Caffè, vini, pizze, cucina internazionale e panini: sono questi alcuni degli accessori del cuore nel tempo libero di chef, ristoratori e ristoratrici di Roma. E se l’abitudine di fare le ore piccole si è persa con il tempo, potete incontrarli facilmente a colazione (se fate un giro da Gastromario ad esempio) oppure la sera con una bottiglia di vino (a La Mescita a Garbatella) per stare insieme e salutare la fine o l’inizio del servizio. Indirizzi noti e apprezzati si sommano a piccole chicche sparse tra i quartieri, locali che non hanno mai smesso di frequentare e continueranno a farlo con gli amici, i colleghi e i compagni. Abbiamo chiesto agli chef e ai ristoratori di Roma di dirci dove vanno a cena, a colazione o a pranzo quando non lavora nel loro ristorante. Ecco i loro suggerimenti.
Tiziano Palucci - Barred
Chef e co-proprietario di Barred, insegna molto frequentata dagli appassionati di ristoranti così come dai colleghi ristoratori, Palucci ha una lunga lista di posti nei suoi giri di frequentazioni. In cima campeggiano Marigold per colazioni e brunch in zona Ostiense, Pantera, pizzeria a taglio di recente apertura dei fratelli Trecastelli, poi Elleniko, format di cucina greca su Viale Aventino dove mangiare sul posto o portare via, dove si viene di proposito ad assaggiare l’hummus.
Jun Ge - Sinosteria
Posti del comfort, dove rilassarsi, bere un buon bicchiere e staccare - veramente dal lavoro: questi sono gli indirizzi scelti da Jun Ge, proprietario di Sinosteria e facile da trovare in giro per ristoranti in città. Sono tutti (o quasi) posti di cucina romana: La Tavernaccia a Trastevere, Santo Palato, Da Michele a Ostiense, per la sua cucina di pesce, Da Cesare al Casaletto, Da Corrado al Banco18 dentro il mercato di Testaccio per un bicchiere e un piatto. E fuori Roma? Sicuramente Iotto a Campagnano Romano.
Antonio Benedetti - Cantina Bonasera
Oste, cuoco e appassionato di vino (con una dedica speciale per il mondo della pizza) Antonio Benedetti dai Castelli Romani a Roma è un assiduo frequentatore di ristoranti. Tra questi, oltre i grandi nomi, Pianostrada per rimanere in un locale confortevole, dove si mangia bene e si sta bene. Poi i Due Ladroni, indirizzo storico del centro di Roma, sulla bellissima Piazza Nicosia “soprattutto per il riso al salto, che è una favola”. E per la cucina internazionale, Mekong all’Appio Latino, che porta in tavola da prima che diventasse meta di viaggi sulla cresta dell’onda, i piatti del Vietnam.
Sarah Cicolini - Santo Palato e Avanvera
La trovate di frequente tra i suoi indirizzi del cuore, Sinosteria, 180grammi, Barred (ma anche come cliente da Avanvera, l’enoteca che di recente ha aperto con Mattia Bazzurri) ma tra le chef e ristoratrici è una delle più curiose e appassionate di ristoranti, senza pregiudizi di sorta. Tra i suoi locali preferiti, Retrobottega per qualsiasi momento della giornata (dalla colazione al dopocena), Casa Manfredi per la colazione, Forno Conti per la mattina e per il pranzo, infine Farinè per la pizza.
Claudia Martelloni - Charlotte
Dalla pasticceria al resto della ristorazione il passo è abbastanza facile, anche perché Claudia Martelloni, proprietaria di Charlotte, gira molti ristoranti (a Roma e non solo) nel tempo libero. Tra i suoi posti del cuore A Rota a Tor Pignattara “per la vera pizza romana”, Umami per il formato da izakaya e piatti che si possono trovare solo lì in tutta la città, Song per la cucina cinese e infine Shiroya per “il sushi più buono di Roma”.
Matteo Baldi - Epiro
“Tre posti diversi da loro” ci racconta Matteo Baldi, oste di Epiro a Piazza Epiro a Roma, ma con l’esperienza dello chef in diverse cucine. Hosteria Grappolo d’Oro in centro, Trattoria Etruria, piccolo indirizzo in zona Appio Latino per la cucina romana, infine Mi, ristorante di cucina cinese contemporanea sono nella sua lista dei posti per il tempo libero. In particolare quest’ultimo per “il servizio del tè e la leggerezza dei piatti”.
