“Pizza, piatti romani e dolci casarecci in un locale sobrio del 1918 con pareti colorate e pavimento in cotto” recita ancora la descrizione sotto la pagina Google dell’attività. A gennaio 2022 ci si accorge che Ulisse, storico ristorante-pizzeria di via Giuseppe Ferrari, nei pressi di Piazza Mazzini, quartiere Delle Vittorie a Roma, non tira più su la saracinesca. Negli articoli gli ex clienti e i negozi di vicinato imputano la chiusura all’aggravarsi dei conti dopo il lockdown. Come molte attività, dicono, non ha resistito al Covid e alle chiusure intermittenti.
Gli ultimi anni di una trattoria storica
Forno a legna, pizze basse e croccanti, un ambiente rimasto quasi immutato nel tempo, i piatti classici della ristorazione italiana di famiglia, quella con abbondanti spolverate di prezzemolo, tiramisù, pere al vino, supplì e spaghetti alla carbonara: questo era, almeno in parte, Ulisse. A dispetto del solito rammarico raccontato quando chiude un’attività storica, anche la qualità non aveva fatto particolari balzi in avanti e il servizio languiva in tempi lunghissimi. Insomma un indirizzo molto amato dai suoi frequentatori, che gli affibbiavano un giudizio più sentimente che qualitativo.
“Era il salotto del quartiere”
Alberto Rinaudo, commercialista e appassionato gourmet, ricorda la prima vita della trattoria, con la bella insegna d’altri tempi. “In queste mura ci sono cresciuto” ci spiega “era un luogo di ritrovo sia per le famiglie del quartiere, sia per i professionisti, soprattutto a pranzo. La sera era il tipico locale di decine di cene di classe o tavolate tra amici, con la loro pizza super classica, bassa e scrocchiarella. La cosa bella è che aveva un marciapiede che 5 mesi l’anno si trasformava in una sorta di salotto a cielo aperto con lunghe tavolate. Era un posto affidabile senza eccessive pretese che potevi frequentare da piccolo come da adulto”. Oggi lo stesso Alberto è testimone della rinascita del locale.
La riapertura di Ulisse, con il Bar Tombini annesso
Ulisse ha infatti riaperto il 16 ottobre, dopo più di un anno di chiusura, con una nuova gestione, spazi più ampli e il tentativo di alzare l’asticella pur mantenendo in vita l’atmosfera di un luogo senza tempo. Dietro la ristrutturazione c’è l’imprenditore Izhak Nemni, già proprietario di Baccano a Fontana di Trevi e Zanzara nel quartiere Prati. Da ultimo, suo anche Balagan.
Il locale è tornato in vita con uno spazio più ampio, acquisendo anche le metrature dell’allora bar Tombini all’angolo tra Via Giuseppe Ferrari e via Nicola Ricciotti, per un totale di 6 vetrine (tre della vecchia trattoria e tre del bar). Quest’ultimo luogo ha una sua storia nota anche alle cronache romane, giacché il Bar Tombini fu il luogo dove fu collocata una cimice nel gennaio 1996 dalle cui intercettazioni ebbe inizio l’inchiesta Toghe Sporche, mentre a Milano infuriava Mani Pulite.
Il nuovo menu di Ulisse: la storia che guarda al futuro
Oggi il locale può contare sia sulla memoria storica che su una squadra che ha firmato locali di successo per presentarsi con più coperti, un menu completamente rinnovato che presenta l’idea di una trattoria di alto profilo. In cucina lo chef Fabrizio Leggiero che ha lavorato presso diversi ristoranti, tra cui, sempre a Roma, Pierluigi e Harry’s Bar, vicino a lui il direttore di sala e sommelier Edoardo Pomponi. La parmigiana di melanzane, i rigatoni al sugo di involtini, i tonnarelli cacio e pepi, gli gnocchi di semolino, i saltimbocca alla romana con il purè di patate, convivono con il trancetto di ricciola ai funghi porcini e timo, i vermicelli ajo, ojo e vongole veraci (un piatto che non mancava mai nel menu dello storico Ulisse), il patanegra al coltello e la mortadella di polpo. Ricchissima oggi la carta dei vini, con tante referenze interessanti anche al calice, dove non mancano champagne e bollicine italiane. Prezzi dei piatti tra i 5 e i 23€ per i secondi.