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Domenica, 10 Dicembre 2023
Street food

Storia della piadineria con la fila più lunga della Romagna

Il Campanone è un indirizzo un po’ nascosto che non si è mai fatto pubblicità sui social. Eppure c’è gente che viene qui da lontano, per aggiudicarsi una piadina che richiede molta molta pazienza

La Romagna vanta la densità più alta al mondo di piadinerie” potremmo dire anche se non esistono vere statistiche in merito. Allora vi chiediamo: quanto deve essere buona una piadina se fuori dal locale, nel cuore della Romagna, trovi sempre decine di persone che aspettano fino a due ore per poter magiare, al freddo d'inverno e sotto il sole cocente d'estate, rigorosamente in piedi?

E tutte le volte in cui è stato chiesto a chi scrive quale fosse la piadina più buona della Romagna la risposta è stata sempre la stessa: quella del Campanone, un’osteria nascosta sulla cima del borgo storico di Santarcangelo di Romagna, nell'entroterra riminese, proprio sotto alla torre campanaria da cui prende il nome. Nascosto anche perché se non lo conosci, il Campanone, non esiste: non è su nessun social, non ha un numero di telefono (e quindi, ovviamente, non prende prenotazioni), non si promuove con pubblicità. Però, puntualmente, è tra i locali più (e meglio) recensiti su TripAdvisor. E anche scoprirne la storia non è facile: Massimo, il titolare, è timido e non ama che si parli di lui. Ci proviamo, ma anche se ci conosciamo da più di 15 anni non vuole saperne di raccontarsi. Tutto quello che sappiamo è che i suoi genitori avevano questa storica osteria fin dagli anni '70, poi hanno lasciato a lui e a sua moglie la passione e l'attività.

Un locale nascosto tra vicoli e stradine

Andare a cena al Campanone richiede il superamento di una serie di sfide, a partire appunto dal riuscire a trovare il locale nascosto tra le case dopo aver parcheggiato - se siete fortunati troverete posto a qualche centinaio di metri, ma in ogni caso preparatevi alla camminata in salita. Le cose migliori, del resto, richiedono sempre fatica e sacrificio. Una volta arrivati, sudati e affamati, davanti all’osteria vi imbatterete in quella che è una delle caratteristiche di questa piadineria: la fila. Ora, sarebbe comprensibile se si trattasse di un locale esclusivo, se proponesse piatti esotici particolari. Ma stiamo parlando di piadina, e in Romagna ci sono più piadinerie che zanzare. Eppure la fila c'è, sempre e comunque, estate e inverno, a qualunque ora.

La piccola insegna vista da fuori

Perché c’è tutta questa fila in una “semplice” piadineria

Chi è del posto lo sa, per venire a cena qui bisogna organizzarsi, arrivando sempre per le 19, non più tardi. Se possibile, va evitato il weekend e scelta una giornata di pioggia, l'unica cosa in grado (fino a un certo punto) di scoraggiare un po' i clienti affamati. E soprattutto, in ogni caso, bisogna armarsi di pazienza e portarsi dietro qualcuno di simpatico: è l'unico modo per affrontare l'attesa, che può tranquillamente durare anche due ore. "Ma ne varrà la pena?", si domanda qualcuno appena arrivato in fondo alla fila.

La fila fuori dal Campanone

“Ci è capitato di aspettare anche al freddo e sotto la pioggia”

A questo punto chiediamolo direttamente a quelli che sono in fila. La prima che interpelliamo è Rossana, che di strada per arrivare qui ne ha fatta davvero tanta: "Sono romagnola ma abito in Argentina da più di 20 anni” ci ha raccontato “Ho un ricordo incredibile del Campanone, venivo a mangiarci già negli anni '90 e ne vale sempre la pena, non importa quanta fila bisogna fare". "Noi veniamo spesso da San Marino” dice una coppia in fila “La piadina è particolare, fatta con un mix di farine integrali, gli ingredienti di qualità, le farciture diverse. Poi noi ci fidiamo di Massimo, lasciamo fare a lui. L'attesa? Ci è capitato di aspettare anche al freddo sotto la pioggia, poco dopo Natale. Fa parte dell'esperienza, credo che se accettasse le prenotazioni non ci sarebbe così tanta gente. Qua è un po' come tornare indietro nel tempo".

Ancora fila sotto il cielo della Romagna

Com’è mangiare la (sudata) piadina del Campanone

Anche una volta superato lo scoglio della fila esterna, una volta dentro (o fuori se andate d'estate, sulla meravigliosa terrazza panoramica) dovrete aspettare a lungo prima di poter ordinare e addentare una piadina. Ma qui la noia si combatte a colpi di briscola o a calici di vino (straconsigliato il Barbera Cavalcaonte). Al momento di ordinare, poi, Massimo vi elencherà a voce l'elenco di tutti i possibili abbinamenti - un menu vero e proprio non esiste, anche se qualche versione "clandestina" circola tra le chat della zona. E allora orecchie alzate (non ama ripetersi) e largo alla fantasia: oltre alle più classiche piadine troverete abbinamenti con la frutta (come lardo pistacchio e arance, mele e gorgonzola, pere e taleggio o formaggio spalmabile e fragole) o con prodotti particolari e ricercati come zucca e formaggio di fossa, verza e coppa di testa, guanciale e cipolla caramellata, pecorino miele e noci. E tante, tantissime altre da mangiare rigorosamente in condivisione, tagliate a spicchi in un cestino al centro del tavolo. Ma per scoprirle tutte vi toccherà venire a Santarcangelo, gustarvi l'attesa e assaggiarle di persona.

Le piadine del Campanone

Osteria del Campanone
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