Sono ore ancora critiche in tutta la Romagna, colpita dagli eventi alluvionali della scorsa settimana. Una tragedia che solo lo scorso settembre aveva devastato le provincie di Ancona e Pesaro Urbino, con danni incommensurabili anche alle attività ristorative. Dopo otto mesi di lavori, il gelatiere di Senigallia Paolo Brunelli ha riaperto sabato 20 maggio il suo negozio di Via Carducci, condividendo un pensiero di solidarietà e un augurio ai “cugini romagnoli”. Mentre dall’Appennino bolognese alle spiagge di Riccione si continua a spalare fango — e si moltiplicano le iniziative di sostegno al mondo del cibo— ci siamo fatti raccontare la ripresa dell’attività dopo la stessa esperienza.
Chi è il gelatiere Paolo Brunelli
Marchigiano doc, nato nel ’65 sulle colline di Agugliano, in provincia di Ancona, Brunelli è parte di una famiglia di ristoratori, e inizia da giovane a occuparsi di accoglienza all’Hotel Al Belvedere. Ancora prima che adolescente, prende a fare il gelato da sé ereditando le ricette della nonna, poi si innamora del cioccolato, che diventa a tutti gli effetti un altro cavallo di battaglia. Esperto degustatore di vino e poi di tè, Brunelli apre la sua prima gelateria nello stesso Agugliano, alla quale segue nel 2015 il negozio nel centro di Senigallia — quello appena riaperto, anche cioccolateria — e infine, nel 2020, la combinazione tra gelateria e pasticceria di Marzocca (frazione di Senigallia), che si chiama, appunto, Combo.
Autore di diversi volumi sul gelato, è tra i fondatori della Compagnia Gelatieri, nonché un punto di riferimento per l’intero settore. Insomma uno dei gelatieri più influenti d’Italia.
L’alluvione di Senigallia
“Quando il 15 settembre il Misa ha rotto gli argini, qui non si è salvato nulla”, racconta Brunelli circa il negozio proprio a pochi metri dal lungofiume. “Non tanto per l’acqua quanto per il fango, che ha completamente mandato in tilt i macchinari”. Il punto vendita di Via Carducci era aperto da 8 anni e già stato oggetto di un restyling nel 2018. “Eravamo già felicissimi così, e invece abbiamo dovuto reinventarci”.
Ancora in attesa di un contributo pubblico di due decine di migliaia di euro una tantum — “toccherà a tutti gli esercenti colpiti, ma ad oggi siamo ancora in attesa” — il gelatiere si è rimboccato le maniche, forte del sostegno di altri amici imprenditori: “Sono stati loro a tarmi più vicini e aiutare concretamente. Dall’imbianchino al muratore, passando per l’architetto. Abbiamo lavorato insieme e tutti mi sono venuti incontro sui tempi di pagamento. Sono certo che anche per i colleghi romagnoli, piano piano, sarà così”.
Il nuovo negozio di Senigallia
“La paura che possa capitare di nuovo — soprattutto dopo le scene che arrivano dalla Romagna — rimane, ma non ho voluto lasciare questa zona”, racconta Brunelli, che come altri esercenti del centro di Senigallia ha montato delle paratie per prevenire futuri allagamenti; “come a Venezia, anzi peggio”.
L’inondazione ha risparmiato solo gli allacciamenti alla rete idrica ed elettrica, ma lui ne ha approfittato per ridisegnare un locale che è più bello di prima, tutto giocato intorno alla forma ricorrente e alle proporzioni del cerchio. Il punto vendita ha inaugurato ufficialmente sabato 20 maggio, sotto una pioggia leggera: “Abbiamo chiuso e riaperto con l’acqua, ma questa volta lo prendo come un buon auspicio. Già domenica, nella prima giornata di sole, siamo stati presi d’assalto dai clienti. Ci hanno riempito di affetto e finito in poche ore tutto il gelato!”.
Il gusto della riapertura di Brunelli a Senigallia
Ad accoglierli hanno trovato un bancone fornitissimo di referenze in fatto di gelato e cioccolato. E anche qualche bella novità. “Il gusto che celebra la riapertura si chiama Il gelato in bianco, ed è il mio tentativo di inserire il gusto umami anche nel gelato”, racconta il gelatiere, “lo facciamo con un grande latte da mucche Jersey al pascolo, zucchero e un infuso di polvere di farina di mais e funghi shiitake. È tutto bianco, un fiordilatte con una marcia in più, dove uso anche un po’ di scorze di Parmigiano. Per me è un simbolo di rinascita dalle cose piccole, buone e domestiche”.
Il suo augurio per i colleghi romagnoli colpiti dal disastro? “Ce la faranno, come ce l’abbiamo fatta noi. Ne sono certo, perché so che parlano poco, ma hanno ancora più ‘tigna’ e coraggio. Rinasceranno più forti e vorrei che il mio esempio portasse loro un po’ di fiducia”.