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Domenica, 10 Dicembre 2023
Personaggi

Storia di Solaika Marrocco, la giovane chef autodidatta che cucina il Salento

Ritratto della più giovane chef stellata italiana che, da Primo Restaurant a Lecce, racconta il territorio salentino, insieme ai ricordi s’infanzia. Sono 6 anni che continua a stupire con piatti equilibrati, gustosi ed essenziali

Adora il pomodoro e, a quanto ricorda, il primo piatto che ha cucinato era proprio una pasta al pomodoro. Oggi la ritroviamo in menu, ed è uno dei più rappresentativi: Pasta al pomodoro, peperoncino e origano. È giovanissima, classe 1995, salentina nata a Gallipoli. Fin da piccola le piaceva stare in cucina, osservando la madre che cucinava con amore per tutta la famiglia, e la accompagnava a fare la spesa rimanendo affascinata dalle botteghe di paese. Parliamo di Solaika Marrocco, la più giovane chef italiana stellata, che dal 2017 conduce la cucina di Primo Restaurant a Lecce.

Pasta al pomodoro, peperoncino e origano

La formazione e i premi

La passione per la cucina ce l’ha da sempre, “a soli 10 anni andavo nel panificio dietro casa a dare una mano perché mi piaceva mettere le mani in pasta”, ha raccontato. Dopo aver terminato il percorso all’Istituto Alberghiero di Santa Cesarea e qualche piccola parentesi in ristoranti della sua terra, nel 2016 approda nella brigata di Primo Restaurant – come sous chef a fianco di Sara Latagliata – senza stage prestigiosi, ma con tanto studio e voglia di fare. In una parola: autodidatta. Un anno dopo le viene proposto di diventare l’head chef e di lì una serie di riconoscimenti che l’hanno vista capeggiare in diverse guide e premiazioni.

Turcinieddhi glassati alla birra con marmellata di cipolla all’arancia, critimi in tempura e infuso di luppolo

A partire dal Premio Birra Moretti Gran Cru con il suo celebre piatto: Turcinieddi glassati alla birra, marmellata di cipolla all’arancia, critmi in tempura e infuso di luppolo, tutt’ora in menu. Poi entra nell’Atelier des Grandes Dames e in Ambasciatori del Gusto. Nel 2020 Gambero Rosso la nomina Miglior Chef Emergente, nel 2021 è la Miglior Chef dell’anno secondo Identità Golose. A quel punto, appena ventiseienne, arriva il primo macaron della Guida Michelin, che le dà anche il titolo di Miglior chef dell’anno. Un percorso che l’ha resa nota per essere la più giovane Ambasciatrice del gusto, nonché la più giovane chef stellata d’Italia. Nel 2021 diventa anche la protagonista di un “invention test” di Masterchef.

Primo Restaurant a Lecce

Il ristorante Primo Restaurant a Lecce e i menu

Il ristorante si trova in Piazza Mazzini a Lecce ed è il progetto di Silvia Antonazzo e Marco Morelli, titolari dell’insegna, oltre che maître e sommelier. “Abbiamo voluto che fosse rappresentativo del luogo dove abbiamo aperto”, ha dichiarato Solaika, e si può dire che si sono riusciti. Locale intimo e raccolto, con pochi tavoli in una piccola sala sovrastata dal tipico soffitto a volta di pietra leccese. Una chicca dell’alta cucina, con un ambiente elegante ed essenziale, in cui si respira un profondo legame con il territorio. A rendere la sala ancora più suggestiva la cantina a vista che occupa un lato della sala fino al soffitto. Oltre a una selezione di 8 portate alla carta (due piatti a scelta 80€, tre 100€), la chef salentina propone due menu degustazione: Primo in 7 portate a 130 €, che racconta i piatti del cuore, e 100% Primo in 10 portate a 160 €, che racconta la loro cucina al 100%.

Solaika Marrocco

La cucina di chef Solaika Marrocco

La sua idea di cucina è “sicuramente gustosa, equilibrata e diretta”, ha raccontato in un’intervista, dove la maggior parte dei piatti nascono dai prodotti della sua terra, il Salento e la Puglia, e valorizzano il territorio. Oppure dai ricordi d’infanzia: “la mia cucina è emozione e racconto: costruisco senza pormi limiti, ma partendo sicuramente da sapori, gestualità e riti che conosco da quando ero bambina”. Tecnica e profondo rispetto dell’essenza della materia prima fanno il resto, anche in preparazioni che vedono al centro frattaglie e quinto quarto, che adora, e non mancano mai nel suo menu. Infatti, tra i suoi piatti signature, in carta da ormai 6 anni, c’è l’Animella all’arancia e gamberi crudi di Gallipoli.

Non ha maestri e questo la rende ancora più libera di esprimersi, anche se più volte ha dichiarato che stima molto e trova ispirazione da Cristina Bowerman e Antonia Klugmann. Alle frequenti domande sul messaggio che vuole lanciare alle donne che vogliono diventare chef, risponde: “Essere donna significa poter anche esser lavoratrice, mamma e compagna allo stesso tempo. È un mestiere duro ma non per questo una donna non può farlo in maniera uguale, o perfino migliore, rispetto a un uomo”.

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