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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Vineria Bandita e il vino naturale a Napoli

L’arrivo della prima enoteca di soli vini naturali a Napoli nel 2019 è una buona occasione per riflettere sul panorama enologico in città

Orgogliosamente al Vomero dal 2019 sorge un locale che merita una sosta: è Vineria Bandita, e dietro la sua realizzazione ci sono Giuliano Granata e Federica Palumbo, coppia nella vita e nel lavoro che ha alle spalle un passato in tutt’altro settore. “Siamo abituati a studiare” ci racconta Giuliano “abbiamo fatto il classico corso all’AIS, poi quello che mi piace chiamare il corso di allontanamento dall’AIS, cominciando a bere vini di Borgogna e della Loira”.

Giuliano Granata a destra, Federica Bartoli a sinistra

Dal 2016 al 2018, dopo aver lasciato le carriere fiscali e legali, i due gestiscono un ristorante in città, Granafine - poi chiuso per ragioni societarie - per riaprire nel 2019 Vineria Bandita al Vomero, un’enoteca con cucina dove si bevono solo vini naturali. Il logo con la “bandita” che dà il nome alla vineria, è stato disegnato dall’illustratore Gianluca Cannizzo. “Abbiamo sempre avuto una grandissima passione per il vino” dice Federica “già dalle prime lezioni da sommelier abbiamo pensato che il vino sarebbe stato nel nostro futuro, anche se non sapevamo come”.

La carta dei vini di Vineria Bandita

Gli scaffali di Vineria Bandita

Il come è uno spazio piccolo ma ben pensato che accoglie oltre 150 etichette di vino in rotazione, con una grande rappresentanza dall’Italia – dalla Campania in particolar modo – e un terzo di bottiglie dall’Europa, soprattutto Francia. La mescita, con i bicchieri tra i 6 e i 10€, è molto ampia. “Nel momento di aprire davanti agli occhi avevamo le atmosfere vissute in Francia: il tavolino tondo, la seduta piccola, la selezione musicale molto curata, la possibilità di familiarizzare con chi è seduto di fianco, qualcosa di buono da mangiare che fosse di accompagnamento al vino, cercando di adottare le stesse accortezze che mettiamo nella scelta delle bottiglie”. Sono gli ingredienti di base che animano l’offerta.

Il vino naturale a Napoli

Il punto di svolta sta soprattutto nella proposta enologica. La coppia racconta di aver già sperimentato nel precedente ristorante selezionando vini da piccoli artigiani, ma di aver dato la svolta definitiva proprio con la Bandita, che per certi versi è stata la prima vera enoteca di soli vini naturali a Napoli, un luogo che è arrivato tardi rispetto all’ondata naturale che ha investito altre città. Per citare una data come esempio, il 2012 è l’anno in cui Alessandro Bulzoni, proprietario di Enoteca Bulzoni a Roma, riceve una multa per aver scritto sullo scaffale “vini naturali” in riferimento ad alcune etichette. Una definizione, quella di vini naturali, che genera ancora oggi parecchie conflittualità. “Ai tavoli spieghiamo in modo semplice cosa è il vino naturale, che poi per noi sostanzialmente sarebbe il vino” dice Giuliano “Ci sottomettiamo a una questione di vocabolario, ma cerchiamo di far capire che non bisogna soffermarsi sulla terminologia. Anche se li avessero chiamati in un altro modo, avrebbero espresso comunque la loro diversità”.

Il panorama del vino a Napoli presenta al momento dell’apertura uno scenario ancora dominato ancora da insegne di vino storiche, vini&oli vocati all’asporto e alla vendita al dettaglio, riconvertitisi talvolta da negozio puro a enoteca con mescita. Nonostante queste premesse, la risposta all’apertura di Vineria Bandita è stata molto calorosa, segno di un’offerta che le persone aspettavano. “All’inizio eravamo una sorta di extraterrestre atterrato in città” riporta Giuliano “In soli tre anni le cose sono cambiate tantissimo. Basta considerare che il 26 e il 27 marzo di questo 2023 si è svolta la prima fiera di vini naturali in città, Viva la vite. C’è stata un’evoluzione abbastanza veloce, sintomo che Napoli è molto ricettiva, si trattava solo di offrirle uno stimolo. Certo, non siamo ancora ai livelli di Venezia, Roma o Milano”. Nel giro di soli tre anni la presenza di attività con questo tipo di offerta ha subito un boom. A spianare la strada a tutti, il ristorante DiaLetti, dove la proposta di vini naturali è stata sempre l’unica disponibile dall’apertura nel 2017.

La proposta enologica della Campania

In una tendenza ravvisabile anche altrove, la scelta di proporre vini naturali ha riavvicinato i napoletani ai vini del territorio. “La ricerca dei produttori è sempre stata la parte più interessante di questo lavoro” dice Federica “Mentre prima Napoli consumava pochissimi vini naturali dalla Campania, oggi c’è una grandissima richiesta. Questo ha costretto i produttori a guardare alla città in modo diverso”. Sui tavoli delle enoteche approdano bottiglie che, stando a quanto racconta Giuliano, erano destinate prima all’export o ad altre piazze italiane ritenute più interessanti. I produttori sono tantissimi, e aumentano quotidianamente. “Probabilmente nasciamo in un periodo in cui Napoli come città ha acquisito una visibilità nazionale e internazionale. Nella precedente attività non lavoravamo affatto con i turisti, oggi da noi siedono persone di diverse provenienze con un background già molto formato sul mondo del vino”.
 

Cosa si mangia a Vineria Bandita a Napoli

Ma oltre al vino c’è anche il cibo: pure su questo versante c’è un cambio di paradigma rispetto alla precedente attività. Partendo dalla necessità di escludere le cotture, si percorre la strada di assemblare i piatti con piccole lavorazioni a partire da materie prime di grandissima qualità, stagionali e locali. “Venendo dal menu diviso in portate, volevamo rompere questo schema che ti costringe a vedere il cibo come qualcosa che deve avere un prima e un dopo. Lo facciamo con un numero di piatti, massimo 15, in cui non è stabilito un ordine, ognuno può scegliere come mangiare in base al fatto di avere più fame o meno fame” riporta Federica.

Troviamo quindi una serie di snacks e la selezione di salumi e formaggi, per arrivare al personale tributo alla tradizione francese, il croque monsieur “di cui siamo particolarmente ghiotti”. Ci sono dei piatti più immediati (tutti fra i 5 e 20€), come la burrata con il crumble, le acciughe di Cetara con il burro e il pane di grano saraceno, ma anche il carpaccio di tonno siciliano con le cipolle in agrodolce, o la panzanella napoletana con le erbette e l’acciuga. “Anche col cibo, scegliamo tutti prodotti del nostro territorio. I formaggi a latte crudo sono del caseificio Aurora in provincia di Salerno. Per le verdure ci rivolgiamo alla Masseria Pigliuocco della provincia di Sarno che coltiva i migliori baby ortaggi in circolazione. Nei piatti ci sono le nostre erbette e le aromatiche”.

Vineria Bandita

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