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Lunedì, 11 Dicembre 2023
Territorio

Perché i vini delle Langhe stanno in una bottiglia diversa da tutte le altre?

Si chiama Albeisa la storica bottiglia delle Langhe: era andata perduta per 150 anni, poi recuperata e diventata simbolo di una antica tradizione e del territorio in cui sono prodotti alcuni tra i più celebri vini italiani. La storia

Si parla di Langhe sì, ma per una volta in maniera insolita. Infatti, non si parla di vino bensì del suo contenitore, che è diventato un elemento distintivo del territorio, nonché una sorta di marchio di qualità. Eppure è semplicemente una bottiglia. Però per poter utilizzare questa bottiglia bisogna far parte del Consorzio Albeisa.

Marina Marcarino, la Presidentessa del Consorzio Albeisa

L’affascinante storia della bottiglia Albeisa

Albeisa è la bottiglia storica del territorio, risalente agli inizi del 1700. I vini di Langa, visto il loro pregio, sono stati tra i primi ad essere imbottigliati quando la gran parte del vino era sfuso. I produttori dell’albese decisero di adottare una bottiglia di forma differente per distinguersi: la fecero progettare ai mastri vetrai delle Antiche Vetrerie di Poirino. Così nacque la bottiglia, simile per altezza e diametro alle francesi, ma con un design diverso. Veniva prodotta con la soffiatura a bocca a km 0; infatti, “Alba era un porto fluviale e le sponde erano ricche di sabbia, mentre le colline contengono argilla, per cui c’è sempre stata una tradizione di fornaci che producevano mattoni e vetro”, spiega Marina Marcarino, la presidente del Consorzio, nonché produttrice di Barbaresco dell’azienda biologica Punset. Poi i francesi iniziarono a sviluppare una produzione semi-industriale, scegliendo i formati della bordolese e della champagnotta. 

Gamma di bottiglie Albeisa

La rinascita della bottiglia Albeisa: storica, innovativa e sostenibile.

Nelle Langhe tentano il salvataggio dell’Albeisa, ma purtroppo i prezzi non riescono a tenere il mercato e la bottiglia scompare per 150 anni. Fino a quando nel 1973 il produttore visionario Renato Ratti, “ritrova in uno scantinato alcune bottiglie piuttosto strane. Inizia ad indagare sulla provenienza e scopre che era la bottiglia del territorio. Così insieme ad altri 15 produttori, decise di riportarla alla luce”, riadattandola alle esigenze moderne e scrivendo in rilievo il suo nome per renderla ancor più riconoscibile. Di lì inizia la collaborazione con le Vetrerie Italiane di Dego al confine tra Piemonte e Liguria, che adesso si chiama Veralia. Oggi esistono 10 tipologie di bottiglie Albeisa, in varie forme e colori, tutte riprodotte e regolamentate tramite un preciso Statuto, che mai prima era stato messo in atto per disciplinare l’utilizzo di un contenitore. Albeisa ha iniziato a viaggiare per il mondo, diventando ambasciatrice del grande contenuto che porta al suo interno.

Il Consorzio Albeisa e la Nebbiolo Prima

Il Consorzio Albeisa e la Nebbiolo Prima

Albeisa è un Consorzio dedicato a promuovere i grandi vini dell'albese a livello globale che nacque come associazione: l’Unione Produttori Vini Albesi. Da 27 anni, organizza la Nebbiolo Prima, l’evento internazionale dedicato alle anticipazioni di Barolo, Barbaresco e Roero, con l'obiettivo di valorizzare il ricco patrimonio vitivinicolo di Langa e Roero. Albeisa quindi, è anche l'organismo che promuove l'utilizzo della bottiglia Albeisa, impegnandosi a seguire certe regole; infatti, per utilizzarla, non è sufficiente essere produttori della regione delle Langhe, ma sono necessari requisiti speciali. Tra questi: l'uso della bottiglia almeno una volta all'anno e per almeno un prodotto proveniente da vigneti coltivati all'interno della zona denominata "Langhe", la presenza di una sede produttiva entro i confini delle Langhe e l'ammissione al Consorzio. Oggi Albeisa conta oltre 300 membri, con un utilizzo di 23 milioni di bottiglie nel 2022.

Collezione Grinzane Cavour

I progetti che sostiene Albeisa: Save The Truffle e la Collezione Grinzane Cavour

Albeisa si occupa anche di sostenere iniziative che conservano il territorio e favoriscano la sostenibilità. Tra queste c’è Save the Truffle: “un progetto di ripopolamento ambientale che vede l’impianto di specie autoctone e tartufigine per preservare i tartufi e interrompere la monocoltura della vite, ripristinando la biodiversità”, spiega Marina. Inoltre, sostiene la Collezione Ampelografica di Grinzane Cavour, un ettaro di terreno ai piedi di uno dei castelli del Conte Camillo Benso di Cavour, che ospita circa 500 diversi vitigni storici, alcuni dei quali scomparsi. “Un museo vivente a cielo aperto, di cui incentiviamo le finalità didattiche e la ricerca sui vitigni rari e sconosciuti. Facciamo micro-vinificazioni per testarli e capire se possano avere un futuro produttivo”. Una delle ultimissime novità è la nuova sede di Albeisa, che dovrebbe aprire a breve in centro ad Alba: un luogo dove racconteranno il territorio ai consumatori e organizzeranno degustazioni guidate dei vini del Consorzio.

La ricerca del tartufo

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