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Domenica, 28 Aprile 2024

Massimiliano Tonelli

Direttore Editoriale CiboToday

"I poveri mangiano meglio dei ricchi". Ecco l'ultima di Lollobrigida

Il Ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare non può stare più di tot giorni senza spararne una. Questa ennesima boutade ci permette di riflettere su alcuni punti

Di ritorno dal Ferragosto in Albania e dalle vacanze in Puglia il Ministro Lollobrigida aveva un bonus-freddure non giocato da troppe settimane rispetto a come ci aveva abituati. E allora eccolo, alla ripresa della stagione dei talk politici (tradizionalmente rappresentata dal Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini), salire sul palco di un panel intitolato Food Security e Sostenibilità e spararne una delle sue (qui tutta la registrazione). Le solite dichiarazioni goffe e semplificate, non necessariamente sbagliate al 100% ma particolarmente rozze e profondamente contraddittorie. Ci possono servire tuttavia a tornare su certi argomenti e a ribadire alcuni punti importanti. 

Le dichiarazioni di Lollobrigida al Meeting di Rimini: "i poveri in Italia mangiano meglio dei ricchi"

Analizziamo parola per parola quel che il Ministro ha esternato e poi tiriamo qualche conclusione. "Gli americani ci hanno liberato, ci difendono" spiega Lollobrigida che evidentemente ritiene strategico per il nostro export alimentare umiliare ogni volta che ne ha occasione gli Stati Uniti "ma una cosa non possono insegnarci, a mangiare. Noi non vogliamo essere come loro, noi abbiamo un modello interclassista, dove spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l'acquisto a basso costo spesso comprano qualità. Negli Stati Uniti invece" insiste "c'è una divaricazione sociale tra chi mangia bene, come noi, e le classi meno abbienti che vengono rimpinzate con degli elementi condizionanti che fanno più l'interesse del produttore che del consumatore. Lo vediamo anche dai dati sul sovrappeso e sull'obesità che sono più del doppio della media europea e che si collocano sempre nelle fasce più povere della popolazione". 

Il palco del Meeting CL di Rimini

Tutte scemenze? Non tutte, però insomma... Vediamo punto per punto.

In linea generale è vero che la nostra cultura ed educazione gastronomica è quanto meno per motivi ancestrali migliore rispetto a quella statunitense (e ci vuole veramente poco), così come è mediamente migliore la qualità delle produzioni di prossimità. Questo basta per consentire ai poveri di mangiare bene? No. Questo permette addirittura ai poveri di mangiar "spesso" - come dice il ministro - meglio dei ricchi? Ma proprio no!

Per andare a cercare prodotti di qualità direttamente dal produttore infatti, dando seguito alla bucolica analisi di Lollobrigida, occorre tempo o denaro. Talvolta tutte e due le cose assieme. Anche perché non esistono produzioni "a basso costo ma di qualità"; proprio non esistono e si tratta di un equivoco che bisognerebbe risolvere il prima possibile. Una retorica non solo irritante, ma profondamente dannosa. Non esistono pomodori a basso costo e di qualità (a meno che non si decida di sfruttare i lavoratori che li raccolgono), non esiste carne a basso costo e di qualità, non esiste pane a basso costo e di qualità perché non può materialmente esistere farina a basso costo e di qualità. Se è a basso costo non è di qualità. Punto. Così come è impossibile che esista olio a basso costo e di qualità. Dove sarebbero, secondo il ministro, questi cittadini che vanno girando alla ricerca del risparmio più assoluto e che, fortunelli fortunelli, si imbattono in produzioni di eccellenza? Magari, in maniera inconsapevole, in qualche angolo remoto di Italia rurale può capitare, così come può capitare a chi ha i proprio orto o il proprio pollaio, ma parliamo di una percentuale esigua e non rilevante della popolazione. 

Per carità, ammettiamo che senz'altro il livello medio delle produzioni agricole sarà migliore di quello medio che si trova negli USA, ma è escluso salvo rarissime e risibili eccezioni che chi deve risparmiare possa mangiare meglio di chi non è obbligato a farlo.

In Italia manca l'educazione alimentare. Proprio per i poveri

Quindi non è vero che l'Italia è piena di produzioni agricole a basso costo e di qualità; non è vero che chi deve risparmiare mangia meglio di chi non è costretto a farlo specie in un momento di crudele spinta inflattiva sui generi alimentari, coi poveri costretti a fare file di chilometri alla Caritas o da Pane Quotidiano per assicurarsi un pasto caldo.

Ma c'è di più. C'è un problema culturale enorme, che sussiste da noi come in America nella stessa misura: le persone non sanno nulla di quello che mangiano, non conoscono i meccanismi e le filiere, non hanno rudimenti nutrizionali, non sono consci di come si produce il cibo che sua un vegetale, un pesce in conserva, una carne, un sugo o una bevanda. Queste tematiche - l'educazione alimentare, ne avevamo parlato ampiamente qui - non fanno parte dei programmi scolastici. A volte le famiglie compensano, ma tendenzialmente riescono a compensare solo le famiglie più attente ed erudite, ancora una volta quelle più ricche non certo le povere che hanno da pensare alla sopravvivenza e non possono andare tanto per il sottile. Ecco perché i dati italiani sull'obesità e sul sovrappeso ricalcano esattamente i dati di reddito, di censo e di benessere: nei territori dove è maggiore la ricchezza le persone stanno in forma (possono peraltro anche praticare sport), nei territori dove è maggiore la povertà le persone (in special modo i bambini) sono sovrappeso o obese in maniera allarmante. 

Invece di continuare a prendere velatamente per i fondelli un alleato storico e strategico come gli Stati Uniti, e invece di prendere posizioni patetiche sulle innovazioni alimentari come la carne coltivata, il Ministro Lollobrigida avrebbe potuto farsi passare dal Ministro della Sanità i dati sull'obesità infantile italiana e sulle sue conseguenze. Magari assieme al Ministro dell'Istruzione avrebbero potuto tutti e tre convenire sull'urgenza cruciale e decisiva di una implementazione dell'educazione alimentare nei programmi scolastici. 

"I poveri mangiano meglio dei ricchi". Ecco l'ultima di Lollobrigida

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