Ce l’hanno ripetuto tante volte: le api, e con loro l’equilibrio su cui si basano interi ecosistemi, sono in crisi. L’Osservatorio Nazionale Miele, ad esempio, ha condiviso un report disastroso sull’andamento dello scorso maggio, che parla di una pressoché totale assenza di raccolti primaverili dovuta alla grande siccità di aprile e per contro alle piogge straordinarie di maggio. Sappiamo bene che tali oscillazioni non mettono a rischio soltanto la produzione del miele, ma che l’87,5% delle piante spontanee e circa il 40% della produzione agricola mondiale dipende, almeno in parte, dall’impollinazione (dati dell’Assessment Report on Pollinators, Pollination and Food Production). Per questo è importante celebrare la storia e i traguardi di una delle aziende più longeve in questo campo: Apicoltura Piana, che dai colli bolognesi è al lavoro da 120 anni per proteggere e valorizzare la filiera del miele.
La storia di Apicoltura Piana a Castel San Pietro Terme
Nel 1903 il professor Gian Pietro Piana, docente all’Università di Milano, decise di trasferirsi nel verde delle colline di Castel San Pietro, a poco più di venti chilometri da Bologna. Lì, insieme al figlio Gaetano, studiò a fondo l’affascinante vita delle api, particolarmente a proprio agio tra frutteti ed erbe aromatiche. Rendendosi conto delle doti delle api italiane, più docili e produttive rispetto ad altre specie europee, fondò Apicoltura Piana per “allevare” questo tipo di regine.
Nei primi anni ’50 l’azienda era già diventata una delle principali del settore, praticando anche apicoltura nomade per la produzione di miele e la produzione di fogli cerei (particolarmente preziosi, prima dell’avvento delle plastiche). Al vertice del settore, nel nostro paese, si trova saldamente dagli anni ’90, producendo e confezionando il proprio prodotto e raccogliendo quello di altri piccoli apicoltori da aree vocate dello Stivale, tra Piemonte e Calabria, per un totale di 5mila tonnellate annue di miele di qualità.
Le “arnie intelligenti” e i prodotti sostenibili di Apicoltura Piana
Le radici ben salde nel passato non impediscono a Massimo Mengoli — Amministratore Delegato di Apicoltura Piana — di investire sulle metodologie più aggiornate per migliorare la vita dei suoi apiari e quella dei fornitori.
Un recente aggiornamento riguarda l’adozione di Melixa System, una tecnologia avanzata che monitora in tempo reale e da remoto la vita delle arnie, senza interferire in alcun modo con l’attività degli insetti. Il sistema è stato messo a punto da Melixa, una start-up costituita da ricercatori e docenti universitari, e rileva la produzione di miele attraverso una bilancia sotto l’arnia, controlla la popolosità e il benessere delle colonie con un “conta-voli”, monitora le condizioni ambientali interne ed esterne e, grazie alle telecamere, offre un controllo visivo e immediato dell’apiario. Il tutto ricaricandosi autonomamente per mezzo di pannelli solari.
Frutto di un pensiero sul design del prodotto è invece la nuova confezione della linea Squeeze (i tubetti capovolti per “spremere” il miele senza sporcare troppo), realizzata in polietilene riciclato al 50%, al fine di ridurre significativamente l’impatto ambientale.
Per quanto riguarda il piacere della tavola — parliamo pur sempre di un nettare dolcissimo — il repertorio mantiene i classici millefiori, miele d’arancio, acacia e il più “robusto” di castagno, ma si arricchisce anche di novità: come l’aromatico miele di tabacco selvatico, di recente produzione, adatto non solo per preparazioni dolci ma anche per accompagnare piatti salati.