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Lunedì, 29 Aprile 2024
Torino

A Torino il nuovo posto di street food che fa solo hamburger vegani

A due passi dalla Mole, Plant Bun propone panini e fritti totalmente plant-based, ovvero privi di prodotti di origine animale. Attenzione a salute e sostenibilità, ma anche tanto gusto

Vogliamo essere complici della transizione proteica verso un’alimentazione buona, sana e sostenibile”. Così esordiscono i fondatori di Plant Bun, un fast food vegano (o meglio, plant-based, come preferiscono definirlo) aperto a maggio 2023 giusto ai piedi della Mole Antonelliana che ha intenzione di “far mangiare la rivoluzione, un panino alla volta”. Qual è il cambio di prospettiva? Ce lo siamo fatti raccontare.

Il club sandwich con cotoletta, bacon e cheddar senza proteine animali di Plant Bun

Plant Bun, l'idea di un fast food vegano

Ad alzare la serranda del localino di 25 metri quadri con tanto di dehors nel centralissimo corso San Maurizio sono stati due giovani imprenditori, soci nel neonato locale. “Veniamo da esperienze nel mondo retail e ci siamo resi conto del potenziale di un trend che non è una moda passeggera”. Quello della “fake meat”, ovvero dei tanti sostituti della carne: dalle preparazioni a base di proteine dei legumi agli esempi, per ora piuttosto avveniristici, della carne coltivata e stampata 3D.

Il bacon burger totalmente plant-based di Plant Bun, il panino più amato

Una tendenza presa in considerazione soprattutto dai consumatori tra i 18 e i 36 anni”, proseguono, “non solo per il rispetto del benessere animale, ma anche per le ripercussioni sulla salute. I prodotti a base vegetale, rispetto alla carne e prodotti lattiero-caseari, permettono di assumere le stesse quantità di proteine, con meno calorie, senza colesterolo e grassi saturi”. Oltre naturalmente al tema ambientale, con il settore zootecnico tra fattori più impattati sull’inquinamento globale. “Non vogliamo però rivolgerci solo al pubblico vegano, e infatti il termine non compare mai nella nostra comunicazione, ma assecondare un approccio flexitariano”, ovvero di chi predilige un modello vegetariano, pur non rinunciando del tutto alle proteine animali.

I fritti di Plant Bun, bastoncini di simil-merluzzo e anelli di cipolla

I prodotti plant-based di Plant Bun

Tra i panini multicolor di Flower Burger, pionieri del settore in Italia, e le nuove proposte di — tra gli altri — i romani Impact Food e i fiorentini di Universo Vegano, la frontiera più promettente è quella del cibo da strada, nelle sue varianti più golose di panini e fritture. “Non ha senso associare il cibo plant-based alle solite insalate tristi”, spiegano da Plant Bun, “perché i nostri pasti sono nutrienti e sani, ma anche golosissimi”.

Il panino con burger Heura, cipolle caramellate, fake cheddar e verdure gligliate di Plant Bun

Per la loro cucina, i piemontesi hanno scelto la compagnia spagnola Heura Foods, “ne abbiamo assaggiati tanti, e i loro prodotti sono i più buoni e digeribili. Poi perché sono tra i pochi a seguire tutta la filiera, e usano come grasso solo olio d’oliva”. I prodotti non si limitano ai patty (le “simil-svizzere” da proteine dei piselli e soia), ma comprendono anche nuggets che ricordano il pollo e filetti “ispirati” al merluzzo. Per le alternative al formaggio, invece, c’è il “fake cheddar” di Violife. La sostenibilità, per questo locale torinese, non passa solo per le ricette in carta, “ma anche per i nostri macchinari 4.0, gestiti in rete e che ci permettono, regolando la catena del freddo e del caldo nel dettaglio, di preparare solo quel che ci serve e non sprecare quasi nulla. Per le eventuali rimanenze collaboriamo con Too Good To Go".

Il burger con cotoletta di finto pollo plant-based di Plant Bun

Meccanismi mai lasciati alla buona volontà o al caso, “ma analizzati insieme al Politecnico di Torino, che ci permetterà in breve di diventare una propria società Food Tech, grazie ad algoritmi ancora più precisi che ci aiuteranno a gestire la cucina. E diventeremo anche B-corp (il più alto riconoscimento in termini di sostenibilità ambientale, NdR), non appena otterremo la certificazione dell’impatto ambientale e sociale del nostro lavoro”.

I nugget vegani di Plant Bun

Cosa si mangia e quanto si spende da Plant Bun

La squadra di Plant Bun — tre dipendenti under 30 — apre tutti i giorni il locale per pranzo e cena. “Ci vengono a trovare tanti turisti stranieri, già molto abituati a questa proposta. Ma anche torinesi curiosi o magari passanti che si gustando il loro panino senza nemmeno sapere che è totalmente plant-based. Anche questa è una bella soddisfazione!”. Com’è composto il menu? Proprio come quello di una moderna hamburgeria ben fornita: c’è il cheese burger con burger Heura, insalata, pomodoro e salsa Plant e quello con aggiunta di “bacon” plant-based, cipolla caramellata e salsa bbq (il più amato).

Birre e bevande in lattina di Plant Bun

Quello con choriburger, che ricorda il chorizo, e la variante con simil-cotoletta di pollo (tutti disponibili anche come menu accompagnati da patatine, tra gli 11,90 e i 13,90€). Poi l’interpretazione veg del club sandwich, sempre con l’alternativa al pollo, mayo vegana e verdure grigliate nonché l’assortimento di fritti — “tutti preparati in friggitrice ad aria, per un risultato più leggero e un minor impatti ambientale” — tra nuggets, anelli di cipolla e “fish&chips”. Infine l’insalatona a base del “finto” al merluzzo Heura oppure in versione Caesar (12,90€). Sull’impatto delle proposte si ragiona anche per le bevande, con vini e acqua solo in lattina, proprio perché il locale è del tutto plastic-free.

I dessert di Plant Bun, tiramisù, crema al caffè, cheese cake e buon con crema di nocciole, esclusivamente plant-based

E per dessert? Cheesecake, tiramisù e crema al caffè, sì, ma tassativamente senza latte, uova e derivati. Il futuro, per come ce l’hanno in mente i fondatori, vedrà nuovi Plant Bun in tante altre città italiane (e forse non solo).

Plant Bun

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