Festeggia nel 2023 i 40 anni di attività una manifestazione che ha nella sua capillarità e longevità il punto di forza: sono i week-end gastronomici della provincia di Pesaro e Urbino e del Montefeltro, un modo per conoscere un territorio ancora poco esplorato attraverso le sue attrazioni gastronomiche, culturali e urbanistiche.
Fine settimana gastronomici, l’origine
Sono 46 i ristoranti che aderiscono all’iniziativa, ideata da Confcommercio Marche Nord, che prevede la creazione di itinerari e menu speciali in un arco di tempo che va da sabato 15 aprile e domenica 11 giugno 2023. Per tutti i fine settimana che cadono in queste settimane, i ristoranti aderenti predispongono menu a prezzo bloccato basati sui prodotti e sulle ricette del territorio, nonché una carta speciale di vini marchigiani. “Non solo tagliatelle e arrosto misto, ma piatti mai banali” dichiarano gli organizzatori che puntano a portare nei piccoli borghi dell’entroterra (sono escluse infatti le attività che si trovano sulla costa) viaggiatori desiderosi di conoscere le Marche e di farlo attraverso la tavola di piccoli centri abitati.
Week-end gastronomici: l’edizione primaverile
Ogni anno da 40 anni, il rituale si ripete due volte all’anno, per l’edizione primaverile e autunnale. “L’adesione è molto alta, contiamo circa 12.000 persone in visita. Considerato che spesso si tratta di paesi con un solo ristorante e pochi abitanti, può fare davvero la differenza” racconta a Cibotoday Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio Pesaro e Urbino “questi territori spesso sono considerati marginali nei flussi turistici. Da quando abbiamo cominciato 40 anni fa, la cucina dell’entroterra è notevolmente cresciuta, anche grazie a questa attività. I menu sono sempre più dettagliati, i prezzi vengono stabiliti a monte, non prevedono costi aggiuntivi e sono chiari. Ci sono talmente tante adesioni che spesso i ristoranti sono costretti a riproporre i menu anche nei week-end successivi”.
Come funzionano i week-end gastronomici
Per conoscere le iniziative dei singoli ristoranti e prenotarsi, gli aspiranti viaggiatori fanno riferimento a un libretto, una sorta di guida che raccoglie tutti i menu di tutti i ristoranti, con portate e prezzi, oltre a storia e descrizione dell’attività, indirizzi e numeri di telefono. Si va da Cartoceto a Pietracuta di San Leo, da Carpegna a Colli al Metauro, una storia di territori, strade e piazze raccontata da attività locali, spesso a conduzione familiare, che puntano tutto sull’accoglienza e sulla visibilità che certe occasioni possono offrire per allargare il proprio bacino. Il prezzo a persona non supera mai i 29 euro ed è sempre dichiarato con anticipo, in modo da rimanere accessibile e trasparente, per tutte le tipologie di viaggiatori. Una versione digitale del libretto stesso è disponibile anche online.
Conoscere le Marche attraverso i suoi borghi
Oggi più che mai – ci sono voluti 40 anni – l’iniziativa sembra incontrare anche esigenze ravvivate dalla pandemia. Ad esempio? La necessità di ripensare il turismo e di creare strategie sostenibili per le aree interne italiane, un pezzo di paese che rischia di soccombere sotto il peso dell’incuria e dell’abbandono. “Anche i turisti ormai vengono in Italia per conoscere i territori interni, non solo le grandi città. Territori che spesso sono sconosciuti anche agli italiani” ricorda Sandro Pappalardo, consigliere Enit (Agenzia Nazionale del Turismo). Ed in questo occhio periferico, soprattutto dopo la pandemia, sta la chiave della durata della manifestazione. “Sono territori fuori dal circuito del turismo di massa, spesso considerati territori minori” dichiara la CEO di Enit Ivana Jelinic “questo ci aiuta a rendere i flussi più congrui e più sostenibili”.
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