Situato nel basso Piemonte, il Roero è zona di collina che fiancheggia la sponda sinistra del fiume Tanaro e deve il suo nome alla famiglia astigiana dei Roero, la quale nel Medioevo dominava gran parte degli appezzamenti. Terra di borghi carichi di storia, maestosi castelli e distese di vigneti che lo hanno reso, insieme a Langhe e Monferrato, patrimonio dell’Unesco. E soprattutto celebre per il buon vino e per la buona tavola dove spiccano le ricette della tradizione piemontese come tajarin, plin, tartufo, bagna cauda, carne cruda, vitello tonnato, giardiniera, zabaglione e torta di nocciole. Non a caso si parla di un territorio costellato di insegne (di cui molte super storiche) che seguono fortemente il territorio, alcune in maniera più tradizionale, altre all’insegna della rivisitazione e altre ancora in una visione più contemporanea. Ecco allora alcuni suggerimenti per mangiare e bere bene nei ristoranti e trattorie della zona.
Ristorante Marc Lanteri
Nuovo progetto firmato dallo chef francese Marc Lanteri che dal Castello di Grinzane Cavour si è spostato a Castagnito d’Alba. Il nuovo locale ha un’ampia sala con grandi vetrate che offrono una vista panoramica sulle Colline patrimonio dell’Unesco e un arredamento semplice e minimalista dai toni naturali. La cucina è stagionale e sintetizza la tradizione piemontese con le origini francesi dello chef. Le materie prime sono locali e vanno a comporre piatti territoriali come la Battuta di Fassona al coltello con pesto di Nocciola Piemonte IGP, anice stellato, pera Madernassa e indivia e i Tajarin tagliati a mano al tartufo bianco d’Alba, ma anche qualche guizzo creativo come nei Ravioli liquidi di zucca hokkaido, zafferano Pravèrd, ristretto di fagiano e castagne. Due menu degustazione: La terra (4 portate 55€) e La scoperta (5 portate 75€) che include anche piatti di pesce. Da provare anche il carrello dei formaggi ben fornito. La carta dei vini che dà spazio al naturale e ai piccol produttori è opera della selezione di Amy Bellotti e Alessandro Corsini.
Ostu di Djun
Ci troviamo a Castagnito, a due passi da Alba in zona Roero, l’Ostu di Dijun è la tipica trattoria sincera e accogliente, dove assaggiare una cucina tradizionale e ben fatta. All’interno ci sono numerosi oggetti tra i più disparati: un pianoforte, una Harley e tantissime foto appese sulle pareti, mentre nel giardino si mangia con i tavoli appoggiati sui gusci di nocciole. A far la differenza, oltre all’ottimo cibo, è l’oste Luciano Marsiglia sempre pronto a scambiare due battute con i clienti. Il menu viene decantato a voce e si può scegliere tra diversi piatti della tradizione. Tra i cavalli di battaglia carne cruda, bagna cauda, friciule e tajarin. Da non farsi scappare il Gelato allo Gnu Gnu che non si sa precisamente cosa sia, probabilmente cambia ogni volta ma ha una base di gelato alla crema a cui viene aggiunta frutta di stagione e altri ingredienti segreti. La cosa più particolare però è che qui vengono servite solo bottiglie in formato magnum e con l’uso, per cui una stessa bottiglia può girare in 3 o 4 tavoli durante una serata.
Il Centro
Osteria storica a conduzione familiare fondata nel 1956 da Pierin Cordero, che nel tempo si consacra come ristorante di riferimento per la buona cucina di territorio, dove vengono esaltati i sapori genuini della cucina piemontese più autentica. Adesso a guidare il locale e la sala c’è il figlio Enrico, che ha saputo dare una nuova impronta al ristorante, investendo molto anche sulla cantina. In cucina c’è la moglie Elide Mollo che ha appreso tutti i segreti della cucina della suocera Rita (moglie di Pierin) per poi passare al comando. I suoi piatti sono curati, semplici e autentici, attingono dalla tradizione per diventare più armonici e leggeri. La sua specialità è il Fritto Misto alla piemontese, un piatto tipico – nonché un rito - che è sempre più difficile trovare nei ristoranti, per cui il Centro è famosissimo. Tutte le verdure, i fiori e le erbe aromatiche vengono dall’orto di proprietà.
Osteria del Boccondivino
Trattoria in pieno centro a Bra inaugurata dalla Cooperativa I Tarocchi nel 1984. Questa ottima trattoria che punta sulla convivialità si trova proprio all’interno del cortile che ospita la sede internazionale di Slow Food che, con la bella stagione, diventa un piacevole dehors. La cucina è autentica e tradizionale e nel menu compaiono diversi Presidi Slow Food come Lardo, Salsiccia di Bra e Carne Cruda o la Noce di vitello con salsa alle erbe. La pasta fresca è tutta di loro produzione a partire dai Tajarin “40 tuorli” e gli Agnolotti del Plin. Immancabili i dolci come il Bonet, la Torta alla nocciola con crema fredda di zabaione e la Panna cotta. Ci sono anche due menu degustazione da 4 portate a 32€ e da 5 a 40€.
