La brigata di cucina più giovane d’Italia la trovate da Trattoria contemporanea, capitanata dallo chef Davide Marzullo. Siamo a Lomazzo in provincia di Como, a soli pochi chilometri da Milano. L’età media? 25 anni. Sono tutti talentuosi e dirompenti, affiatati e capaci di fare squadra sia in cucina che in sala. Trattoria contemporanea è un ristorante di ricerca che vanta anche un altro primato, arrivato recentemente a solo un anno dall’apertura: la prima stella Michelin a sottolineare l’ottimo lavoro che Marzullo e soci stanno svolgendo. Infatti Davide è lo chef più giovane in Italia che ha raggiunto questo traguardo, a soli26 anni e tanta gavetta alle spalle. Quello che stupisce qui sono le storie e i percorsi personali che si intrecciano in molti casi già dalla scuola alberghiera, per poi incrociarsi nuovamente all’interno di questo progetto gastronomico. In primis un gruppo di amici, poi anche colleghi che coordinano un ristorante improntato ad accogliere gli ospiti senza formalismi. Tratto principale di questo ristorante? Essere divertente e allo stesso tempo competente, tanto nei piatti quanto nell’atmosfera.

Davide Marzullo e la sua storia

Lo chef Davide Marzullo, classe ‘96, ha le idee ben chiare e una passione contagiosa per la cucina e l’hospitality in generale. Si mette alla prova in diverse cucine in giro per il mondo, tra cui il ristorante Hibiscus e il Connaught a Londra, il The Market Place a Como e il Noma di Copenaghen. Queste esperienze lo aiutano ad affinare le tecniche, sviluppare la sete di ricerca per la materia prima e comprendere gli aspetti più difficili del lavoro in cucina. Partecipa, nel 2019, ad Antonino Chef Academy, vincendo il programma e un’esperienza lavorativa a Villa Crespi, a fianco dello chef Cannavacciuolo. Ma tutto parte ben prima, durante l’alberghiero, momento in cui conosce i suoi amici di sempre ora assieme a lui da Trattoria Contemporanea. “Andrea, Elena, Mattia e io ci siamo conosciuti alle scuole superiori e siamo diventati amici condividendo tante esperienze. A 19 anni ci siamo trasferiti a Milano Marittima, abbiamo imparato tanto e ci siamo divertiti. Abbiamo conosciuto Christian solo più tardi ma ha saputo farsi voler bene. La brigata di Trattoria nasce da una grande amicizia, da persone diverse che hanno la volontà di crescere a fianco”. Spiega Davide Marzullo ripercorrendo la storia.

La Brigata di Trattoria contemporanea

Andrea Noto, Elena Orizio, Christian Malatacca e Mattia Piotto, tutti di 26 anni, sono ora al fianco di Davide in questo percorso. Le loro strade si sono divise per poco, ognuno con un proprio percorso fuori e dentro i confini italiani, per poi scegliersi nuovamente e dare vita a Trattoria Contemporanea. Andrea e Christian sono i secondi chef di Davide, che portano all’interno dei piatti quei gusti internazionali che hanno acquisito durante le loro esperienze tra Oceania e ristoranti orientali. Elena Orazi invece si occupa dei dolci, è la pastry chef (la pasticcera) della brigata, inizia già a lavorare a 16 anni, rimane qualche anno a Como, poi parte per Londra, Copenaghen, il Piemonte e Saint Moritz. Mattia Piotto è compagno di classe di Davide, Elena e Andrea, e coinquilino di Davide durantel’esperienza a Villa Crespi. Dopo vari stage scolastici, ha lavorato per altri sette ristoranti tra Italia e Svizzera prima di approdare in Trattoria Contemporanea dove oggi è il sommelier. E a chi dice che i giovani non hanno le idee chiare o non vogliono lavorare, Davide e team rispondo così: “Non è vero che i giovani non vogliono lavorare nella ristorazione. Molti – e non è un problema d’età – non credono più nel settore per i sacrifici che questo lavoro comporta, sia per le infinite ore in cucina, sia per la remunerazione. Tutti dovrebbero essere in generale più tutelati”. Un lavoro svolto all’unisono e che si compone di tante altre figure, tutte indispensabili al risultato finale: come Miguel Taka e Federico Fabiano, rispettivamente 18 e 19 anni.

Trattoria contemporanea e il Campus innovativo

Davide Marzullo ammette di essere fortunato ad avere avuto insieme agli altri l’opportunità di potere esprimere liberamente la propria idea di cucina e di servizio. Trattoria contemporanea si trova all’interno di uno spazio ibrido. Si tratta di Fabbrica campus, un luogo realizzato dall’idea di quattro imprenditori locali, gli stessi di Trattoria. Co-working, co-learning, sale meeting ed eventi, corsi di formazione e sport, a far da cornice a questo ristorante che ne accoglie a pieno le caratteristiche più innovative, pur guardando con un occhio sempre al passato. In effetti Trattoria contemporanea sviluppa una cucina che s’ispira alla tradizione, rispettosa delle materie prime e del territorio, utilizzando molto spesso ingredienti poveri e ricette contadine, a omaggiare la denominazione stessa di trattoria. 

Trattoria contemporanea a Lomazzo. Cosa si mangia e quanto si spende

Lo fa guardando avanti, rileggendo e interpretando in maniera attuale e soprattutto divertente ogni piatto, con tecnica e conoscenza. Tre i menu degustazione: Istinto, con quattro portate tutte vegetali e rigorosamente di stagione (85€); Passione, ovvero le cinque portate che più identificano la cucina di chef Marzullo (100€); e infine Coraggio, il percorso più completo con sette portate a mano libera dello chef e brigata (120€). Tra i piatti più rappresentativi? Il ditalino Gerardo di Nola, birra scura del Birrificio LOB, parmigiano e aneto, un’esplosione di contrasti bilanciati sull’amaro. Mattia Piotto, sommelier, accompagna il percorso proponendo etichette di cantine poco conosciute insieme a sakè, infusi, kombucha, cocktail, tè e tisane; e per concludere il servizio di caffè con chemex coffee, caffè francese. Davide Marzullo insieme ai ragazzi di Trattoria contemporanea rappresentano una bella storia di instancabile voglia di fare la differenza, oltre ad essere la nuova generazione di domani. Davide conclude: “Siamo la brigata più giovane, ma questa è anche una difficoltà: gestire sedicenni non è semplice. Abbiamo però tutti iniziativa, voglia di fare, di crescere, di stare nel team. Insieme facciamo sport nel pomeriggio tra il servizio del pranzo e della cena, usciamo in gruppo quando è possibile, anche se questo lavoro è totalizzante. Abbiamo imparato a conoscerci bene, conosciamo i limiti e punti di forza di ognuno”.