Qui le generazioni sono cresciute all’ombra del mattatoio e del Monte dei Cocci. Un’immagine un po’ lugubre ma anche molto pittoresca che inquadra bene l’anima di un rione che ha raccontato una storia di romanità vissuta e, in parte, lo fa ancora. Bando al circo turistico, quella di Testaccio è una scena gastronomica sicuramente dominata dalla cucina romana ma anche da altri elementi di interesse, che ne fanno meta irrinunciabile durante un giro a Roma. Un capitolo a parte lo merita il Mercato di Testaccio (ne abbiamo parlato qui in lungo e in largo), riferimento per mangiare e anche per comprare in ambito gastronomico spaziando in tutte le direzioni. Tra osterie, vinerie e pizzerie, ecco i nostri indirizzi preferiti nella zona.
Flavio al Velavevodetto
Flavio De Maio, cuoco e oste d’esperienza, ha stabilito il suo quartier generale a Testaccio. Il suo locale è davvero una rarità a Roma, dato che dalle pareti si vede proprio “Il monte dei Cocci”. Anche se di Flavio ci sono altre due sedi, una a Piazza de’ Quiriti (in zona Prati) e una addirittura a Milano (dove i ristoranti romani cominciano ad essere tantini) questa è davvero la più iconica. Si viene qui per mangiare i piatti della cucina romana praticamente nel ventre della città. In menu troviamo i capisaldi della cucina romana realizzati con maestria: le polpette di bollito, l’enorme fettina panata, la cacio e pepe, persino il tiramisù nel bicchiere.
Osteria degli Amici
Nata dalla passione di due amici, questa osteria di Testaccio ha una lunga storia e solo di recente è stata ristrutturata per diventare più elegante e confortevole. Aperta sia a pranzo che a cena, il menu punta sulla cucina romana concedendosi ampie divagazioni, che consentono ai clienti di passare dal quinto quarto al pesce in una sola cena. C’è lo Spaghettone ajo, ojo e peperoncino (introvabile al ristorante) la carbonara ma anche la pasta con i fagioli che sta nell’ormai dimenticata sezione dedicata alle minestre, vero cuore della cucina romana che qui assume una nuova centralità.
Emporio delle Spezie
Dalla decennale collaborazione tra Laura Traversa e Fabio Gizzi abbiamo la fortuna a Roma di poter contare su Emporio delle Spezie, un ritrovo dove comprare spezie fresche, al peso, condite anche da un buon consiglio su come usarle. Il negozio di Testaccio si è recentemente spostato ma rimanendo nello stesso quartiere, a una leggera distanza dalla vecchia sede. Oltre alle spezie si possono acquistare anche mieli, confetture, cioccolate, tè e altri prodotti da drogheria.
Remo a Testaccio
Piace tanto, nei quartieri più veraci di Roma, la tonda tradizionale. Succede anche a Testaccio, con la pizzeria Remo che è qui da quasi mezzo secolo, continuando imperterrita a sfornarne una pizza dopo l’altra. Non si prenota, ma si viene in cerca di un tavolo (non preoccupatevi, ce ne sono tanti e il servizio gira veloce), poi ci si arrangia sistemando il proprio coperto e segnando direttamente l’ordine sul foglietto a caselline. Fai da te? Un po’, ma poi la pizza sottilissima, condita il giusto e super leggera, mette tutti d’accordo. Per un flashback negli anni ’90 c’è la margherita coi wurstel (7,50€), oppure il jolly capricciosa (8,50€), la diavola (7,50€), l’immancabile Napoli (6€) e ancora il calzone ripieno (8,50€). Per arricchire il tutto, supplì, filetti di baccalà e bruschette.
Salumeria Volpetti
Dal 1973 è l’indirizzo di zona per acquistare prodotti enogastronomici di qualità, in particolar modo salumi ma anche formaggi che si possono trovare nella lauta offerta di questo alimentari di livello. Si è poi affiancata anche la vicina Taverna dove fermarsi a mangiare gli stessi prodotti, oltre che acquistarli nel negozio fisico o online che ha tutte le merceologie di una vecchia drogheria di quartiere.
Checchino dal 1887
Come recita anche il nome, questo ristorante è storico, gestito da 6 generazioni dalla stessa famiglia che rivendica la paternità della ricetta della coda alla vaccinara (l’abbiamo raccontato qui). Vista la posizione, le sue attività negli anni si sono andate concentrando proprio sui prodotti che uscivano dall’ormai ex mattatoio romano, dando il massimo valore a tutti i prodotti di scarto della macellazione. La cosa bella è che si possono assaggiare anche piatti della tradizione romana ormai scomparsi da trattorie e ristoranti, come la testina di vitella o i fagioli con le cotiche.
Tram Depot
Uno dei chioschi più famosi di Roma si trova in realtà dentro un vecchio tram dipinto di verde. Aperto nel 2013 da Giulio Amorosetti e Daniele Martelli, ha un doppio anche nel quartiere Talenti di apertura più recente. Si va avanti dalla mattina fino a dopo cena cominciando intorno alle 8:00 con le colazioni e i caffè specialty. Si prosegue durante la giornata con bibite e spuntini, da gustare nella piazzetta di Via Marmorata, sotto gli ombrelloni che riparano dalle calure estive ma che offrono un po’ di conforto anche durante i mesi invernali.
