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Lunedì, 11 Dicembre 2023
Street food

Tre fratelli siculo-persiani portano a Palermo un kebab che non c’era

Si chiama Jun il localino palermitano che riunisce cucine dal Mediterraneo e dal Medio Oriente con l’intento di usare la cucina per unire le persone

Mettiamo subito le mani avanti: qui il kebab è più un simbolo che un semplice cibo, e neppure il centro assoluto del menu di Jun, piccola insegna di qualità che ha aperto nel maggio del 2022 a Palermo. Dietro ci sono tre fratelli trentenni: Farhad, Shahin e Maziar. Quest’ultimo, che si definisce bonariamente “un jolly” perché nella vita fa anche l’attore, ci racconta da dove è spuntata questa realtà che ha una natura abbastanza difficile da incasellare.

Il kebab di Jun a Palermo

Siamo tre fratelli siculo-persiani” ci spiega Maziar “veniamo da papà iraniano e mamma siciliana. Dopo vari viaggi e tante esperienze fuori, chi in Spagna, chi a Milano, chi a Roma, abbiamo deciso di tornare a Palermo e continuare una tradizione famigliare, perché nostra madre aveva un ristorante a Palermo, i miei fratelli hanno sempre lavorato nelle cucine in giro per il mondo”. Da qui è nato “Jun” - che in persiano significa “caro” e si pospone al nome proprio di una persona - un locale pensato per l’asporto, il delivery e con qualche posto per mangiare anche dentro il locale (dove possono entrare circa una decina di persone) o all’esterno.

Una cucina di commistioni, che spazia tra Medio-Oriente e Mediterraneo

La nostra cucina vuole unire i popoli. Per noi è cultura e arte, ti permette di far coabitare delle culture che sono allontanate dalle guerre e dalle differenze religiose. In questo locale tutta la cucina del medio-Oriente e del Mediterraneo trova ospitalità. Puoi trovare un piatto libanese, uno greco o turco. È difficile qui parlare propriamente di cucina persiana proprio per questo, perché c’è una commistione di gastronomie. A Palermo (ma anche in Italia) la cucina persiana è ancora poco conosciuta mentre nel resto del mondo ci sono capitali in cui è particolarmente ricercata, con ristoranti di altissimo livello. Ogni settimana facciamo un giovedì persiano con piatti iraniani stagionali, uno vegetariano e uno con la carne, per sensibilizzare un po’ le persone su questa cucina sconosciuta che ha molti punti di contatto con quella italiana”.

La battaglia per un kebab buono e sostenibile, per tutti

Zafferano, pistacchio, rosa damascena popolano i piatti dell’Iran e anche quelli di Jun, un misto di delicatezza ed eleganza “mentre non ci sono così tanti piatti piccanti” aggiunge Maziar. “Il kebab è stato un modo per avvicinare le persone, perché è un alimento che conoscono un po’ tutti. Stiamo cercando però di combattere quell’ingiuria secondo cui il kebab è junk food, una roba che mangi alle 3 di notte ubriaco. Infatti noi lo facciamo anche in versione vegetariana e vegana”. Da qui intorno al kebab (con pollo, agnello, falafel ma anche tofu e prezzi tra i 6 e i 9€) si trovano anche i meze, gli antipasti da condivisione con hummus, arrosticino di entraña con diaframma di vitello grigliato al chimichurri, spanakopita e patate allo za’atar.

Jun Kebab with Love

Salse artigianali, carne halal e mango nel menu di Jun

E poi zuppe e insalate e le mitiche salse fatte in casa che spaziano moltissimo tra gli ingredienti. Per esempio la chipotilla, con peperoni affumicati e vaniglia, la maionese al chimichurri, la salsa libanese con yogurt, tahina e menta secca persiana. E poi birre, vini naturali, bevande analcoliche e materie prime che vengono soprattutto dalla Sicilia, tra cui alcuni piatti speciali con il mango che ormai si coltiva ampiamente anche nella regione. In tutto prezzi molto accessibili e carni allevate in Sicilia da produttori che sono certificati halal e dunque seguono metodi di lavorazione specifici che aprono il consumo anche a persone di origine musulmana. “Noi non scegliamo la clientela ma volevamo che fosse un posto aperto a tutti” chiude Maziar “per i giovani, per gli adulti, per gli operai che si fermano a pranzo, per le famigliole”.

Jun Kebab with Love
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