Un bar, ma in realtà sono due. È il caso di “Double Chicken Please” (letteralmente “Doppio pollo per favore”), cocktail bar del Lower East Side di New York dove i drink sono delle esperienze gastronomiche e i bartender trasformano i piatti in gastronomia liquida. Secondo la classifica 50Best Bars del 2023, si tratta del miglior cocktail bar del Nord America e anche del secondo migliore bar di tutto il mondo. Ma l’esperienza che riserva può non piacere a tutti.
Il bar di New York partito da un pop-up
In realtà la storia è piuttosto recente. Aperto nell’attuale sede solo nel 2020, per di più nel picco della pandemia, Double Chicken Please esisteva come formato pop-up già da diversi anni, e si presentava su un minibus VW del 1977 che girava portando sia miscelazione che cucina. Il 2020 è l’anno dell’arrivo a Lower East Side per i due bartender e fondatori, GN Chan e Faye Chen. Il primo è un designer, la seconda è una bartender di lunga data di origine taiwanese. Gli elementi delle loro varie esperienze professionali sono visibili nel formato del locale, che si articola in due momenti.
Cosa si mangia: toast di pollo fritto e pop-corn di pollo
Si entra nel primo bar, quello con cocktail alla spina, anche per attendere di essere accomodati nel secondo bar, quello più creativo. Una lista di drink spillati sul momento è quello che ci aspetta nella “Front Room”. Da mangiare invece, il menu studiato dallo chef Mark Chou, che ha collaborato con il bar al momento della sua apertura, dopo esperienze come Le Bernardin ed Eleven Madison Park. Nel menu sono stati proposti piatti golosi, semplici e abbastanza tagliati per accompagnare le bevute, tra tutti i sandwich di pollo di ispirazione taiwanese, che si presentano in diverse declinazioni, insieme a pop-corn di pollo e panini al tofu.
Un cocktail bar che in realtà sono due
Ma è nella seconda sala, sviluppata tutta intorno a un tavolo lungo ed ellittico, che ricorda vagamente quello di un casinò, che va in scena la drinklist che ha reso questo indirizzo – a suo modo – riconoscibile. Qui infatti i piatti più famosi di New York, con il loro background cosmopolita e internazionale, si trasformano in drink eseguiti sul momento. “I nostri cocktail artigianali sono stati decostruiti e reimmaginati in una stravagante esperienza culinaria attraverso il processo di hacking design” spiegano i due fondatori, per questa seconda esperienza che chiamano “The Coop”. Nella drinklist troviamo l’insalata Waldorf, i french toast, la key lime pie, la pizza fredda, i noodles giapponesi (anch’essi freddi), il mango sticky rice. Trattandosi di gastronomia liquida, c’è da aspettarsi che anche un sorso possa bastare e che il gusto dei drink non incontri l’apprezzamento di chi cerca bevute più piacione. Ma è una cifra stilistica ben riconoscibile, che rende questo locale completamente identitario e squisitamente newyorkese nell’anima.
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