capace di contenere un centinaio di coperti cui si aggiunge un dehors da ulteriori 20, arredati con un occhio al design nella scelta dei materiali e nell’allestimento. Tutto linee fluide, accenti blu (siamo pur sempre al mare) e opere super pop dell’artista Eghna alle pareti. “Dopo il successo del Capanno, abbiamo deciso di affrontare una nuova sfida, portando a Ostia un progetto da fare vivere a tutti”, spiegano i fondatori, “siamo molto legati al territorio e la nostra idea è quella di portare qui qualcosa di nuovo”.
Le pizze “a fette” di Slice a Ostia
A gestire la cucina provvede il giovane David Boncompagni, 26enne romano con esperienze importanti. Sia in cucina, al Molo Bastianelli di Fiumicino, che in pizzeria, con quattro anni a fianco di Pier Daniele Seu al suo Seu Pizza Illuminati di Roma. La sua proposta si articola su tre preparazioni. C’è la romana, sottile e croccante come tradizione vuole, proposta con le ricette classiche (Marinara, Margherita e Napoli a 8, 9 e 11€) o farcita in modo meno convenzionale.
Ad esempio la Texas Chicken, con pollo marinato, crema di patate alla senape e maionese alla birra stout (16€). La romana si taglia appunto anche a fette e farcisce con la classica mortazza, oppure con hummus e misticanza e ancora con cotto, emmental e fior di latte. Poi c’è il padellino, ancora una volta spicchiato e riempito, tra gli altri, con burger di manzo, cheddar e ketchup fatto in casa (la Poldo, 7€). Per il comparto dolce una bella novità: la Brusweety, una bruschetta dolce di pan brioche caramellato e tostato, proposta al pomodoro confit con marmellata di pomodoro e basilico, ai tre cioccolati e lampone e in una divertente versione “colazione all’italiana”, con crema al cornetto e spuma al caffè (7€).
Un menu che varierà al ritmo delle stagioni, dove le farine del Mulino Paolo Mariani sono lavorate con lunghe levitazioni e cotte in forno ibrido legna e gas. Si comincia però con i fritti di scuola “contemporanea”, dal classico supplì (3€) alla frittatina di pasta al forno, con maccheroncini panna, prosciutto e piselli (5€).
La proposta cocktail di Slice
Il bancone centrale con fornita bottigliera, lampante dall’ingresso, testimonia la posizione verso il beverage: con la pizza ci stanno benissimo i cocktail. La responsabilità è di Valerio Trimonti, bartender classe ’91 che ha disegnato una carta con sette sezioni.
Ci sono i signature — da assaggiare Fake Beer, un long drink che mima le sembianze di una bionda (12€) — le rivisitazioni del Martini e anche una gradita parte di analcolici. “Quando si pensa alla pizza, il primo abbinamento che viene in mente è accostamento con la birra”, spiega Trimonti, “da Slice vorrei però rompere questa ‘tradizione’ e fare arrivare al cliente che anche un buon cocktail può essere una scelta azzeccata”.
Per i più tradizionalisti, in ogni caso, birre, bollicine e distillati.