Ristoranti di cucina creativa, trattorie tartufo&cinghiale, pasticcerie di qualità, osterie che si allungano sotto volte e intorno a mura storiche: l’ampiezza e la diversità del territorio della Tuscia nell’alto Lazio restituisce una fotografia fedele della sua identità composita nella ristorazione. Da qui vengono prodotti apprezzati anche nel resto del Lazio, le insegne non mancano (tanto che deliberatamente abbiamo dovuto escludere Viterbo e Lago di Bolsena per offrire una rappresentanza affidabile degli indirizzi, perdendoci tra comuni piccoli e grandi). Visitare questi posti significa anche visitare una regione che parte dal mare e arriva alla collina, perdendosi tra Umbria e Toscana, ma soprattutto in una storia ricchissima. Ecco dove mangiare nella Tuscia: i nostri ristoranti del cuore.
Fattoria Pulicaro
Ristorante, camere, ma soprattutto azienda agricola: Marco Pulicaro, vicino al confine con l’Umbria, ha creato un florido sistema per l’allevamento e la coltivazione, potendo contare su un’ampia gamma di prodotti di alto profilo a kilometro zero. In passato il ristorante è stato gestito dall’estroso chef Tommaso Tonioni, oggi invece è ritornato a una proposta più strettamente legata all’attività agrituristica. Aperto a cena il sabato e a pranzo la domenica, propone un menu fisso che cambia spesso, dall’antipasto al dolce al prezzo di 35€ a persona per gli adulti.
Enoteca degli Ostinati
Questo indirizzo ad Acquapendente, al confine quasi con la Toscana, scommette non solo sulla cucina ma anche sul vino. Una parte della proposta enologica è esposta direttamente alle pareti, in una sorta di libreria delle bottiglie, e si può mettere alla prova con un assaggio direttamente in uno dei 20 coperti interni, oppure all’esterno quando la bella stagione lo consente. In menu troviamo paste, piatti di carne e “i leggeri”, un lavoro su verdure e insalate che completano l’offerta.
Ristoro e Macelleria Poder Riccio
Frutto dell’esperienza e della volontà di crescita, questo indirizzo ad Acquapendente fa capo in realtà a un’azienda agricola del territorio, precisamente a Proceno, sempre in provincia di Viterbo, che dagli anni ’60 alleva bovini, ovini e suini di razze autoctone allo stato brado. La produzione territoriale è confluita prima nella macelleria, a cui si è aggiunto poi “Il ristoro”, un vero ristorante con alcuni coperti dove poter assaggiare le carni cucinate. Aperto sia a pranzo che a cena, lavora su paste fresche, salumi e ovviamente carni di provenienza certa.
La Parolina
A Trevinano, immerso nel verde, c’è il ristorante con camere della chef Iside De Cesare. Nonostante la cucina creativa, la stella Michelin e gli anni da docente e formatrice, De Cesare ha impresso a questo luogo il segno di una casa familiare, dove accogliere con grazia e informalità. Aperto sia a pranzo che a cena (tranne qualche giorno della settimana) il ristorante propone sia il menu alla carta che quello a degustazione. Due le proposte per quest’ultimo: la Tuscia nel piatto a 100€, poi Emozioni a 150€. Con la possibilità di unire pernotto, colazione e degustazione di calici al tavolo.
Agriristorante il Casaletto
A Grotte Santo Stefano, questo indirizzo chiocciola Slow Food, è uno dei più apprezzati non solo per la cucina ma anche per la pizza. L’azienda-ristorante può contare anche su camere e appartamenti per chi vuole fermarsi a dormire, oltre che su prodotti di filiera, come i salumi stagionali fatti dai maiali allevati allo stato brado di proprietà, nonché sull’utilizzo di presidi Slow Food. Ne esce fuori una carta di cucina variegata, con proposte tra i 6 e i 15€. Poi si aggiunge la pizza, non solo quella tonda ma anche la pala farcita e il padellino al farro, che segue lo stesso filone. Prodotti di qualità per farciture di territorio da affiancare a proposte più classiche.
L’orto di Hans
Splendido agriturismo a Soriano nel Cimino, l’orto di Hans è una destinazione davvero calzante durante la stagione autunnale. Circondati dal verde, si può sia mangiare che dormire. I terreni di proprietà producono frutta e verdura che finiscono direttamente dentro ai piatti. In menu carni, paste fresche e verdure. Da non perdere gli antipasti, rigorosamente da condividere, con degustazioni di salumi, di formaggi, bruschette e verdure.