Ristorante Battaglino dal 1919
Ristorante con più di 100 anni di storia e ormai alla quarta generazione fondato da Sebastiano Battaglino. Dal 2015 nelle mani di Alessia che è cresciuta tra le mura dell’insegna di famiglia e adesso gestisce la cucina. Nel menu non possono mai mancare i piatti della tradizione frutto di vecchie ricette tramandate come il vitello tonnato, gli agnolotti del Plin, le chiocciole di Cherasco in guazzetto e il coniglio all’Arneis, a cui la chef affianca piatti della cucina naturale-macrobiotica preparati senza prodotti di origine animale come la Brisè con zucca e timo o il dolce Crema di anacardi, biscotto al cioccolato e pere sott’aceto al cardamomo. Il compagno di Alessia, Michele Martinelli si occupa invece della carta dei vini. Qui organizzano anche numerosi eventi di cui il prossimo la cena a 4 mani con la Pescheria Grosso, e poi ci sarà la Cena Vinosa numero 20 il 6 dicembre con Emidio Pepe.
Osteria La Torre
Osteria sincera nell’affascinante borgo di Cherasco, centro di eccellenza dell’allevamento della lumaca Helix. La cucina è quella tipica di Langa a base di ingredienti che esprimono una forte territorialità con un tocco di genuina contemporaneità. Per cui nel menu abbondano tartufi, funghi, carne piemontese e chiocciole ovviamente: si va dalla Carne battuta, acciughe e peperoni in composta al Risotto al Barolo, per arrivare alla Zuppetta di chiocciole, durelli di pollo e spuma all’aglio dolce. Per concludere il pasto ottimi dolci come le Pesche e zabajone gratinato.
Antica Corona Reale
Ristorante d’autore a Cervere con una storia di famiglia lunga oltre 200 anni, nato come caseificio. Lo chef e patron è Gian Piero Vivalda che porta in tavola piatti eleganti, creativi e bellissimi da vedere, che hanno un forte legame con i prodotti del territorio: cappone, faraona, peperoni di Carmagnola, lumache, fassona piemontese, porcini e tartufo. Questi vanno a comporre piatti come Il peperone quadrato di Carmagnola, acciughe del Mar Cantabrico e melanzane dell’Orto Reale, Risotto Riserva San Massimo ai funghi porcini della Val Pesio e tartare di scampi di Portofino e Lumache di Cherasco ai porri di Cervere e mele renette. Le verdure, la frutta e le erbe aromatiche vengono appunto dall’Orto Reale, l’orto di 2500 metri quadrati di fianco al ristorante.
Cantina dei Cacciatori
Insegna ultracentenaria e trattoria storica appena fuori da Monteu Roero che propone piatti tipici piemontesi semplici e ben eseguiti. Qui si viene per provare i sapori autentici della tradizione a partire dagli antipasti come il Piatto della Tradizione composto da vitello tonnato, carne cruda di vitella piemontese e insalata russa all’antica. D’obbligo i Tajarin della casa 40 tuorli al ragù di salsiccia di Bra, il Coniglio grigio di Carmagnola alle olive Taggiasche e pomodorini e i dolci come il Bunet e la Torta di nocciole con zabaglione caldo. L’ambiente è accogliente e familiare ed è possibile visitare la cantina interrata d’inizio ‘900.
Ristorante La Madernassa
Resort a Guarene con un bistrot e un ristorante, la cui terrazza ha una vista mozzafiato sulle Langhe e il Roero. La cucina a vista è il regno dello chef Giuseppe D’Errico che, insieme al fratello Francesco, propone un menu che esalta i sapori e i colori del territorio, ripercorre i suoi ricordi e si apre a contaminazioni dal mondo. Si può scegliere fra 3 percorsi degustazione, due a mano libera da 7 e 9 Creazioni (rispettivamente 180 e 210€) e poi l’Oro Bianco, ovvero 5 piatti in cui viene aggiunto il tartufo bianco d’Alba (secondo quotazione di mercato da 390 a 470€). Tra questi Eureka, cioè capasanta scottata, esplosione di castagna Garrone Rosso e il suo brodo e porri di Cervere saltati e Nuvolatte, il dessert di cristallo di zucchero, gelato fior di latte, mousse e aria di latte al succo di tartufo, dulce de leche, gel di mango e mango fresco. Ottima cantina con una selezione di bollicine dal monto, ampia scelta fra importanti vini piemontesi e altre referenze nazionali ed estere, soprattutto d’oltralpe.
Villa Tiboldi
Piccolo relais di sole 10 camere a Canale cullato dalle vigne di Langa e Roero, con un ottimo ristorante di cucina piemontese rivisitata dallo chef Luca Piccinelli. In menu spiccano materie prime del territorio e abbinamenti creativi come Rape, bagna cauda e parmigiano, i Tortelli di cavolfiore, sarda di lago e arachidi e la Quaglia, funghi, fegato e melograno. Ci sono poi la degustazione da 5 portare (58€) e il Menu Tartufo con tartufo bianco d’Alba. In estate si mangia in giardino sia a pranzo che a cena. Da bere una bella selezione di etichette della zona e i vini della Cantina Malvirà che fa parte della tenuta, dove si possono effettuare visite con degustazione.
