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Domenica, 10 Dicembre 2023
Turismo

Ristoratori e chef disperati per il servizio taxi a Roma. Le testimonianze

Ritardi, richieste di pagamento in contanti, oppure semplicemente attese infinite e telefoni che squillano a vuoto. A documentare sono chef e ristoratori: “Prima con i colleghi parlavamo di piatti, ora ci lamentiamo dei taxi”

Sono le 22 di sera e fuori dalla stazione Termini c’è una fila senza fine per prendere un taxi. La metro ha già chiuso da un’ora, le navette sono stracolme, le valige non si possono di certo caricare su una bicicletta. Sono le 22 ma potrebbe essere anche giorno pieno. Lo testimoniano i video di Piero Armenti de Il Mio viaggio a New York, e gli sfoghi sui social anche da personaggi poco avvezzi alla polemica. “È una vera e propria dittatura” aveva commentato il celebre presentatore Pippo Baudo, seguito da Massimo Ghini e Nancy Brilli, Alba Parietti, Luca Argentero e una lista che si allunga di giorno in giorno.

E a farne le spese sono anche i turisti, che non hanno mezzi propri per muoversi sul suolo della Capitale (ma a Milano le cose non vanno meglio). Attirati a Roma dalla ricchezza dell’offerta gastronomica e dalle aperture di grandi alberghi di lusso, si trovano a destreggiarsi in una giungla di trasporti incomprensibile per una grande Capitale con i flussi di Roma. Certo, tra i ristoranti, si salva chi sta vicino a una piazzola dei taxi oppure chi lavora con una clientela soprattutto romana, ma nel mondo dell’alta o media ristorazione la situazione è drammatica. Ad inasprire ancora di più i rapporti con i tassisti, anche uno sciopero della durata di 24 ore che cade martedì 10 ottobre, indetto da Usb, Orsa e Fast Confsal per osteggiare l’allargamento delle licenze fino al 20% in diversi comuni italiani. Abbiamo intervistato chef e restaurant manager che lavorano a Roma per capire come stanno veramente le cose.

Marco Martini – Marco Martini Restaurant

Noi lavoriamo soprattutto con turisti e stranieri e siamo sempre pieni, non stop da due anni almeno. Fino a qualche tempo fa erano solo e soltanto figuracce con i nostri clienti. Solo da un mesetto stiamo testando un nuovo sistema di collegamento diretto con la centrale tramite tablet delle prenotazioni e devo dire che, incrociando le dita, per il momento le cose vanno meglio.

Lo chef Marco Martini nel suo ristorante

Marco Morello – Collettivo Gastronomico Testaccio

C’è un deficit di macchine a disposizione ed è evidente che questo si ripercuote su tutti i settori, incluso quello della ristorazione. Negli ultimi tempi, quando abbiamo clienti di una certa età o stranieri, abbiamo molte difficoltà a reperire macchine perché semplicemente sulle app le auto non si trovano, mentre al centralino proprio neppure rispondono. Oltretutto nel nostro specifico, stando all’interno dell’Ex Mattatoio, ancora non si riesce a geolocalizzare Piazzale Dino Frisullo, nonostante abbiamo fatto numerose richieste anche mettendo a disposizione investimenti da parte nostra. Ma non solo le macchine non sono abbastanza, spesso gli operatori sembrano scegliersi le corse più accattivanti. I clienti tendono a non lamentarsi con noi ma è sempre imbarazzante e sconfortante vederli quando sono alla caccia di un taxi, perché le loro espressioni non dicendo nulla dicono tutto.

Marco Morello durante un evento

Giulio Terrinoni – Per Me

Di taxi ce ne vorrebbero di più, anche se secondo loro sono abbastanza. Voglio anche dire però che il servizio taxi non può sopperire al vero problema che è un trasporto pubblico scadente. Ed è anche vero che un boom di turisti come in questi anni non si era mai registrato e non solo a Roma. Qualsiasi angolo d’Italia è stracolmo di gente. Bisognava prevedere tutto questo? Io soluzioni non ne ho, so solo che avvertiamo disagi e dobbiamo gestire clienti che alle volte sembrano sequestrati al ristorante. E vediamo che alcune sere alcuni clienti si rivolgono a tassisti privati.