Ai Tre Scalini Soriano nel Cimino
Nato nel 1978 come pizzeria al taglio e poi evolutosi in una nuova direzione, questo ristorante con proposte di cucina trasversale si trova proprio a Soriano nel Cimino ed è aperto sia a pranzo che a cena. Per chi arriva la proposta è ampia: ci sono sia menu più legati al territorio, che anche piatti di mare. Una carta delle pizze, con farciture piuttosto classiche, completa l’offerta.
Rosso Vignale
A Canepina, questo ristorante guidato dallo chef Tiberio Proietti cerca di portare l’alta cucina in terra di Tuscia. Aperto soprattutto a cena, si distingue da subito per l’ambiente elegante, diverso da molte delle trattorie della zona. In menu si va ben oltre castagne e nocciole, per coinvolgere prodotti e creare ricette di più ampio respiro. Oltre alle proposte alla carta, ci sono due menu a degustazione dal buon rapporto qualità prezzo: la degustazione di 3 piatti a 35€, e quella di 5 piatti a 55€. In menu si passa dalla trippa alla faraona, dal maialino in agrodolce al coregone.
Il Calice e la Stella
Nel centro storico di Canepina, questo ristorante prende le mosse da un’insegna storica della zona che è stata rilevata, rivoluzionata e trasformata in un’osteria moderna dall’attuale gestione. Il passato comunque non è stato cancellato: il nome, ad esempio, è andato in continuità e l’interno del locale, a diretto contatto con le mura castellane, segna un filo ininterrotto con la storia. Uovo, formaggi, salumi e carni sono quelle della zona, arrivano in piatti che parlano di territorio senza stanchezza. Da assaggiare la frittata di maccaroni canepinese, oppure il pane fritto con stracciatella di burrata e cime di rapa saltate. Tra gli altri piatti, porcini e patate della Tuscia come anche il coniglio alla viterbese con i ceci di Vallerano. C’è da divertirsi insomma. Piatti tra i 10 e i 20€.
Trattoria del Cimino dal 1895
Nata nel 1895 come la prima bettola di Caprarola, questo indirizzo a conduzione famigliare è rimasto nelle mani della stessa famiglia per tutte le generazioni a venire. Nel tempo anche dalla semplice proposta di vino e gazzosa, c’è stata un’evoluzione delle pietanze, che permette agli avventori di respirare un’aria calorosa senza tralasciare la buona qualità dei piatti. Nel menu troviamo ricette essenzialmente stagionali, che spaziano tra i prodotti locali, come formaggi, salumi e nocciole. Durante il periodo di raccolta, c’è anche la “cotonocciola”, la cotoletta panata nella nocciola Tonda Gentile Romana, da mangiare insieme alla carbonara della Tuscia fatta col pecorino viterbese.
Casa Iozzia
Nel comune di Vitorchiano, all’interno della Villa per ricevimenti San Michele, c’è il ristorante 1 stella Michelin guidato dallo chef Lorenzo Iozzia, siciliano d’origine ma trapiantato in Tuscia con nuove radici. L’informazione dell’origine è necessaria per capire poi un menu dove spuntano spaghetti con le sarde affumicate e pesce spada in terra laziale. I piatti si possono ordinare alla carta, oppure si può preferire uno dei percorsi di degustazione. Ad esempio Mangiare in Santa Pace, in 6 portate a 80€, Chi si è visto si è visto, in 8 portate a 100€, oppure Apparecchia, in 10 portate a 120€.
La Locanda di Saturno
A Sutri un’osteria di qualità conquista i suoi ospiti in un ambiente con una forte identità storica. Il ristorante, diviso tra interno e bellissimo esterno, si trova infatti in uno spazio unico. In menu, studiato e realizzato dallo chef Niccolo Calcagni, troviamo sia pesce che carne, sia piatti più legati al territorio che altri che spaziano altrove. Dall’uovo con il tartufo nero, alla pasta fatta in casa, il riso al salto con zafferano e sutrinella.
