Esiste qualcosa di più rassicurante, confortevole e nutriente — per il fisico come per il morale — di una pagnotta calda? Un’iniziativa benefica in corso nelle zone romagnole travolte dall’alluvione del 16 e 17 maggio vuole arrivare, proprio tramite il pane, ad affiancare chi sta gestendo le conseguenze della calamità. Quella organizzata dal team di emergenze della Fondazione Francesca Rava di Milano, Koor srl Società Benefit e dalla no profit Creative Knowledge Foundation è un’azione dal valore unitamente simbolico e concreto, attuata con il supporto della Protezione Civile per portare un panificio mobile nelle località più colpite. Il racconto.

La Fondazione Francesca Rava

La Fondazione Francesca Rava ha sede a Milano ma è impegnata da vent’anni in Italia e nel mondo a sostegno dell’infanzia e nell’intervento in situazioni di disagio. “Siamo esperti nelle operazioni urgenti in aree critiche”, spiega Emma Bajardi, responsabile delle emergenze per la Fondazione, “e ci siamo mossi tempestivamente insieme al Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, le amministrazioni locali e i nostri operatori. Con Marco Randon, fornaio di Mantova nonché nostro volontario storico che ha aperto forni e scuole di panificazione anche ad Haiti dopo il terremoto del 2010, abbiamo trasformato un tir in panificio mobile, contando sugli strumenti di Polin, azienda di Verona leader nella produzione di macchinari e attrezzature per panifici, pasticcerie e pizzerie”.

Dalla sinergia con Koor, società impegnata in progetti di sviluppo sostenibile, e CKF, che invece si occupa di valorizzare le competenze artigianali nel campo del cibo, si è predisposto così un intervento per garantire la distribuzione di pane fresco alla popolazione. “Particolarmente prezioso in aree in cui sono mancate a lungo elettricità e acqua corrente”, aggiunge Bajardi.

Il panificio mobile in Emilia-Romagna

Parcheggiato nei pressi del Palazzetto dello Sport di Lugo di Romagna, il panificio mobile è un mezzo su ruote e autonomo, fornito degli strumenti necessari per impastare e cuocere, “con anche un generatore che ci rende autosufficienti, per rispondere alle emergenze e salti di corrente”. Al lavoro ci sono sette fornai da tutta Italia, che impastano senza sosta panini, “ma anche focaccia e pizze rosse, che non sono solo utili ma anche molto apprezzate”. La farina e le materie prime arrivano da fornitori già al fianco alla Fondazione in precedenti operazioni, come anche da donazioni e iniziative private.

Nei soli primi tre giorni di lavoro il “panificio ambulante” ha sfornato venti quintali di prodotto, distribuiti da un pick up dedicato tra le mense della Protezione Civile nei comuni di Lugo, Sant’Agata sul Santerno, Riolo Terme, Faenza, Imola, Solarolo e Conselice. Un totale di 7mila pezzi “che continueremo a produrre osservando l’evoluzione dell’emergenza, che per ora ha un profilo frastagliato. Ci sono paesi in via di ripresa e altri ancora isolati.

La situazione va monitorata giorno dopo giorno, ma ci siamo dati un orizzonte di intervento che arriva fino alla metà di giugno”. Nemmeno dopo il primo periodo più critico, però, la Fondazione intende lasciare la zona: “Passeremo al sostegno di realtà che si occupano di infanzia, il nostro campo principale, inviando — come già fatto — materiali di prima necessità, ma anche raccogliendo fondi e sostenendo progetti per il ripristino di asili e centri per bambini”.