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Domenica, 10 Dicembre 2023
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I 10 migliori ristoranti dove mangiare a Reggio Emilia e provincia

Si presenta in chiave minore all’interno della Food Valley emiliana, ma in realtà Reggio Emilia non ha nulla da invidiare, gastronomicamente, alle vicine Parma e Modena

Reggio Emilia. Antico castrum romano, sede del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, patria del Lambrusco, di Giovanni Lindo Ferretti, di Cesare Zavattini ma anche, attenzione, di Dorando Giannasi (nato a Civago, nell’Appennino), proprio quello della leggendaria rosticceria milanese. E poi della prima stella Michelin d’Italia, Arnaldo Clinica Gastronomica, e del suo carrello di bolliti capace, si vocifera, di riportare in vita i morti. Reggio Emilia (e la sua provincia) potranno anche presentarsi in chiave minore rispetto ad altri territori emiliani più blasonati, ma le sorprese da stanare sono tante, specie dal punto di vista godereccio. Per trovarle, però, bisogna mettersi di fino. Vi veniamo in aiuto noi, con una mappa in dieci tappe per mangiare come conoscitori navigati del territorio. A Reggio li chiamano “teste quadre”. Anzi no, a Parma. Quindi non chiamate mai un reggiano così.

Arrogant Pub
Lambruscheria Bolle Quadre
Taverna Mykonos
Cremeria Capolinea
Piccola Piedigrotta
Liva e i suoi sapori
Locanda dei Pontieri
Osteria Chilometro Zero
Ristorante Badessa
Stradora
Pub

Arrogant Pub

Una squadra di punk impenitenti ha fatto tutto quello che sarebbe stato cool prima che fosse cool, e ha aperto quello che oggi chiamerebbero gastropub. In tempi decisamente non sospetti. È dal 2009 che i ragazzi deliziano con una carta birre internazionale e ricercata (compresa un lavoro da dieci sulle acide, a cui si unisce un festival annuale dedicato). Per chi ha fame la scelta è imbarazzante, e vi costringerà a un altro giro. Primi di pasta fatta a mano e una bella sezione dedicata alla tradizione (per i novellini, la Bomba di riso è obbligo, 16€), hamburger che addomesticano il modo americano con ingredienti locali e salse homemade (sui 14€ serviti con patate), fritti sfiziosi (patatine di maiale, assolutamente 6€), dolci inaspettati. La cheesecake (6€) è una delle migliori in Italia in questo momento. Disponibili alternative vegetariane e vegane.

Arrogant Pub-3

Enoteca-Winebar

Lambruscheria Bolle Quadre

In una grande città l’avrebbero chiamato “posto sincero”. A Reggio Emilia si chiama solo Lambruscheria, ed è una ventata fresca in un centro storico spesso occupato dal gastrofighettismo. Ci si ferma per perdersi tra le storie che l’oste – più che titolare – David Poli racconta su questa o quella bottiglia, rigorosamente di Lambrusco, anche se per i reticenti ci sono comunque alcune eccezioni. Sostanziosa e tradizionalissima la carta dei cibi, che spazia dal Salame al Lambrusco (8€) ai Casagai, polenta di riuso condita con fagioli soffritti (6€), fino alla polenta con stracotto di cavallo (12€) e alle polpette di ricotta al sugo rosso (12€). Poli giura che è la ricetta di nonna Zita, rezdōra top, e quindi c’è da fidarsi.

Bolle Quadre Lambruscheria

Ristorante

Taverna Mykonos

Di loro stessi dicono che “la Taverna-Ouzeri significa: divertimento, musica e danza, vivaci discussioni e confessioni dolenti”. Non ci sono parole più adatte per definire la vibrazione che prende quando si entra da Taverna Mykonos, complice il locale, che riporta istantaneamente a una cartolina di vacanza degli Anni Novanta. Il menu tiene fede all’impressione e non fa compromessi con il palato, offrendo il gusto di una taverna greca che va avanti a bicchierini di ouzo (anisetta “nazionale” greca da cui il nome Ouzeri), dove tutto può succedere. Fèta tiganití (feta fritta in pasta sfoglia, condita con miele; 7,50€), Bekrìs mezès (carne affogata nel vino, 10€), Souvlaki (da 4€ a 30€), carta dei vini interamente ellenica. Non resta che stappare una bottiglia di Retsína e lasciarsi trasportare.

Taverna Mykonos-2

Gelateria

Cremeria Capolinea

Il Capolinea, per Simone De Feo e la compagna Monica, avrebbe dovuto essere la fine di professioni che non li soddisfacevano. È stato, in realtà, l’inizio di una scalata alle stelle che li ha portati stabilmente tra i nomi migliori dell’arte del gelato nazionale. Purezza potrebbe essere la parola d’ordine, ma anche contaminazione. Materie prime di qualità, lasciate a nudo nella crema, si uniscono infatti a sperimentazioni giocose e golose, che per un certo tempo prevedevano anche gusti salati da rendere protagonisti di coni e coppette. Ma nel laboratorio sobbollono anche i lieviti di panettoni e altri piccoli e grandi lievitati. Ora anche con un secondo punto vendita in via Tenni 132/c.

