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Venerdì, 26 Aprile 2024
Territorio

Storia della Famiglia Lageder: vino, orto e cucina in Alto Adige

Dal vino agli eventi, dal ristorante all’orto, una famiglia in Alto Adige ha saputo creare un paradigma riuscito di azienda multidisciplinare

Casa, comunità, vino: sono alcune delle parole che definiscono i tratti somatici dell’universo Lageder. Un’azienda vinicola in primis, poi orto, ristorante, eventi che hanno avuto modo di nascere e svilupparsi in una zona dell’Alto Adige racchiusa tra montagne e valli ampie, caldissime d’estate, più fredde d’inverno. È un orizzonte meno alpino di come si immagina quello altoatesino, che ha offerto terreno fertile per lo sviluppo della vite.

Magrè e Lageder

L'interno del Paradeis a Magrè

La tenuta dei Lageder si apre dietro un portone massiccio che affaccia direttamente sulla piazzetta di Magrè, piccolo comune (poco più di 1200 abitanti) nella provincia di Bolzano. Oltre quel limite c’è effettivamente un universo, una piazza nella piazza dominata da un fontanile e circondata dal ristorante, la barricaia, un giardino, diversi edifici che aprono a loro volta un dedalo di stanze. Questo è il punto che solitamente i visitatori raggiungono per conoscere meglio Lageder, mangiare al ristorante, comprare una bottiglia, partecipare a una degustazione o a Summa, l’evento sul vino che la famiglia organizza dal 1997.

Summa, l’antifiera del vino

Alois (a sinistra) e Clemens (a destra) Lageder

Giunta all’edizione numero 24, Summa è un punto di raccordo fra produttori. Le strade e le stanze della tenuta si animano di viticoltori (per la prima volta nel 2023 anche lo spazio riservato al cibo cresce parecchio) che portano in assaggio le loro bottiglie ad appassionati, esperti o semplici curiosi. Non vengono solo dall’Alto Adige e neppure solamente dall’Italia, tuttavia condividono alcuni aspetti della strategia produttiva e agricola che Lageder porta avanti, anche se ognuno la declina a modo suo. Tra i banchi si gira con i bicchieri per conoscere direttamente la storia delle cantine, bere qualche sorso di vino e scambiare due chiacchiere. Si dirà: una qualunque fiera del vino, dove non si vende ma si fanno relazioni. E in effetti c’è anche questo aspetto. Dall’altro lato però, andando a comporre la costellazione di eventi che si svolgono prima-dopo-durante il Vinitaly, quello dei Lageder sembra più un appuntamento fisso tra simili. Di nicchia sì – i visitatori sono stati circa 2500 in due giorni, 1 e 2 aprile - ma con l’ambizione di lavorare sul senso di appartenenza. Collaborano a questo obiettivo anche i numerosi eventi dislocati quasi in ogni punto del paese dove si incontrano stand di cibo, degustazioni di vino, passeggiate tra le vigne. “Per me questo è l’evento sul vino più figo che ci sia” dice Rocco Toscani, produttore di vino in Toscana.

I fratelli Helena e Clemens Lageder

"Se la nostra idea poteva sembrare visionaria quando abbiamo lanciato la prima edizione” ci racconta Helena Lageder, responsabile marketing dell’azienda “ora i fatti ci stanno dimostrando che ci sono sempre più persone consapevoli dei danni che una viticoltura non in armonia con il territorio possa fare all'ambiente e alla sua biodiversità. Per questo sempre più spesso rivolgono la loro attenzione ai vini biologici e biodinamici, la cui qualità e valore intrinseco vengono raccontati dagli stessi vignaioli durante l'evento. È anche questo contatto diretto, questa possibilità di interagire, di creare relazioni, che rende Summa un momento particolarmente apprezzato sia dagli espositori che dai partecipanti”.

Biodinamica e agricoltura

Verdure dall'orto Lageder

Difficile spiegare nel dettaglio quale sia la filosofia produttiva che riesce a tenere insieme produttori tanto diversi. I Lageder, come è risaputo, seguono da anni i principi dell’agricoltura biodinamica – una nicchia nella nicchia nella viticoltura altoatesina - che vanno oltre l’applicazione dei tanto discussi preparati e del cornoletame, ma comprendono una visione dell’azienda multidisciplinare e circolare, una declinazione che Lageder in effetti sembra interpretare bene. “Quando si parla di vitivinicoltura biologica e biodinamica qualcuno ancora pensa che si tratti di qualcosa di semplice perché legato al passato o alla sola produzione del vino” ci dice ancora Helena Lageder “Per chi partecipa a Summa, invece, si tratta di uno stile di vita globale, che richiede capacità di osservare il proprio ambiente, di fare progetti, sperimentare e adottare soluzioni di economia circolare, affinché il vino, che è pur sempre un prodotto dell’uomo, sia espressione di un territorio incontaminato. Oltre all’altissima qualità, i vini di Summa portano un messaggio di rispetto e fusione con il nostro pianeta”.

Orto e ristorante Paradeis

La tavola del ristorante Paradeis

Per superare il confine della sola produzione del vino, nelle proprietà dei Lageder sono stati inseriti gli animali, nel 2016 è arrivato il ristorante Paradeis (aperto stagionalmente a pranzo) e poi nel 2018 anche l’orto affidato al giardiniere Maximilian Feichter e ribattezzato “Grand’Orto”. È un terreno che lavora tra le vigne dei Lageder raggiungibile a piedi direttamente dalla tenuta, poco fuori dal nucleo abitato di Magrè. A beneficiare di questa autoproduzione, nonché di un’ampia rete di contatti, non può essere che la tavola: “La carne è garantita dagli animali che lasciamo pascolare nei vigneti in autunno, dopo la vendemmia. Abbiamo poi diversi produttori, agricoltori e amici da cui ci riforniamo per offrire un’esperienza culinaria che possa avvicinare i visitatori alla nostra visione olistica e biodinamica” racconta Helena “Io ho un trascorso nel mondo della ristorazione, in cucina nello specifico e forse anche per questo lo ritengo un progetto particolarmente vicino”.

Alle radici di tutto: il vino

Margreid vista dall'altoDi base il vino e la sua produzione non sono superflui, anzi si può ipotizzare che siano il motore della stabilità economica dei progetti che sono venuti dopo. Ma l’attività costruita intorno alle vigne testimonia una forte esigenza di diversificazione che è ravvisabile anche in altre aziende, per esempio l’Agricola Foradori non molto distante da qui. Soprattutto se la storia sul vino è lunga e annosa: quella dei Lageder comincia nel 1823, anno in cui Johann Lageder iniziò a vendere vino a Bolzano. Da lì agli anni ’70, quando Alois IV, padre di Helena e Clemens, che oggi guidano i progetti più innovativi dell’azienda, prende le redini dell’attività, il cammino è stato piuttosto lungo. La transizione verso l’agricoltura biondinamica dei 50 ettari di vigneto è arrivata in quel momento e ha connotato in modo definitivo l’attitudine dei Lageder al cambiamento e alla curiosità, un’attitudine che sembra troppo spesso mancare alla stazionaria e sonnolenta agricoltura all’italiana.

Paradeis Lageder

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