La pseudo cacio e pepe di Ottolenghi con lo za’atar
In un video lo chef spiega come preparare una sua versione della cacio e pepe con lo za’atar. Gli ingredienti e i passaggi sono eseguiti in modo libero, ma non per questo il risultato è deludente
“Tutto quello che abbiamo fatto in questi anni è stato promuovere gli ingredienti che amiamo” spiega Yotam Ottolenghi, chef, ristoratore e food writer di fama internazionale e influentissimo a livello globale. Merito suo aver fatto conoscere molti ingredienti della cucina israeliana e medio orientale nel mondo. Come lo za’atar, il mix di spezie che viene proprio dai paesi del Medio Oriente, è noto e prodotto anche in Sicilia, e lui utilizza per la preparazione di una cacio e pepe in salsa fusion.
La cacio e pepe non canonica di Ottolenghi
In questo caso lo za’atar viene aggiunto per rendere completo il gusto di pepe e formaggio, spiega Ottolenghi, senza stravolgere in modo esagerato la ricetta originaria. In realtà il procedimento seguito da Ottolenghi si differenzia abbastanza dalla consuetudine delle trattorie romane, perché c’è il burro. In una padella il burro viene sciolo e addizionato con pepe e za’atar a fuoco per circa un minuto. Dopo viene scolata la pasta e tenuta l’acqua di cottura per metterla in padella con il mix di burro e za’atar. Si aggiunge poi la pasta e, sempre sul fuoco, parmigiano a volontà e pecorino. In realtà – come sappiamo – la cacio e pepe prevede che la crema sia creata con il mix di formaggi fuori dal fuoco e poi aggiunta alla pasta appena scolata. Una volta impiattata la pasta viene cosparsa con altro za’atar e poi con della maggiorana fresca (della stessa famiglia dello za’atar). Tutto sommato un procedimento molto diverso dalla cacio e pepe alla romana, ma comunque curioso da assaggiare.