All'Enoteca - Davide Palluda
Si trova all’inizio di corso Roma a Canale, all’interno di un palazzo dell’800 proprio accanto all’Enoteca Regionale del Roero, ed è uno dei punti di riferimento per la cucina di Langa e Roero. Qui lo chef Davide Palluda dal 1995 porta avanti una cucina territoriale e stagionale senza chiudersi nella tradizione. I piatti sono concepiti per esaltare a pieno gli ingredienti, mantenendo equilibrio e sapori diretti e puliti. Da provare la Finanziera, i Plin al sugo di arrosto o semplicemente al fumo e il Daino, uva, whisky torbato e cacao fermentato. È possibile fare anche un percorso degustazione da 7 portate (130€). Non una ma ben due carte dei vini, una dedicata solo alle referenze del Roero e poi un’ampia selezione principalmente tra Italia e Francia.
Ristorante Stefano Paganini
Ristorante nel castello seicentesco di Magliano Alfieri con adiacente belvedere, già dimora estiva degli Alfieri. L’insegna di Stefano Paganini vanta di una location unica distribuita in sale e salette con ampi spazi, volte alte e ambienti molto eleganti che vanno di pari in passo con la mise en place quasi “regale”. L’idea dello chef neivese è quella di regalare un’emozione ai suoi commensali, e lo fa attraverso tre Menu a occhi chiusi da 3 (40€), 4 (55€) e 5 (65€), portate a mano libera. C’è anche il Menu degustando (55€), ovvero il più tradizionale che propone perlopiù i prodotti del territorio seguendone la stagionalità. Tra i piatti Morbido vitello cotto a lungo con il Roero e il meglio del cavolfiore e il dessert L’oro di Langa: la nocciola.
Ristorante Ca' Vittoria
Albergo con ristorante d’autore a conduzione familiare che sorge in un’elegante casa del ‘700 a Tigliole nel cuore delle Colline Alfieri. In cucina lo chef Massimiliano Musso segue le orme di nonna Gemma – colei che ha ottenuto la stella nel 1997 - e mamma Sandra, portando in tavola le ricette della tradizione piemontese ma anche piatti con abbinamenti più creativi e innovativi, rigorosamente a base di materie prime locali, ortaggi, frutti e fiori dall’orto di proprietà. Mentre le 10 camere e il servizio sono gestite dalla moglie dello chef Valentina. 3 menu degustazione da 4 (90€), 5 (110€) e 6 portate (140€), dai quali si può scegliere anche piatti alla carta, tra cui Coniglio e peperone al brusco, Riso all’acqua di parmigiano, limone e cardamomo e Animella glassata, trippa di baccalà e ricci di mare. In alternativa un menu interamente dedicato al tartufo bianco, dall’antipasto al dolce.
Scuderie Sabaude
Dove oggi sorge il ristorante c’erano le antiche scuderie reali, proprio a due passi dalla famosa Università del Gusto di Pollenzo, all’interno di una corte storica con un bel giardino. Una dimora storica di cui sono rimasti intatti i soffitti a volta e i mattoni a vista, che restituiscono un ambiente rustico ma molto elegante. La cucina è stagionale, territoriale e attenta alla selezione di materie prime di qualità. Due menu degustazione da 4 portate (60€): il Menu Primavera con i Tajarin ai trenta tuorli, pesto di ortica e cime di luppolo, e il Menu della tradizione con Agnolotti del "Plin" delle donne di casa Savoia, farcia di vitello e verdure e lo Stracotto al Vermouth, ricetta 1834, ovvero "Arrosto della vena" a bassa temperatura con Vermouth e verdure. Si può attingere da entrambi con proposte alla carta, da non perdere il dessert “Tistot”, un’ottima panna cotta con la nocciola in 3 consistenze.
Ristorante 21.9
All'interno della Tenuta Carretta, circondato dai vigneti di Piobesi d’Alba, si trova l’albergo e il ristorante dello chef Flavio Costa. I suoi piatti sono freschi ed incisivi, difficilmente contengono più di tre ingredienti principiali e molto spesso richiamano le sue origini liguri. Una cucina molto equilibrata in cui si fondono sapori, consistenze, forme e colori per dare origine a un menu contemporaneo basato sulla tradizione locale, seppur ricco di contaminazioni. Tutto ciò dà origine a ben 4 percorsi di degustazione (da 100 a 160€), da cui si può attingere anche per proposte alla carta. La scelta dei vini è altrettanto ricca, grazie a una cantina ben fornita. L'ambiente del ristorante è elegante e confortevole, con un incantevole dehors che offre una vista panoramica. Per una sosta meno impegnativa c’è l’Osteria la Via del Sale.