Da piccola confetteria nel cuore di Perugia a emblema dal Made in Italy apprezzato in tutto il mondo. L’exploit lungo oltre un secolo di Perugina si deve in buona parte all’invenzione, nel 1922, degli iconici Baci. Un cioccolatino nato per mano di Luisa Spagnoli — leggendaria imprenditrice in anticipo sui tempi — che in 101 anni di carriera non ha smesso di reinventarsi. Il 29 ottobre 2023, infatti, è in partenza la campagna che ne annuncia un’interpretazione inedita, questa volta a base di caffè. Un’aggiunta alla collezione già piuttosto ricca dell’originale cioccolatino col cartiglio.
Da confetteria artigianale a marchio internazionale del cioccolato: l’exploit di Perugina
È il 1907 quando Francesco Buitoni — già imprenditore nel settore pasta —, Leone Ascoli, Francesco Andreani e Annibale Spagnoli, insieme alla moglie Luisa (sì, quella Luisa Spagnoli), avviano un laboratorio di confetti a Perugia. Pochi anni dopo la società si sposta in una fabbrica in periferia, che allarga la produzione a cacao in polvere e macchinari che si impongono velocemente sul mercato. Il 1917 vede la nascita del Cacao Perugina, il ’19 il primo negozio italiano, cui fa seguito nel ’39 quello sulla Fifth Avenue di New York.
Negli anni Venti arriva il brevetto della prima tavoletta Luisa nonché, nel ’22, i popolari Baci. Di lì a poco la Buitoni assume il totale controllo, insieme alla Spagnoli, e lancia altri classici come il Dimmi di Sì, il Tre Re, la Banana Perugina e l’amatissima caramella Rossana. L’azienda poi cavalca il boom economico in modo lungimirante, con sponsorizzazioni a trasmissioni radio e video (tra tutti il Carosello).
Nei decenni a venire la ricerca sulle nuove linee consegna caramelle in stick e alcune delle prime barrette al cioccolato. Poi il lavoro sul packaging: inizialmente con la prima scatola di cioccolatini preconfezionata e, nell’81, con il mitico “tubo” in cartone dei Baci. Dall’88 l’azienda è di proprietà di Nestlé Italia Spa e da qualche anno cura anche il suo Museo Storico, la Casa e la Scuola del Cioccolato.
I Baci Perugina, i primi cioccolatini col cartiglio
Torniamo per un attimo al 1922, al momento in cui Luisa Spagnoli intuisce la potenzialità di nocciole e granella, residui di molte lavorazioni, insieme al ripieno al gianduja, per creare un vero e proprio cioccolatino. Inizialmente battezzato “cazzotto” per la forma simile alla nocca di una mano, è Giuseppe Buitoni (figlio di Francesco e poi compagno della Spagnoli) a cambiarne forma, individuare l’elegante incarto argento con scritte blu e scegliere il più romantico nome di “Bacio”. Il successo della pralina è legato a una strategia di marketing brillante. Merito di Federico Seneca, pittore, grafico pubblicitario e direttore artistico dell’azienda in quegli anni.
È lui a immaginare per la campagna pubblicitaria la coppia di amanti su fondo blu, ispirandosi al celebre Bacio di Francesco Hayez, nonché a inserire nell’incarto gli oggi immancabili cartigli. I “cioccolatini parlanti”, si racconta, sono nati ispirandosi ai bigliettini che Buitoni e Spagnoli si nascondevano a vicenda in mezzo ai dolciumi. “Meglio un bacio oggi che una gallina domani”, recita uno dei primi. O ancora “Un bacio senza barba è una zuppa senza sale”: il sentimentalismo è arrivato senz’altro più avanti.
Tutti i tipi di Baci Perugina e la novità al caffè
Grande classico del San Valentino — e di qualsiasi altra occasione in cui occorre un gesto romantico senza troppo impegno —, i Baci Perugina hanno saputo aggiornarsi, cambiando veste sull’onda delle tendenze, anche gastronomiche. Il primo cambio d’abito avviene nel 2011 con la camicia al cioccolato bianco; tre anni dopo c’è la versione al latte e poi il Fondentissimo 70%, con granella di semi di cacao.
Nel 2019 al grande hype intorno al cioccolato ruby Perugina risponde con un’edizione limitata tutta rosa. Focus sulla ricetta, ma anche sull’eleganza dell’involucro, con la versione Gold e quella firmata da Dolce&Gabbana, con echi siciliani nella granella al limone. Nel 2022 i designer progettano anche la linea celebrativa del secolo di carriera, con cristalli al lampone e incarto rosso rubino (nonché i bigliettini, anch’essi firmati). Rispetto alla novità farcita al caffè, l’azienda descrive “un connubio destinato al successo, grazie anche all’amore che l’Italia nutre per il rito legato al consumo di questa bevanda”.
La nuova livrea? Tra l’ambra e il nocciola, con stelline dorate. Nonostante la campagna di comunicazione debba ancora partire, i Baci al caffè sono già disponibili sul mercato. Come anche un’edizione limitata, ancora più recente, dedicata al Natale: i Baci all’amaretto.