Lo chef Giulio Terrinoni nel suo ristorante Per Me

Cristina Bowerman – Glass Hostaria

La situazione dei taxi è disastrosa e insopportabile. E lo dico oltre che da imprenditrice anche da cittadina, visto che sono 7 anni che ho deciso di fare a meno della macchina e so benissimo di cosa parlo. È facile segnalare mancanza di auto e arroganza da parte dei tassisti. La scorsa settimana ho dovuto prendere io, personalmente, una Car2Go e portare un cliente in stazione in quanto sembrava non esserci un taxi in tutta la città: sono disagi incredibili. Ti posso mandare centinaia di mail e di messaggi di protesta: la città con questo numero di licenze taxi appare non in grado di assorbire tutto il turismo che c’è. Per non parlare del Giubileo alle porte e forse di Expo2030. Il fatto che i mezzi pubblici non funzionano aggrava la situazione, ma di base il numero dei taxi è inadeguato: è veramente una vergogna. E poi c’è la ciliegina sulla torta: ci sono alcune applicazioni che non accettano neppure più la prenotazione, altre che applicano una fee aggiuntiva di 2,5 € a corsa, indipendentemente dalla corsa. Io continuo a non avere l’auto perché mi sono fatta i conti e sommando taxi e car sharing comunque risparmio molto rispetto a possedere una macchina, ma la situazione è comunque inaccettabile. Spero che questo sindaco sia in grado di fare un’azione forte nonostante le proteste che ci saranno. Voglio comunque sottolineare che non tutti i tassisti sono uguali, ma c’è una quota troppo alta di imprenditori non in linea col servizio di una capitale europea. 

La chef Cristina Bowerman

Davide Del Duca – Bianca e Osteria Fernanda

I problemi che abbiamo con i taxi sono sempre gli stessi in entrambi i locali. Un po’ di ritardi, cifre diverse dall’andata rispetto al ritorno, dunque scarsa affidabilità riscontrata dai clienti nel costo della corsa. Questo però nelle giornate “normali”, ma le giornate normali sono poche. Parliamo delle festività, quando il servizio è praticamente inesistente: si aspetta anche mezz’ora per una macchina perché non viene proprio garantito il servizio. E poi ci sono i giorni delle partite, quando la difficoltà a reperire un taxi è notevole. Disponiamo di un “pos taxi” per il collegamento diretto con la centrale, ma le cose migliorano poco. La cosa più assurda è che ci sono taxi che non accettano carte di credito da stranieri, questo è un problema perché molti stranieri chiedono a noi di chiamargli una vettura che abbia pos ma poi si ritrovano col tassista che, evidentemente interessato a prendere i soldi in nero, non accetta la carta di credito. Questa è la cosa che ci capita più di frequente.

Lo staff di Bianca Trattoria. A sinistra Andrea Marini, al centro Davide Del Duca e Manuela Menegoni, davanti Luca Carucci, Ph. Andrea Di Lorenzo

Matteo Zappile – Ristorante Il Pagliaccio

È indescrivibile l’espressione di incredulità di un americano che ha speso cifre molto importanti da noi a cena, a cui dobbiamo dire: non ci sono taxi, nel 2023, nella Capitale d’Italia. Sono 13 anni che lavoro al Pagliaccio e la situazione è sempre stata problematica, ma negli ultimi anni molto di più. Appena c’è un evento, in particolar modo nel fine settimana, la situazione collassa. L’ultima volta è successo qualche giorno fa con la Ryder Cup. I clienti hanno problemi sia ad arrivare che ad andarsene. Spesso gli hotel dove alloggiano, l’Hassler, l’Eden, il Bulgari solo per dirne tre, ci chiamano per dire che i clienti sono in ritardo perché non riescono a trovare loro un taxi. Verso le 23 o mezzanotte i taxi semplicemente non ci sono. Spesso si presentano alcuni che non lavorano adeguatamente, dobbiamo comunicare noi con loro perché non sanno una parola di inglese. Alcune volte i clienti arrivano che sono già arrabbiati: li costringono a prelevare contanti in banca, li lasciano lontani dal ristorante, oppure fanno percorsi allucinanti prima di arrivare. È un delirio. Avoglia ad aprire hotel di lusso, se non abbiamo neppure i taxi.

