Si chiama Graya il nuovo ristorante della famiglia Ceraudo, che dal remoto e fertile territorio di Strongoli, in Calabria, raddoppia il proprio impegno al Parco Regionale dei Colli Euganei, alle porte di Padova. L’epopea di questa importante azienda agricola calabrese nonché della chef Caterina Ceraudo, sposta le proprie coordinate geografiche e diversifica l’attività con una nuova apertura a partire dal 6 ottobre 2023 all’interno del Golf Club di Padova, a due passi dalla seicentesca Villa Barbarigo e non lontano dal bacino termale di Abano e Montegrotto. Graya sarà un bistrot e manterrà una profonda connessione con lo spirito agricolo della famiglia Ceraudo, da sempre pionieri di un’agricoltura biologica rispettosa del territorio: “Dopo anni di consolidamento delle attività di Ceraudo e Dattilo, abbiamo deciso che era arrivato il momento di diversificare. L’apertura di Graya all'interno del Golf Club di Padova nasce con la stessa ottica di crescita e di sviluppo delle nostre competenze e della nostra storia” ci spiega Caterina Ceraudo, classe 1987, un periodo di formazione a fianco di Niko Romito e dal 2012 alla guida della cucina del Dattilo a Strongoli, il ristorante di alta cucina dell’azienda familiare.
Graya, il nuovo ristorante del Golf Club di Padova
All’interno del Golf Club più antico di Padova, fondato nel 1962 con 27 buche adiacenti l'antico castello della famiglia Emo Capodilista, il Graya rappresenta l’occasione per i Ceraudo di mettere a “a sistema il know-how acquisito a beneficio di ulteriori iniziative imprenditoriali”. Una nuova scommessa che non nasce per caso ma che è frutto di una valutazione attenta rispetto a diverse opportunità avute e dopo diversi anni passati dalla famiglia a cercare attività che potessero differenziare e ampliare l'attività in Calabria. L'obiettivo di sbarcare a nord, insomma, non è arrivato in maniera casuale.
Il legame con le origini della famiglia Ceraudo emergono fin dal nome. Graya, infatti vuol dire donna in arbëreshë, una minoranza etno-linguistica albanese storicamente stanziata in Italia meridionale e in Sicilia di cui Roberto Ceraudo (padre di Caterina e carismatico fondatore dell’azienda) vanta le proprie origini. La cucina seguirà l’impostazione che la chef adotta da Dattilo, ma in maniera più informale: materie prime stagionali, biologiche e sostenibili, ricette territoriali figlie di questo area geografica che verranno eseguite da Sante Longo e Cristian Vuono, gli executive chef. Infatti Graya non sarà un ristorante gastronomico ma un bistrot più alla mano, sempre nel solco dell'iper qualità. Al Golf Club sarà possibile anche fermarsi in una delle sette camere al secondo piano della Club-House, che aprirà per l’occasione il suo relais. Una esperienza che in qualche modo replica quella calabrese, visto che dai Ceraudo oltre che per mangiare alla tavola di Caterina ci si può fermare per dormire e soggiornare in una struttura rurale indimenticabile circondata dai vigneti dove la famiglia produce premiatissimi vini. Prove generali già il 22 settembre, nonostante l'apertura ufficiale sarà il 6 ottobre, con la cena per beneficienza con la Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca per le malattie oncologiche femminili.
L’azienda Ceraudo e la sua attività in Calabria
Agricoltura biologica, cucina gourmet, ospitalità, produzione di vino, olio, e l’orto da cui arriva la totalità delle verdure del ristorante Dattilo, regno della chef Caterina Ceraudo. Un racconto che parte da un territorio, senza il quale perderebbe filo e sostanza, ovvero la Calabria che qui a Contrada Dattilo mostra una spiccata vocazione alle colture di pregio (gli ulivi, tanto per dire, sono creature incredibili “e sto cercando di farli tutelare dall’Unesco” ci racconta Roberto Ceraudo). L’azienda agricola Ceraudo, che lavora in biologico già dagli anni ’80 con un approccio a dir poco pionieristico, è oggi azienda pilota a livello regionale per la sperimentazione di metodi alternativi alla chimica nei campi, vanta una produzione di 9 qualità di vino tra vitigni internazionali e molti autoctoni come il gaglioppo. L’oliveto è la parte più consistente della tenuta, si estende per ben 37 ettari, e qui viene coltivata le varietà autoctona carolea, tonda di Strongoli. Il signor Roberto ci tiene a sottolineare, anche facendosi forza con alcuni ritrovamenti archeologici custoditi nella chiesa del borgo di Strongoli, come la tradizione del vino sia da queste parti ancestrale.
Dall’orto si autosostiene invece il ristorante Dattilo, uno dei motivi che l’hanno portato alla stella verde Michelin, e da cui provengono i prodotti trasformati dell’azienda Ceraudo, dove lavorano anche gli altri due figli di Roberto, Giuseppe che si occupa di coltivazione e produzione e Susy Ceraudo che si occupa di amministrazione e commercializzazione oltre che dell’ospitalità, ovvero le affascinanti camere di cui è dotato questo antico borgo rurale. Spiega Caterina Ceruado che prima di essere chef è anche enologa con una laurea all’Università di Pisa: “Da qualche anno infatti abbiamo ampliato il nostro business dando vita a nuovi progetti come la linea NATURALMENTE composta da succhi di frutta e marmellate, tutti provenienti dall’azienda agricola della famiglia ed il nuovo Vermouth Giacobini”. Un universo di specialità da ritrovare direttamente a Padova, nel nuovo Graya, unitamente alla visione agricola di questa famiglia piuttosto unica.