Davide Del Duca – Osteria Fernanda, Bianca Trattoria
Lo chef e patron di Osteria Fernanda, nonché della più recente e pop Bianca Trattoria, nel tempo libero si sposta all’Osteria di Monteverde, dove trova “tecnica avanzata, piatti leggeri e ben fatti”. Due le direttive fuori Roma: da un lato il mare di Fiumicino, dove chef Marco Claroni all’Osteria dell’Orologio lavora il pescato locale più fresco “e mette sempre a proprio agio”, dall’altro la Sabina. Nella cittadina di Magliano, Del Duca è solito all’Hotel Ristorante degli Angeli: cucina tradizionale e prodotti del territorio a filiera cortissima.
Lele Usai – Il Tino, 4112
Tutte sul litorale romano le dritte di Lele Usai, chef una stella Michelin del Tino di Fiumicino. Non distante dal suo bistrot 4112 c’è Gina al Porto, “una famiglia che fa pesce da tre generazioni, una garanzia”. A Ostia il suo consiglio ricade su Landi, che oggi ha in cucina Claudio Prossomariti, “un mio sous chef storico che ora fa il suo percorso, con piatti eleganti ma sempre semplici”. Ancora a Ostia, ma sul versante carne, Usai predilige Royal Beef, per la scelta di dry aged italiane e del mondo.
Antonio Ziantoni – Zia
Fuori dal servizio al suo Zia di Trastevere, Antonio Ziantoni si sposta volentieri alla Giustiniana. Si trova lì Casa Malgarini, “che innanzitutto produce ottime verdure biologiche, che usiamo anche noi, ma che è anche un ristorante agricolo dove si mangia veramente bene”. Con possibilità di spesa nella bottega annessa. Per un drink fuori orario, invece, il suo rifugio è il cocktail bar dell’hotel Six Senses, Bivium, in pieno centro.
Arcangelo Dandini – Arcangelo, Supplizio, Chorus
L’oste Dandini, grande conoscitore della tradizione laziale e del territorio, per un pranzo di pesce si affida a Romolo Al Porto, posto storico nella non lontana Anzio. In città, mentre premia la cucina romana de I Due Ladroni di Piazza Nicosia, per un approccio meno convenzionale va da Marzapane; un’insegna che ha sempre qualche novità su Via Flaminia.
Marco Radicioni – Otaleg!
L’istrionico gelatiere Radicioni – oggi alla guida anche di una bakery a Monteverde – visita spesso i colleghi che stima: “Come il forno Marè in Prati, dove comincio con la pizza bassa e finisco col ciavattone romano… altro che croissant!”. Per cena passa spesso alla Sinosteria di Jun Ge, magari accompagnando “piatti millimetrici e consapevoli” con tazze di tè o specialty coffee. Infine un “posto rifugio”, come è per lui la bottega Pizzicarola di Monteverde: per fare la spesa o uno spuntino con “cose di terra trattate con amore”.
Domenico Stile – Enoteca La Torre
Due stelle Michelin all’Enoteca La Torre, il campano fuori sede Domenico Stile, appena può gode di qualche ora fuori dalla Capitale. In città, però, si trova bene da Almatò, un ristorante piuttosto creativo accanto Piazza Mazzini: “Lo chef ha lavorato con me, lo stimo molto”. Come anche da Madeleine, sempre da quelle parti, un bistrot che combina cucina italiana a suggestioni francesi, in un ambiente che ricorda una brasserie parigina.
Alessandro Pipero – Pipero
“Sono un gran mangione, e mi piace anche mangiare da solo”, fa il patron Alessandro Pipero. Consigli genuini, i suoi, che ricadono su 200 Gradi in Piazza Risorgimento, “dove vado quasi tutte le sere dopo il servizio per 2-3 panini fatti bene…”. A Piazza del Fico la trattoria del cuore è Da Francesco, “il Numero 1”; magari dopo una colazione a base di cornetti, di cui è un grande estimatore, “i migliori quelli di Roscioli e Walter Musco, a Largo Bompiani”.
Beppe Giovale – Beppe e i suoi formaggi
Beppe Giovale è un grande conoscitore della materia prima. Salumi e formaggi pregiati si trovano alla sua bottega al Ghetto, come anche al banco del Mercato Trionfale. Proprio dove, per staccare a pranzo, si rivolge alla Pescheria Del Duca. “L’ideale per piatti pronti da mangiare sul posto o portar via”. E per la cucina romana? Cesare al Casaletto, un’istituzione a Monteverde Nuovo, dove gli piace ordinare i primi classici insieme a un calice di vino dalla solida cantina.
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