Il restaurant manager Matteo Zappile

Rudy Travagli - Enoteca La Torre

La questione dei taxi per noi è un grosso problema. Roma è in alto mare. Abbiamo un contatto diretto con il servizio taxi e siamo forniti del “pos taxi”, che dovrebbe essere il sistema più veloce e sicuro per mandare le richieste. Di solito il taxi arrivava entro 2-4 minuti dalla chiamata, ma oggi le attese sono lunghissime e questo comporta disagi prima e dopo il servizio. Nel primo caso perché gli ospiti stessi non trovano i taxi e fanno ritardo, soprattutto nella fascia delle 20/20.30. Naturalmente ci avvisano, ma con poco preavviso i turni con cui scaglioniamo gli arrivi si sovrappongono, rendendo tutto più complesso. I clienti poi raggiungono il ristorante già infastiditi e mal disposti. Al momento del conto chiediamo sempre se hanno bisogno di un taxi per anticipare i tempi, ma servono almeno 15-20 minuti per vederlo arrivare. E a volte non arriva proprio. È molto difficile soprattutto nel weekend, ed è successo più di una volta di dover prendere le nostre auto e accompagnare i clienti in hotel o a casa, dopo oltre un’ora di attesa. In questo modo anche gli orari del nostro servizio si prolungano a dismisura. È un disagio enorme sia per gli ospiti che per chi lavora al ristorante.

Il team di Enoteca La Torre, ph. Giulia Gerosa

Mirka Guberti - La Ciambella Bar à Vin con Cucina

Abbiamo aperto il nostro ristorante nel 2016; sicuramente dal 2019 a oggi la situazione è cambiata e non è sempre semplice da gestire. Roma è una città particolare e ci sono giornate a volte impossibili, ma in generale non possiamo lamentarci. Utilizziamo le app che rendono la prenotazione più rapida, abbiamo una clientela di tanti romani auto muniti, di turisti che soggiornano in centro e che quindi utilizzano poco i taxi e una piazzola alle nostre spalle. Tutte queste condizioni probabilmente rendono il nostro lavoro più semplice.

Mirka Guberti, maître de La Ciambella, ph. Andrea Di Lorenzo

Lele Usai - 4112 e Il Tino 

Per il nostro ristorante che si trova a Fiumicino il problema più grande lo abbiamo con i taxi dall’aeroporto. Senza giri di parole: i taxi che partono da lì non vogliono venire nelle zone vicino Roma, come Ostia, Fregene, Fiumicino, inventando scuse e prendendo in giro i clienti. Se vi dicono che c’è una fila dedicata per andare fuori Roma non è vero, io ho minacciato anche di denunciare questi atteggiamenti una volta mentre ero in corsa e il tassista mi ha imprecato contro tutto il tempo, andando alla velocità della luce. I taxi all’aeroporto vogliono solo andare a Roma, perché di base la corsa frutta di più e questo è veramente impensabile. Con il servizio taxi di Fiumicino, che è una piccola città, non abbiamo nessun problema; sono precisi e puntuali, ma con i clienti che dall'aeroporto vogliono venire a mangiare da me è impossibile. Molti stranieri prendono un Uber, visto che sono più abituati a usarlo, e rimangono scioccati dal nostro paese. Fino a pochi anni fa avevamo un servizio navetta molto comodo che si poteva prenotare per l’andata e il ritorno; poi le tariffe sono diventate troppo impegnative e abbiamo preferito lasciare perdere perché era un costo eccessivo. Una situazione scandalosa.

Lo chef Lele Usai

Arcangelo Dandini - L’Arcangelo e Chorus 

Che dire… sono anni che combattiamo contro il cattivo servizio dei taxi. La situazione è peggiorata dopo la pandemia e ora è proprio fuori controllo: una cosa imbarazzante. Nel mio locale ogni sera ci troviamo a giustificare i disservizi causati dal ritardo dei tassisti (anche 30-40 minuti) a clienti stranieri che si lamentano, pensando poi che la colpa sia nostra perché non siamo attrezzati e non vogliamo dare questo servizio. Un boomerang che ci arriva contro anche in tema di review di questi turisti, che non potranno che lamentarsi di Roma. Una città che già ha il soggiorno più basso della storia con una media di solo 2 giorni, mordi e fuggi. È ovvio che un turista preferisca andare altrove. Io per esempio ho anche un ristorante a Londra in zona 1 e il mio team arriva da lontano senza alcun problema, a tutte le ore. Come si fa a parlare di qualità della vita se non abbiamo strutture e servizi che ci fanno vivere meglio? Io vado a Londra almeno 5 volte l’anno perché sto bene, a Roma dopo le 23 non ci si può muovere, sei ostaggio della città. Se piove non ne parliamo, i tassisti poi vogliono solo fare corse da e per l’aeroporto. Prima coi colleghi parlavamo di piatti, ora ci lamentiamo dei taxi.

L'oste Arcangelo Dandini

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