Felice a Testaccio
Quella che era una semplice trattoria, nel tempo è diventato un elegante ristorante. Tutto merito di quel Felice che ha lasciato il segno, con la sua stra-famosa cacio e pepe al tavolo. Gli altri cavalli di battaglia sono le polpette di bollito, la trippa, i tonnarelli burro e sugo, l'abbacchio e, per chiudere in dolcezza, il tiramisù al bicchiere. Dopo aver conquistato Roma si è spinto anche al di fuori del Raccordo aprendo una sede a Milano e, all’inizio del 2024, una anche a Torino (l’abbiamo raccontata qui).
Pasticceria Barberini
Ritrovo dolciario del quartiere, Pasticceria Barberini è un elegante indirizzo sulla trafficata Via Marmorata per fermarsi a fare colazione o una semplice merenda. Troviamo sul bancone sia mignon, che cornetti sfogliati, che dolci delle festività (tra cui il panettone). Ma volendo si può andare anche oltre e selezionare una torta da portare a casa e condividere con i commensali del cuore.
Conciabocca
Nel cuore di Testaccio, Conciabocca è l’osteria contemporanea con cucina e bottiglieria, il cui nome è ispirato ad una poesia di Aldo Fabrizi e vuole indicare qualcosa in grado di appagare la fame. La romanità, neanche a dirlo, è di casa ma non è un dogma in cucina. La carta cambia rapidamente seguendo il variare costante delle stagioni, ma se c’è una certezza quella è la carbonara dello chef Burtone, che non viene mai tolta dal menu (13€) con crema spumosa, guanciale croccante e pasta Felicetti scolata al dente e ben amalgamata.
Trapizzino Testaccio
Tutto cominciò qui, con un indirizzo che al tempo si chiama 00100. Era una pizzeria a taglio e Stefano Callegari vi conduceva i suoi esperimenti sulla pizza romana. Oggi la veste è dedicata alla sua “invenzione” più celebre. Stiamo parlando del Trapizzino, il triangolino di pasta lievitata ripieno di sughi diversi, della tradizione romana e italiana. Come il picchiapò, doppia panna e polpette al sugo. Da non sottovalutare anche i supplì tra i migliori in circolazione. Si può mangiare nell’adiacente sala con gli sgabelloni.
Vinificio
Aperto nel 2022 questo locale ha preso il post del Rec23, nei pressi del ponte che collega Testaccio a Trastevere. Uno dei punti di forza è sicuramente la metratura, adatta anche a gruppi più estesi. Qui sono arrivati gli stessi creatori di Pastificio Cerere a San Lorenzo e hanno portato una ventata di eventi e collaborazioni. Il fil rouge è chiaramente il vino, come suggerisce il nome, in salsa naturale, a cui accoppiare una carta dei piatti. Ottimo per gruppi e serate a tavola sì, ma non troppo formali.
Il Grottino a Testaccio
Tra le insegne storiche per la pizza romana c’è sicuramente Il Grottino a Testaccio dal 1936. Anche il forno a legna, qui, è lo stesso di allora, e consegna pizze stese alla romana oppure, volendo, anche quelle dal cornicione soffice di stampo partenopeo. Dopo il classico repertorio di fritti e bruschette, si può optare per la rassicurante funghi e salsiccia (8€), la fiori e alici (8€) oppure la Grottino, con pomodoro, mozzarella, funghi, salsiccia, uovo alla Bismark e rucola (8,50€). Volendo, però, ogni pizza si può personalizzare a scelta dal repertorio di condimenti. I dessert sono quelli che ti aspetti da un locale tanto classico: tiramisù, sorbetto al limoncello, tartufo bianco e nero e semifreddo al torroncino.
Acquasanta
Proprio nel cuore di Testaccio, territorio di mattatoi e di carne, c’è un locale aperto nel 2019 dove sembra di stare ad Anzio. Da lì vengono i giovani fondatori che hanno puntato su una cucina che attinge direttamente dai prodotti ittici che arrivano sul litorale tirrenico. Ampie vetrine su strada e stile contemporaneo, con una grande attenzione per l’impiattamento condiscono la proposta. La sostanza dei piatti non viene tradita dalla forma, tra ispirazioni internazionali e memorie più personali create dallo chef Pierre Abou Zeid. Si può mangiare alla carta, oppure ordinare il menu degustazione in 5 portate (a 80€).
Collettivo Gastronomico
Negli anni questo enorme spazio dove sorgeva l’ex Mattatoio di Roma e va oggi sotto il nome di Città dell’Altra Economia ha visto alternarsi diversi progetti, non tutti longevi. Dal 2021 la gestione della nuova osteria, Collettivo Gastronomico, è affidata a Marco Morello che segue anche il Mercato di Testaccio. C’è una parte esterna e, durante la bella stagione, si può usufruire dello spazio sconfinato con anche il parcheggio interno. Qui si svolgono spesso mercati ed eventi di ogni genere. In menu si leggono circa una ventina di piatti (comprese le proposte per i più piccoli) che stanno tra i 9 e 17€ e spaziano tra carbonare della cucina romana e variazioni più ampie.
Piatto Romano
Siamo davanti a un’osteria fedele al nome che porta, ma senza brutte sbrodolature. Si legge chiaramente in tutta l’esperienza una professionalità lunga decenni nell’ambito della ristorazione, che non dimentica tuttavia le radici abruzzesi della famiglia, ancora ben chiare in alcune delle proposte. Molto interessante, qui, è il lavoro sui vegetali, con una selezione di erbe selvatiche e spontanee incluse tra i contorni o declinate in varie pietanze. Ci sono anche la classica trippa alla romana, la coda alla vaccinara e l’abbacchio alla scottadito.
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