Cantina del Drago
Rimaniamo a Sutri per un altro indirizzo immerso in un ambiente storico, con un bell’esterno. Da Cantina del Drago, come suggerisce il nome, viene riservata una certa attenzione non solo ai piatti ma anche ai vini. In cucina lo chef Martino Mongelli lavora sia con prodotti della Tuscia interna che con ingredienti dal mare. Una piccola sezione della carta lavora solo col pane “bruscato”, con diversi ingredienti di accompagno. Per esempio hummus e insalata di alghe wakame, che sta vicino a pesto di lardo aromatizzato. Fritti, paste fresche e carni dominano il menu, costruito con simpatiche digressioni internazionali.
Isanti
La pasticceria che non ti aspetti nel cuore della Tuscia si chiama Isanti e sta a Corchiano, piccolo comune a nord di Civita Castellana. Si parte alle 7 della mattina con le colazioni e si chiude alle 19 con le merende. Dal bancone arrivano e si possono scegliere splendidi dolcini mignon e monoporzione per ogni momento della giornata, e anche lavorazioni interessanti sul tema del cioccolato.
Casa Tuscia
A Nepi, questo bell’indirizzo fonde l’amore per la cucina con quello per i vini, creando ristorante ed enoteca che corrono paralleli. Un menu alla carta, da gustare durante la bella stagione anche nello spazio esterno, accoglie i visitatori. Grande centralità è affidata alle ricette del territorio, con i prodotti che seguono la stessa filosofia, ma c’è spazio anche per qualche digressione internazionale. Una chicca? La piccola lista di formaggi da dessert.
La Cremeria del Parco
A Tuscania una gelateria allieta gli amanti del dolce con le sue creazioni, che spaziano tra coni e coppette, vaschette, yogurt e granite in stile siciliano. I gusti affondano nel territorio, giocando tra le proposte più classiche e quelle create in casa. Per esempio si trovano: il gusto Spagnola con gelato alla crema, variegato alle Visciole di Cantiano e granella di nocciole caramellata biologica di Corchiano, oppure Cheesecake con stracchino, marmellata di fragole e crumble, ricotta fresca maremmana e fichi caramellati. Ce n’è davvero per tutti i gusti.
Dieci Sedie
Anche nella Tuscia si può mangiare pesce. Lo dimostra la proposta del ristorante Dieci Sedie guidato dallo chef Pietro Paolo Raspini. Del resto il mare è vicino, e questo territorio è molto diversificato e ricco dal punto di vista della proposta di prodotti e materie prime. Ecco dunque un menu che non è propriamente un menu, con 9 portate realizzate espresse ogni giorno sulla base della disponibilità. Grazioso lo spazio esterno, quando utilizzabile, per mangiare en plein air.
Osteria Unicorno
A Farnese, all’interno del wine resort Il Podere di Marfisa, con camere, spa e produzione agricola, si trova l’Osteria Unicorno, un bellissimo ristorante con vista sulle vigne dove sperimentare la cucina dello chef Luigi Ferrante. Il menu si compone in modo creativo, con impiattamenti eleganti che si allontanano dai canoni della classica osteria. Troviamo pesce, verdure, carne nelle preparazioni della cucina, che seguono la stagionalità e la vocazione del luogo. Ci sono anche due menu a degustazione: uno in 3 portate a 45€, uno in 4 portate a 55€.
Horta Grill Bar
Un po’ fuori dai binari di queste zone, un ristorante dentro l’hotel Villa Tirreno con una dedica speciale al mondo della carne e un look da steakhouse americana. È Horta Grill Bar a Tarquinia, un indirizzo aperto dalle 18 in poi per cibo e cocktail. Le carni vengono cucinate al josper, accompagnate da dessert, risotti, paste fresche e anche verdure e pesce. Vini e cocktail completano l’offerta.
Belle Helene
Tra un mare di trattorie e ristoranti, si distingue questa pasticceria di qualità in una strada del centro di Tarquinia. Per assaggiare le creazioni della casa ci sono sia tavoli interni che esterni. Si può anche riportare a casa un pacco di biscotti, oppure di altri dolci confezionati che si trovano a scaffale. Ma il fulcro del lavoro di Francesca Castignani sta nelle sue proposte monoporzioni, dolci di pasticceria moderna che è possibile scegliere direttamente dal banco. Per esempio la Galattica, con croccantino di riso, caramello al fior di sale, torta paradiso al latte, panna cotta al latte e crumb al latte. Oppure Midori, con pistacchio, tè matcha e profumo di agrumi.