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Giovedì, 30 Novembre 2023
Le Storie

Come ha fatto la Turchia a diventare uno dei più grandi produttori di pasta del mondo?

Dalle vie delle carovane, alle intricate vicende che spiegano l’origine della pasta, non stupisce di trovare vicino all’Italia un Paese dove la pasta è ormai un affare di stato. Viaggio nella Turchia pastaiola

Sulla Via della Seta, su quella delle Spezie e lungo le innumerevoli tratte carovaniere che collegavano l’estremo oriente con l’Europa occidentale hanno viaggiato per secoli, in entrambe i sensi, oggetti e prodotti. Uno dei cibi che ha percorso questi itinerari e che si è fermato in diversi luoghi diventandone un “piatto tipico” è la pasta. Uno dei Paesi che portano quotidianamente in tavola un piatto di pasta è la Turchia. Come nella miglior tradizione mediterranea, anche nelle ricette turche, la pasta viene condita con le verdure, accompagnata ai legumi, servita in brodo, impiegata come contorno e addolcita nei dessert.

Dalla Cina all’Europa ma con radici antiche

A riprova del viaggio che la pasta avrebbe fatto c’è una delle storie più condivise riguardo la sua nascita e che narra che sia stata inventata dai cinesi e portata in Europa da Marco Polo nel 1295, al suo ritorno dall’impero del Gran Khan. Altri popoli, però, ne rivendicano la primogenitura. Il primo a parlarne, infatti, nel V secolo a.C., è il commediografo greco Aristofane, che in una delle sue commedie descrive un tipo di pasta simile agli attuali ravioli.

Tracce dell’uso della pasta si hanno dagli Etruschi. In una tomba di Cerveteri sono riprodotti strumenti da cucina, molto simili a quelli odierni, necessari per preparare i ravioli. Anche i Romani mangiavano pasta tanto che molti autori, come Orazio o Terenzio Varrone, parlano già nel l secolo a.C. nelle loro opere, delle lagane, strisce di pasta più o meno larghe che spesso contenevano farciture a base di verdure e non mancano riferimenti negli scritti di Apicio, uno dei più antichi compilatori di ricette gastronomiche del I secolo d.C.

La pasta turca, un mondo in forte crescita

Secondo produttore in Europa dopo l’Italia, e terzo al mondo dopo Italia e Usa, la Turchia è il secondo esportatore al mondo di pasta verso 160 paesi. Secondo gli ultimi dati la produzione di pasta nel Paese è decuplicata in dieci anni fino a superare i 2 milioni di tonnellate, (di cui 1,4 destinati all’export), con un consumo medio pro capite di quasi 8 chilogrammi l’anno. In Italia, primo produttore al mondo, nel 2022 le tonnellate erano 3,6 milioni, secondo i dati riportati da Coldiretti e Confagricoltura.

Un laboratorio di produzione di pasta

Il settore della pasta” spiega Muhittin Aykut Göymen, presidente di TMSD, l’Associazione turca degli industriali della pasta “è importante nell’agroalimentare del nostro Paese. Impiega, fra diretti e indotto, circa 50mila persone e ha un valore economico di 1,5 miliardi di dollari”. Attiva dal 1993, TMSD conta 25 membri, fra cui Arbella, tra le prime dieci aziende di pasta al mondo in termini di capacità produttiva (oltre 185 mila tonnellate di semola e 200 mila tonnellate di pasta) e potenziale di esportazione (è presente in un centinaio di Paesi fra Africa, Europa, Giappone e Canada).

Arbella ha investito per la prima volta in un impianto per la produzione della pasta in Turchia nel 2006” ricorda Gulcin Arslan Hazar, vicedirettore generale di Arbella Makarna “nella città portuale di Mersin. Grazie alle più recenti tecnologie (l’azienda ha scelto le soluzioni dell’italiana Storci ndr) e all’alta qualità delle materie prime utilizzate, abbiamo raggiunto un importante obiettivo: la gestione e la produzione sono certificati da un sistema riconosciuto a livello internazionale. Stiamo svolgendo studi di ricerca e sviluppo sulla produzione della pasta, sondando le richieste dei consumatori per orientare tale ricerca e permetterci di migliorare i nostri prodotti verso ricette sempre più equilibrate. Alcuni risultati recenti di questo studio ci dicono che i consumatori preferiscono la pasta con lenticchie e ceci e gli spaghetti già porzionati”.

La pasta all’italiana ma fatta in Turchia

E poi ancora, si parla anche di associazioni di produttori molto strutturate. “Müsad, l’associazione dei produttori e degli industriali della pasta” dice Nihat Uysalli, presidente del consiglio di amministrazione “unisce i principali player dell'industria turca della pasta come Barilla G?da, Berrak Makarna, Golda Makarna, Noah's Ankara Makarnas?, Pastavilla e Selva Makarna. Secondo i dati Nielsen, la nostra associazione rappresenta l'80% del mercato e il 90% del settore in termini di notorietà del marchio, e si distingue con una quota del 70% nell'export di prodotti di marca dell'industria della pasta”.

In particolare, l’italiana Barilla produce in loco i formati tradizionali come spaghetti, linguine, farfalle, gnocchetti e tortiglioni impiegando grano turco a cui si affianca la linea Academia con grano 100% Aureo italiano. Per un perfetto primo piatto “italian Style” l’azienda parmense porta in Turchia anche la linea di sughi pronti della tradizione come l’Arrabbiata, la Napoletana o pomodoro e basilico e il pesto nelle varianti alla genovese, ricotta e noci e rosso con Grana Padano Dop e Aceto Balsamico di Modena.

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