Tra Treviso e dintorni quello del tiramisù è una sorta di patrimonio che scorre nelle vene. Campionati, gare, ricette contese tra ristoranti, storie e leggende, si fondono in quel mix speciale di caffè, uova, mascarpone e zucchero che è anche il dolce italiano più conosciuto e ordinato all’estero, oltre che in Italia. Cosa accade quindi se, in provincia di Treviso, la passione per il tiramisù incontra una storica famiglia di distillatori?
La storia di Bonaventura Maschio: una famiglia di distillatori
I Bonaventura Maschio, oggi rappresentati dalla quinta e sesta generazione, dai figli Anna e Andrea e dal papà Italo, non vengono in realtà proprio da Treviso. Il bisavolo, Antonio, era sì originario del Veneto, ma precisamente di Cismon del Grappa, in provincia di Vicenza. Da qui alla fine dell’800, si spostava per distillare la grappa con un alambicco mobile. Oggi in azienda se ne conserva uno simile, sempre d’epoca, comprato in Francia da un museo che dismetteva vecchi pezzi di storia contadina. Ma la povertà spinse Antonio a spostarsi all’estero, poi a tornare in Italia stabilendosi in provincia di Treviso. Oggi l’azienda ha sede a Gaiarine, a nord-est della città. Qui si fa produzione, ma anche accoglienza e didattica.
Il tiramisù di casa: un nuovo esperimento
Chissà se il nonno del nonno (e poi ci perdiamo) Antonio, avrebbe immaginato che quella sua “passione che aveva trasmesso ai figli, e poi ai figli dei figli” come racconta Andrea, oggi sarebbe diventata una fucina di idee creative e, talvolta, anche fuori dagli schemi. Non solo gin, amari, acquavite e grappe, ma anche il risultato di un amore viscerale per il dolce della zona: il tiramisù. Da questo connubio è venuto fuori Tiramisù di Casa, un distillato che ha l’obiettivo ambiziosissimo di condensare nella bevuta il sapore del tiramisù e la complessità del suo gusto, divisa e riunita tra biscotti, crema, caffè e cacao.
La storia di un liquore che nasce nell’ombra
Lanciato sul mercato nel maggio del 2021, Tiramisù di Casa è un liquore al tiramisù dal nome chiarissimo, loro l’hanno definito “auto-spiegante”. Del resto, chi non conosce il tiramisù? “Avvolgente, dolce, una coccola per il palato… ovunque voi siate, ogni sorso vi riporterà a casa, perché casa è dove c’è sempre un tiramisù che vi aspetta”. Come ci racconta Andrea Maschio, la creazione della ricetta, figlia di un lavoro prolungato, è avvenuta in gran segreto, per mantenere l’effetto sorpresa sul prodotto finale. Avvolto da un packaging retrò, il liquore deve avere il sapore, il profumo e il gusto di casa, meglio se servito con una leggera spolverata di cacao a completare l’assaggio.
All’assaggio del tiramisù liquido
“Deve replicare la consistenza vellutata del tiramisù” racconta Andrea Maschio, per questo si è lavorato per mettere in equilibrio gli ingredienti e creare un mix riconoscibile. Va conservato a una temperatura compresa tra gli 8 e i 18°, anche a seconda dei gusti, e bevuto in purezza, proprio come se fosse un tiramisù (ma pronto per il servizio in ogni momento), però con il 16% di alcol. Si può accompagnare con dolci secchi e frolle. Sconsigliata invece l’unione con agrumi e bevande a base acida. Ma sa veramente di tiramisù? Assolutamente sì, anche se l’idea del perfetto tiramisù che ogni persona ha in testa è un mondo a sé, fatto di abitudini, usanze e ricette di famiglia.