La pastiera formato gelato di Cremeria Capolinea

Pizzeria

Piccola Piedigrotta

Giovanni Mandara ha resistito alla tentazione della “pizza canotto”. In cambio, è diventato l’Istituzione della pizza di Reggio Emilia. Lo sai perché non si dice “andiamo alla Piccola Piedigrotta”, ma “mangiamo da Giovanni”. In effetti il locale ha quell’intimità da casa, pochi coperti disposti a vista del banco di preparazione delle pizze, dall’altro lato una bella vetrata su una delle piazzette più belle e nascoste del centro. La vista migliore rimane sempre quella sul piatto, dove sbucano un impasto con acqua di mare del Mediterraneo (su richiesta), Parmigiano-Reggiano delle Vacche Rosse, pancetta Furlotti e uovo Parisi. Prezzo medio con bevande e coperto 18-20€.

Piccola Piedigrotta

Osteria-Bistrot

Liva e i suoi sapori

Classico posto fuori dal tempo. Un manipolo di case in una frazione di montagna nella Valle del Tassobbio ospita un’istituzione della cucina di montagna, tra tortelli, cappelletti, arrosti, ben innaffiati di burro e soffritto. Ai fornelli quella che fa magie è “la Laura”, ma nuove generazioni si vedono avvicendarsi, e c’è da sperare che la storia della Liva continui per tanto tempo ancora. Costo medio di un pranzo completo: 30€.

Liva e i suoi sapori-2

Ristorante

Locanda dei Pontieri

Dicono che quelli che stanno nella Bassa, vicino al Po, siano tutti matti. Di sicuro qui, nella vicina Gualtieri, è dove ha abitato e dipinto il celebre pittore Antonio Ligabue. Di sicuro Helen e Stefano matti un po’ lo sono, ad aver dato nuova vita a un vecchio avamposto fluviale di pontieri, guardiani di ponti, moli e chiatte. Oggi, la Locanda dei Pontieri è un piccolo ostello con soluzioni private e in camerata. Soprattutto, però, è un ristorante che ha accolto la sfida della tradizione (pesante come la nebbia, da quelle parti) vincendola alla grande, tra classici intramontabili (se leggete Pappardelle al ragù, le hanno tirate a mano loro) e qualche incursione nelle cucine del mondo (con Chili e Hummus, per esempio). Primi tra gli 11 e i 16€, secondi tra i 12 e i 20€.

Locanda dei Pontieri

Osteria-Bistrot

Osteria Chilometro Zero

Rifugio sicuro per tutti i golosi, e per chi si prende lo sfizio di iniziare il pasto con taglieri di salumi e formaggi di prima qualità, magari accompagnati da un cestino di gnocco fritto (dai 10€ ai 13€). Come dire di no, dato che la selezione dei produttori è rigorosa, all’Osteria Chilometro Zero, e si estende su tutta la provincia. Da provare le Barzigole (bistecchine) di pecora (18€), ma anche, tra gli antipasti, il tradizionale erbazzone di Reggio Emilia, torta salata ripiena di bieta (8€). Di nuova apertura un Laboratorio non distante dal ristorante, così da potersi schiscettare a casa la buona pasta fresca ripiena e altre prelibatezze.

Osteria Kilometro Zero

Ristorante

Ristorante Badessa

In un castelletto dell’Ottocento, una strizzata d’occhio al “mangiar fino” incontra la sostanza (delle consistenze, dei condimenti). I campi circostanti permettono la coltivazione di un rigoglioso orto di erbe, naturalmente rese protagoniste del menu. Anche qui l’ingrediente (e la sua tracciabilità a chilometro vicino) è principe. Carta dei vini con chicche e sorprese. Per una fuga lunga, una cena, o per trattarsi bene. Antipasti 15€, primi 13€-17€, secondi 17€-23€, contorni 6€, dolci 6-15€. Bella l’opportunità di chiudere con una piccola degustazione di aceto balsamico. D’altronde, “badessa” è proprio la botte madre.

Ristorante Badessa

Ristorante

Stradora

Stradora non c’entra molto con la provincia in cui è capitato. Probabilmente è per questo che funziona. Sulla carta tanto pesce, dal gambero alla capasanta fino all’aria di cozze. Porzioni più snelle, robusto reparto pasticceria e panificazione complice la presenza, in una struttura limitrofa, dell’affiliato Hotel Villa Nabila. Non che la tradizione non si conosca, precisiamo. Tra i cadeaux di Natale spuntano piccole meraviglie come i tortellini dolci, scrigni di pasta frolla ripieni di marmellata. Si parla di piccoli lussi da Stradora. E con un nome così, che in dialetto è l’equivalente di un vezzoso “creatura mia”, non poteva essere altrimenti.

stradora Reggiolo-2

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